Scrittore francese (Parigi 1732 - ivi 1799). Figlio di un orologiaio, ebbe vita avventurosa, tra scandali, processi, viaggi, missioni segrete e affari di vario genere (celebre il suo processo contro il consigliere Goëzman, e grande successo ebbero i quattro Mémoires che egli pubblicò in quell'occasione, 1773). Conquistò il favore del pubblico con un primo dramma: Eugénie (1767); il secondo, Les deux amis ou le négociant de Lyon (1770), cadde. Scrisse allora parades, scene giocose e satiriche alquanto grossolane. Creò il suo capolavoro con Le Barbier de Séville ou la précaution inutile (1775). Il seguito, La folle journée ou le mariage de Figaro, fu vietato dalla censura e poté essere rappresentato solo nel 1784, con successo trionfale. L'opera ebbe molte imitazioni; lo stesso B. riprese il motivo con L'autre Tartuffe ou la mère coupable (rappr. 1792), nettamente inferiore alle precedenti. Emigrato durante la Rivoluzione, rimpatriò (1796) e fu considerato precursore degli avvenimenti che si erano svolti. In effetti, nel Mariage, Figaro ha un accento più serio che nella prima opera, parla quasi in nome di una classe sociale offesa dall'ingiustizia e lancia un grido di rivolta che la festosità scenica non riesce a render meno acuto; tutti sentirono nella figura di Figaro l'annunciatore dei tempi nuovi verso i quali ci si avviava. Ambedue le opere, tuttora piene di vitalità in sé e non solo per merito dei melodrammi che ne trassero C. Sterbini (Barbiere di Siviglia, per la musica di Rossini) e Lorenzo da Ponte (Le Nozze di Figaro, per la musica di Mozart), sono tra i capolavori del teatro francese. Svincolato dalla tradizione di Molière, il B. mira all'intreccio vivace, arioso, colorito e vi riesce con abilità suprema.