Attore e autore drammatico (n. Roma 1650 circa - m. 1720 circa); recitò con il nome di Celio in ogni ruolo della Commedia dell'arte, poi si unì a F. Calderoni. Divenuto capocomico a sua volta, volle tornare a un repertorio più impegnativo (il Pastor fido di G. B. Guarini, l'Aminta di T. Tasso, l'Aristodemo di Carlo Dottori, la Rodogune di P. Corneille, l'Iphigénie di Racine, ecc.). Svanita la speranza di un rinnovamento delle scene italiane, perché le preferenze del pubblico si volgevano all'ancor vivace Commedia dell'arte, sfiduciato lasciò il teatro. Fu anche autore di due opere sceniche, Il Romolo (1679) e Le peripezie di Aleramo e di Adelasia (1697).