BOULEZ, Pierre
Compositore, direttore d'orchestra e saggista francese, nato a Montbrison, Loira, il 26 marzo 1925. Avviato dapprima agli studi scientifici, dopo aver per breve tempo frequentato il Politecnico, s'iscrisse al conservatorio di Parigi, dove compì gli studi di composizione nel 1943 con O. Messiaen, segnalandosi con un primo premio in armonia. Fra il 1945 e il 1946 fu allievo di R. Leibowitz, l'apostolo francese della dodecafonia, e successivamente collaborò con P. Schaeffer alle sperimentazioni di musica "concreta"; ma intanto, nel 1946, per interessamento di A. Honegger, era stato nominato direttore musicale della compagnia di J. L. Barrault, dove restò fino al 1956. Fondatore (1954), dei concerti del "Domaine musical" a Parigi, che ha diretto fino al 1967, nel 1958 si stabilì a Baden-Baden, direttore del laboratorio di ricerche musicali della Südwestfunk. Segnalatosi su piano internazionale a Darmstadt con Poliphonie X (1951), dal 1955 fu chiamato a tener corsi, oltre che a Darmstadt, all'Accademia di musica di Basilea e alla Harvard University. E nel 1957 l'inizio della sua clamorosa attività di direttore d'orchestra, che lo ha portato a essere considerato, specialmente nel repertorio novecentesco e nelle musiche di Wagner, personalità di grande rilievo anche come interprete: nel 1963 dette a Parigi la prima esecuzione in Francia del Wozzeck di Berg; nel 1966 debuttò al festival di Bayreuth con Parsifal di Wagner, affrontando (1976) anche la Tetralogia, la cui inconsueta realizzazione, proprio nella città wagneriana, ha suscitato entusiastici consensi e durissime riserve. Succeduto a L. Bernstein, ha diretto la Filarmonica di New York (1970-1976), realizzando anche numerose e pregevoli incisioni discografiche.
L'attività di B., per la complessità dei risultati e la vastità dei campi nei quali è emersa nell'ultimo dopoguerra, gli ha valso un prestigio di caposcuola a partire dagli anni Cinquanta: intelligenza tipicamente francese nel suo insaziabile bisogno di chiarezza e di razionalità, B. è partito dalle sue giovanili esperienze nella tecnica seriale per applicarla con integrale radicalismo strutturale. Per questo, più che da Schoenberg (di cui criticò l'opera in un articolo celeberrimo del 1952, Schoenberg est mort), da lui accusato di aver mantenuto saldi legami con le tradizioni della musica tonale proprio attraverso la tecnica dodecafonica (in sostanza, a suo avviso, una "restaurazione" della sensibilità romantica), B. è partito da A. Webern per portare alle estreme conseguenze il linguaggio seriale, applicandolo anche ai timbri, alla dinamica, alle figure ritmiche, ecc. Ne sono derivate opere il cui "discorso" procede attraverso una successione di eventi sonori isolati fra loro, ma collegati da rigorose strutture che li rendono percepibili come "oggetti sonori", godibili per l'imprevedibilità e la lucida chiarezza delle loro forme, sempre più libere dal peso "estetico" della tradizione musicale europea. Di qui la tendenza di B. (che ha dedicato all'argomento molti saggi) a considerare C. Debussy, e non Schoenberg, l'autentico e più originale caposcuola della musica novecentesca, avendo fra l'altro precorso gl'interessi recenti e sistematici per le esperienze musicali dell'Oriente.
Veri e propri capolavori di B. sono considerati: la Seconda sonata per pianoforte, Le marteau sans maître (1953-55), e Pli selon pli (1958-60), in un processo che tende a unire al rigore e alla razionalità delle strutture sonore, una "spazialità" dei fatti musicali, in questo rispecchiando, più di recente, l'influenza di certi atteggiamenti di J. Cage.
Composizioni. - Le opere principali sono: tre Sonate per pianoforte (1946-1949-1959); Sonatina per flauto e pianoforte (1946); Le soleil des eaux, per voce e orchestra (1948); Livre pour Quatuor, per quartetto d'archi (1949); Le visage nuptial, per soli, coro femminile e orchestra; Polyphonie X, per diciotto strumenti (1951); Le marteau sans maître, per contralto e strumenti (1955); Structures per due pianoforti (1956 e 1961); Double, per tre orchestre e suoni elettronici (1959); Pli selon pli, Portrait de Mallarmé, per soprano e orchestra (1958-62); Eclat, per 15 strumenti (1965); Domaines, per clarinetto e gruppi concertanti (1968); Livres pour cordes (1968); Cummings ist der Dichter, per sedici voci e strumenti (1970).
Scritti. - Penser la musique aujourd'hui, 1964; Relevés d'apprenti, 1966 (trad. it. Torino 1968), che comprende una parte dei suoi numerosissimi saggi pubblicati su giornali e riviste.
Bibl.: A. Goléa, Rencontres avec P. Boulez, Parigi 1958; F. Lesure, P. Boulez, in Musica d'oggi, 1958; G. Ligeti, P. Boulez, in Die Reihe, 1958; M. Butor, Mallarmé selon Boulez, in Melos, 1961; M. Cadieu, Incontro con P. Boulez, in Disclub, Firenze 1965; M. Bortolotto, Fase seconda, Torino 1968; L. Pinzauti, A colloquio con P. Boulez, in Nuova rivista musicale italiana, n. 2, 1973.