FIORINI, Pietro
Figlio dello scultore Raffaello (attivo fra 1576 e 1596) e nipote del pittore Giovan Battista, nacque a Bologna nel 1539. Architetto pubblico del Senato di Bologna dal 1583 al 1614, seguitò a lavorare fino al 1622. In età giovanile compì un viaggio a Roma; si presume sia stato anche a Parma, Firenze e Milano, dato in una sorta di diario manoscritto, iniziato il 2 ag. 1616 (conservato presso la Biblioteca arcivescovile di Bologna), appaiono misurazioni, apparentemente frutto di rilievi diretti, rigorosamente indicate in piedi bolognesi della Madonna della Steccata di Partna, di S. Maria del Fiore di Firenze e di alcune chiese milanesi, tra cui S. Maria del Giardino e S. Maria della Rosa. Il F. annotò anche gli interventi ed i progetti eseguiti durante la sua attività lavorativa, soffermandosi sulle norme architettoniche basate sulla concezione vitruviana, e citò i maggiori trattati di architettura del Quattrocento e del Cinquecento. Per quanto riguardava la costruzione e la manutenzione degli acquedotti, rimandava agli studi di Giulio Sesto Frontino. Allegati al manoscritto sono quattordici fascicoli di disegni, relativi a suoi progetti architettonici.
La sua attività di architetto ebbe inizio nel 1570 con la riedificazione della chiesa di S. Nicolò in strada S. Felice. Nel 1577 il cardinale Gabriele Paleotti fece innalzare una nuova sede arcivescovile dandone incarico all'architetto Domenico Tibaldi; l'edificio venne poi terminato dal Morini. Del 1580 è la ricostruzione della chiesa e della canonica di S. Maria di Reno, commissionata dal P. Raffaele Campioni. In questi anni il F. realizzò un modello preparatorio di legno per la chiesa di S. Salvatore a Bologna; intervenne con lavori di ingegneria ed idraulica per il ponte di legno del fiume Idice. In seguito lavorò anche ad altri ponti, quello di S. Ruffilio e quello sul Savena fuori Porta S. Vitale (1592-1605), entrambi demoliti. Nel dicembre 1582 modificò l'antica struttura di S. Maria della Carità e nel 1610 diede il disegno del coro; nel 1587-88 ricostruì la volta della chiesa di S. Bernardo, al tempo del cardinale Enrico Gaetani. Dal 1587 al 1616 lavorò per la chiesa di S. Michele in Bosco: nel 1588 fu costruito su disegno del F. il vasto e arioso scalone principale di architettura dorica, il chiostro di mezzo del Pino; del 1602 è la ricostruzione del chiostro ottagonale o dei Carracci; del 1606-07 è il chiostro delle stalle. Infine, nel 1616, il F. prolungò la già lunghissima loggia del dormitorio. Vari furono gli interventi nella cattedrale di S. Pietro: nel 1593 per il cardinale Paleotti costruì la cappella, in seguito demolita dall'arcivescovo Ludovisi e nel 1599, su incarico dell'arcivescovo Alfonso Paleotti, diminuì il numero delle colonne cruciformi della navata centrale, per creare maggior spazio nel corpo della chiesa. Nonostante le assicurazioni fornite dal F. circa la sicurezza statica di questo intervento, il 2 giugno dello stesso anno la volta della cattedrale crollò; per evitare di essere imprigionato egli fu costretto a fuggire a Modena. Rimosso dall'incarico, dopo alcuni anni tornò nuovamente ad occuparsi della chiesa di S. Pietro.
Dopo il breve soggiorno modenese, il 9 sett. 1599 fu di nuovo a Bologna, dove realizzò numerosi interventi presso il palazzo pubblico: l'accomodamento delle prigioni, le stanze degli uditori, dei notai, le abitazioni delle guardie svizzere, dei cavalleggeri e lo studio di Ulisse Aldrovandi. Al periodo 1608-1612 risale la costruzione della chiesa di S. Barbaziano, opera tarda che "mostra appieno le capacità tecniche ed espressive" del F. (Masturzo, 1986, p. 243). Nel 1620 innalzò il portico per la chiesa di S. Isaia; nel suo diario riportò anche notizie relative ai semplici ampliamenti dei palazzi situati a Bologna e nei Comuni vicini: si ricordano il palazzo di Annibale Paleotti nel Comune di San Martino, edificato secondo la tipologia tradizionale delle ville bolognesi dal Cinquecento in poi (il grande parallelepipedo presenta, infatti, nel suo interno una vasta loggia centrale circondata da camere intercomunicanti), il palazzo dei signori Locatelli nel Comune di San Giorgio, dove il F. progettò solo parte del disegno a causa della morte del committente nel 1575. Provvide inoltre all'ammodernamento del palazzo di Giulio Torfanini nel Comune di Cinquanta, sfruttando la costruzione esistente; ampliò sia il palazzo di Lucio Magi che quello di Prospero Merighi nel Comune di San Benedetto. Il diaro annovera gli interventi fatti al palazzo di Vincenzo Sabaldini nel Comune di Anzola, al monastero dei frati di Baura per terminare con la chiesa delle suore nel Castello di Cento.
Il F. morì a Bologna il 9 ott. 1629 e fu sepolto nella sacrestia della chiesa della ss., Annunziata (Oretti, 1767).
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. 30: M. Oretti, Le pitture nelle chiese della città di Bologna (1760), cc. 102 s., 110; Ibid., ms. 124/11 - 126: Id., Notizie de' professori del disegno cioè pittori scultori ed architetti bolognesi e de' forestieri di sua scuola (1767), cc. 103 s., 242-246; Bologna, Bibl. universitaria, ms. 2137: V. Rinieri, Diario delle cose notabili seguite a Bologna, III, cc. 237 s.; A. Masini, Bologna perlustrata, I, Bologna 1666, pp. 73, 132, 139, 357, 544, 570; C.C. Malvasia, Felsina pittrice (1678), Bologna 1841, ad Indicem; Id., Le pitture di Bologna (1686), a cura di A. Emiliani, Bologna 1969, ad Indicem; G. Taruffi, Antica fondazione della città di Bologna, Bologna, 1738, p. 44; G. Bianconi, Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi, Bologna 1826, pp. 58, 34, 383 s.; A. Bolognini Amorini, Vite dei pittori ed artefici bolognesi, V, Bologna 1843, p. 400; G.B. Guidicini, Cose notabili della città di Bologna..., II, Bologna 1869, pp. 304, 314, 383 s.; IV, ibid. 1872, p. 187; F. Malaguzzi Valeri, L'architettura a Bologna nel Rinascimento, Bologna 1899, pp. 216 s., 220, 224; L. Sighinolfi, L'architettura bentivolesca a Bologna e il palazzo del Podestà, Bologna 1909, pp. 116-119; G. Zucchini, La facciata del palazzo del Podestà dal sec. XV al XIX, Bologna 1909, pp. 25-27; A. Foratti, La chiesa di S. Pietro in Bologna dal sec. XV al XVII, in Atti e mem. R. Deputaz. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 4, V (1915), pp. 77 s., 83; C. Ricci - G. Zucchini, Guida di Bologna (1930), Bologna 1968, ad Indicem; A. Foratti, Aspetti dell'architettura bolognese dalla seconda metà del sec. XVI alla fine del Seicento, in Il Comune di Bologna, XVIII (1931), 12, pp. 22 s.; G. Zucchini, Un manoscritto autografo dell'architetto P. F., in L'Archiginnasio, XLIX-L (1954-55), pp. 60-99; P.L. Cervellati - R. Scannavini, in S. Michele in Bosco, a cura di R. Renzi, Bologna 1971, pp. 67, 82; P. Marconi - A. Cipriani - E. Valeriani, I disegni di architettura... dell'Acc. di S. Luca, Roma 1974, pp. 23 s., nn. 2499, 2514 s., 2521; M. Fanti, Spigolature d'archivio per la storia d. arte a Bologna, in Il Carrobbio, IV (1978), pp. 189, 191; N. Masturzo, La chiesa di S. Barbaziano in Bologna, ibid., XII (1986), pp. 189-191, 243; P. Foschi, Un concorso di idee del 1581 per la ricostruzione del ponte sull'Idice della via Emilia, ibid., pp. 174 s., 180; M. S. Campanini, Il chiostro di S. Michele in Bosco storia materiale e filologica visiva, in Ludovico Carracci (catal.), a cura di A. Emiliani, Bologna 1988, pp. 179-198; O. Bergomi, Gli appartamenti del cardinale Oppizzoni nell'Arcivescovado di Bologna, in Il Carrobbio, XVIII (1992), pp. 43-50; L. Marinelli - P. Scarpellini, L'arte muraria in Bologna nell'età pontificia, Bologna 1992, p. 83; M. Marchi, P. F.architetto e teorico, tesi di laurea, Univ. di Bologna 1994; M.S. Campanini, Il chiostro dei Carracci a S. Michele in Bosco, Bologna 1994, ad Indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, pp. 4 s.; Diz. encicl. di architettura e urbanistica, II, p. 344.