COSTA, Pietro
Nacque a Celle Ligure (Savona) il 29 giugno 1849 da Agostino "un povero calzolaio che partì per l'America lasciando la famiglia a Genova" (L'Illustrazione italiana, 24 marzo 1901) e da Domenica, di cui si ignora il cognome. Frequentò l'Accademia ligustica di belle arti a Genova, seguendo in particolare i corsi di scultura tenuti da S. Varni. Dagli Atti dell'Accademia risulta che conseguì numerosi riconoscimenti durante il corso dei suoi studi fra il 1866 e il 1870 (fu premiato nei concorsi interni di "plastica di figura" [1866], di "composizione di figura panneggiata" e "anatomia" [1867], di "figura dal nudo" [1869 e 1870]; alcuni suoi disegni accademici si conservano presso la Raccolta dei disegni dell'Accademia ligustica). Completati gli studi, gli fu assegnata la pensione Durazzo nel 1871, che gli permise di perfezionarsi a Firenze (dove sembra abbia frequentato l'Accademia, seguendo i corsi del Gazzarini: cfr. Thieme-Becker), e quindi a Roma, dove ebbe modo di soggiornare, anche in seguito, a lungo.
Già durante gli anni di frequenza all'Accademia genovese il C. fu impegnato nella realizzazione di alcune commissioni fra cui il Monumento a Colomba da Passano, nel cimitero di Staglieno a Genova. Il progetto fu presentato nel 1868 (Arch. stor. del Comune di Genova, scat. 1595) e il monumento fu messo in opera nel 1870 (Resasco, 1900, pp. 301 s.). In questo periodo sembra che il C. lavorasse nello studio dello scultore genovese L. Orengo. Alcuni anni dopo, nel 1874, presentò all'Esposizione artistico-industriale di Genova alcune opere in terracotta che lo mostrano vicino alle posizioni del verismo di genere: si tratta del Ritorno del contingente, Patria e famiglia e Imiserabili, opere di cui non si conosce l'attuale ubicazione. Allo stesso genere appartiene anche La prima lezione del 1873 (raffigurante una madre che insegna a scrivere al figlio), dispersa, di cui si conserva una fotografia dell'epoca presso l'Archivio dell'Accademia ligustica (con dedica dello scultore). Sempre nel 1874, compare la sua firma, insieme a quella di noti artisti liguri, in una petizione rivolta al Consiglio comunale di Genova contro il progetto di abbattimento del medievale palazzo di S. Giorgio.
Fra il 1876 ed il 1879 il C. fu impegnato nella realizzazione della statua con Ilprofeta Daniele, in marmo, per la cappella dei Suffragi del cimitero di Staglieno.
Da mettere in relazione con la sua attività a Staglieno è la firma di una petizione, nel 1878, rivolta ancora al comune di Genova, insieme ad altri noti scultori, per ottenere maggiore libertà nei confronti delle norme relative all'esecuzione delle opere di scultura all'interno del cimitero (Arch. stor. del Comune di Genova, scat. 1593).
La sua notorietà in questi anni cominciò comunque ad uscire dai confini genovesi: realizzò infatti nel 1878 un busto di Vittorio Emanuele II in bronzo da collocarsi nella sala del Consiglio provinciale di Roma. Nello stesso anno il gesso di quest'opera fu presentato dal C. alla Eposizione universale di Parigi. Sempre nel 1878, vinse il concorso per un rilievo a coronamento della facciata del palazzo del ministero delle Finanze in via XX Settembre a Roma con l'Allegoria dell'Industria e dell'Agricoltura, terminata nel 1881 (E. Polla, Il pal. delle Finanze di Roma capitale, Roma 1979, pp. 69-73, con ill.). Testimone della fama raggiunta in questi anni è del resto la vittoria riportata nel 1879 in due concorsi a carattere nazionale: quello per il Monumento a G. Mazzini a Genova (il monumento, in piazza Corvetto, fu inaugurato nel 1882) e quello per il Monumento a Vittorio Emanuele II a Torino (nel largo omonimo).
Quest'ultima opera fu tuttavia compiuta solo nel 1899, a seguito di ritardi e inconvenienti tecnici che coinvolsero in accese polemiche lo scultore, fino praticamente alla sua esautorazione nella fase finale della fusione di alcune parti del monumento e della sua messa in opera (per la vicenda, che vide anche la nomina di una commissione di controllo nel 1888, presieduta dal Vela, si veda Fantasmi di bronzo, 1978, pp. 146 ss.). Entrambi i monumenti sono caratterizzati da una struttura piuttosto insolita, che fu poi largamente ripresa nei decenni successivi: le statue dei personaggi sono collocate al culmine di un'alta colonna, mentre alla base di questa si dispongono figurazioni allegoriche (in quello a Mazzini le figure del Pensiero e dell'Azione; in quello a Vittorio Emanuele II, l'Unità, la Libertà, il Lavoro e la Fratellanza, oltre a quattro Aquile che raffigurano momenti diversi del Risorgimento).
Accanto a queste opere di committenza pubblica - a cui si devono aggiungere il Monumento al generale Lavalle a Buenos Aires e il Monumento all'arcivescova Serranos all'Avana -, lo scultore sviluppò in questi stessi anni sia la scultura di genere sia la produzione di monumenti funerari.
Opere di genere sono infatti quelle presentate all'Esposizione nazionale di Torino del 1880: oltre agli stessi soggetti presentati a Genova nel 1874 (Imiserabili, indicato a Torino con il titolo Lafame, e Il ritorno del contingente, con il titolo Il ritorno dalla guerra), compare infatti una curiosa allegoria caricaturale, intitolata La musica dell'avvenire, in bronzo (un pianista strimpella su un pianoforte da cui fuoriescono numerose immagini allegoriche; non se ne conosce la collocazione: l'opera è riprodotta nell'Album dell'Esposizione) che, secondo la testimonianza del Ricordo della Esposizione..., (1880, p. III), sarebbe "una satira della musica del genere classico tedesco alla Liszt, alla Rubinstein". Da questa stessa fonte si viene inoltre a sapere che le scenette di genere veristiche, di cui si è detto, erano state eseguite dal C. in più esemplari: l'anonimo commentatore, infatti, afferma che alcuni esemplari erano stati venduti all'Esposizione di Parigi del 1878.
Circa la produzione di sculture funerarie di questi anni, vanno ricordati soprattutto il Monumento Noceti (eseguito dopo il 1875) e il Tumulo Piaggio, in bronzo, entrambi al cimitero di Staglieno.
Nel corso degli anni Ottanta il C. fu inoltre impegnato a Firenze in due sculture: la statua raffigurante F. Redi per il porticato degli Uffizi e, nel 1887, la statua di S. Iacopo destinata alla facciata di S. Maria del Fiore.Presente ancora nel 1888 all'Esposizione italiana di Londra, la sua attività, negli ultimi anni del secolo, si andò riducendo: ciò probabilmente in rapporto alle vicende che travagliarono, come si è detto, la realizzazione del Monumento a Vittorio Emanuele II.
Accanto all'attività indubbiamente prevalente di scultore, il C. esercitò anche quella di pittore.
L'opera pittorica, non documentata dalle fonti bibliografiche più antiche, è testimoniata soprattutto dalla bibliografia più recente (Grosso, 1938; Rocchiero, 1959). Si tratta di ritratti, paesaggi e scene di genere. Di queste opere non si conosce l'attuale ubicazione: ricordiamo il Ritratto di signora in bianco (riprodotto in Grosso, 1938. ill. 35), olio, e il Crocifisso, pastello su carta, entrambi già a Genova, proprietà Jean Gianué. Altre opere come Autoritratto col cappello di paglia, Tramonto a Celle Ligure, ecc. sono riprodotte in Rocchiero (1959). Lo stesso autore cita anche i dipinti Bambino che mangia importunato dal gatto, Scoglio dellaMadonnettaa Voltri, Barche in secco, Villa sulla scogliera di Quinto, Sciagura in montagna, oltre al carboncino Raffaello sul letto di morte. L'opera pittorica sembra improntata a un moderato verismo che risente delle esperienze della pittura di paesaggio ligure e piemontese (in particolare Delleani) degli anni Settanta.
Il C. morì a Roma il 13 marzo 1901.
Fonti e Bibl.: Necrol. in L'Illustr. ital., 24 marzo 1901, pp. 211, 219 (firm. Cicco e Cola); Caffaro, 14-15 marzo 1901; Genova, Arch. stor. del Comune, scat. 1595, 21 apr. 1868; scat. 1594, 17 giugno 1876; scat. 1593, 30 sett. 1878; scat. 1113/5, 1882; Genova, Arch. d. Accademia ligustica di belle arti, Filza Pensione Durazzo 1849/1871, 1871; Filza 27, 5 ag. 1873; Filza 78, 3 luglio 1882; Atti dell'Accad. ligustica di belle arti, Genova 1866, pp. 17, 20; 1869, p. 12; 1870, p. 9; 1871, p. 8; 1908, p. 10; Strenna ricordo della seconda Esposiz. artistico-industriale, Genova 1874, pp. 67 ss.; Firenze artistica, 1876, n. 8, p. 516; 1877, n. 17, p. 9; L'Esposiz. di Parigi del 1878 illustrata, Milano 1878, p. 175; L'Illustraz. ital., 1879, n. 7, pp. 278, 386; Il Monumento a Vittorio Emanuele II… Progetto... adottato dalla commissione, Torino 1879; Nel camposanto di Genova, in L'Illustraz. ital., 31 ott. 1880, pp. 266-68; Ricordo della Esposiz. nazionale di Belle Arti, Torino 1880, Milano s. d. [ma 1880], p. III; Monumento a Mazzini, in L'Illustraz. italiana, 25 giugno 1882, pp. 441, 446; L'inauguraz. del monum. a Mazzini, ibid., 3 luglio 1882; Pensiero e azione, ibid., 20 ag. 1882, pp. 118, 125; Monum. al gen. G. Lavalle, ibid, febbr. 1886, pp. 91, 96; Il monumento a Vittorio Emanuele a Torino, ibid., 2 maggio 1886, pp. 359 s.; Esposizione italiana di Londra, London 1888, p. 499; Il Monumento a Vittorio Emanuele a Torino, in L'Illustraz. ital., 10 sett. 1899, pp. 162, 164, 168 s.; F. Resasco, La necropoli di Staglieno. Opera storico-descrittiva-aneddotica, Genova 1900, pp. 47, 301 s., 333-36; V. Villa, La Casa di S. Giorgio, Genova 1905, p. 10; A. Michel, Histoire de l'art, VIII, 1, Paris 1925, p. 654; D. Castagna-M. U. Masini, Guida di Genova, Genova 1929, pp. 262, 314, 316; O. Grosso, Mostra di pittori liguri dell'Ottocento, Genova 1938, p. 97, ill. 35; G.C. De Landolina, Staglieno la insigne necropoli di Genova, Genova 1957, p. 85; Esposiz. d. opere di scultura e pittura dell'artista P. C., in Liguria, XXV (1958), 8, p. 15; V. Rocchiero, P. C., ibid., XXVI (1959), 10, pp. 13-56; G. Grasso-G. Pellicci, Staglieno, Genova 1974, pp. 74 s.; J. Mackay, The Dict. of western sculptors in bronze, Woodbridge 1977, p. 90; Fantasmi di bronzo, Torino 1978, pp. 146-51; G. Cerrina, P. C. 1849-1901. Note, Milano s. d.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 53.