Filosofo e uomo politico francese (Sompuis, Champagne, 1763 - Châteauvieux, Loir-et-Cher, 1845). Avvocato, aderì alla rivoluzione su posizioni moderate fino al 1793; membro del Consiglio dei Cinquecento fino al colpo di stato del 18 fruttidoro (4 sett. 1797), si dichiarò quindi apertamente monarchico e fu a capo del comitato realista di Parigi. Rimasto nell'ombra politicamente durante il periodo napoleonico, acquistò grande rilievo politico nel periodo della Restaurazione quando si costituì attorno a lui il partito dottrinario, le cui esigenze R.-C. teorizzò in scritti ed espose dalla tribuna della Camera dei deputati (di cui fu membro dal 1815 al 1840). Presidente della Camera, redasse (marzo 1830) l'energico indirizzo di protesta contro il discorso del trono di Carlo X, più noto col nome di Manifesto dei 221. Dal 1811 al 1814 fu professore di storia della filosofia alla Sorbona, dove, sotto l'influenza della filosofia scozzese e di Th. Reid in particolare e in polemica con il sensismo di Condillac, nei Fragmenta philosophiques pubblicati integralmente a Parigi nel 1913 professò un realismo e uno spiritualismo eclettici.