ARQUER, Pietro Giovanni
Nacque a Cagliari da Marquesia e da Giovanni Antonio, di famiglia originaria di Spagpa, intorno al 1530. Come il padre e il fratello maggiore Sigismondo si dedicò agli studi giuridici. Nel 1558 ottenne l'ufficio di aggiunto nella capitania di Iglesias e nel 1563 quello di luogotenente del maestro ragioniere nell'isola. Il padre dell'A. sin dal 1534, allorché venne prescelto come consigliere dal viceré Antonio de Cardona, si prodigò a sostegno dell'amministrazione spagnola nella dura lotta contro il baronaggio, e altrettanto fece poi Sigismondo; la famiglia Arquer era perciò quanto mai invisa alla più alta nobiltà cagliaritana e anche l'A. fu coinvolto in contese.
Nel 1563, quando giunse a Cagliari la notizia che Sigismondo era stato imprigionato dall'Inquisizione come eretico, l'A. e il fratello Antonio, ritenendo che il console Torrellas era in qualche modo responsabile dell'arresto, lo aggredirono e lo ferirono seriamente. Rifugiatisi quindi nella cattedrale di Cagliari, Antonio riuscì a fuggire e a raggiungere Ginevra, dove si giovò della protezione di Calvino, mentre l'A. fu costretto a partecipare insieme con il padre ad una pacificazione generale con le famiglie avversarie. In seguito, dalla famiglia Massa gli fu affidata la carica di procuratore dei feudi costituiti dal ducato di Mandras e dal marchesato di Terranova. Ricopri anche l'ufficio di maestro razionale. Nel 1571 il viceré Juan Coloma lo volle come consigliere in una ispezione amministrativa e militare condotta in tutta l'isola e lo portò con sé a Madrid per giovarsi della sua consulenza nella relazione fatta a quel governo sulla situazione della Sardegna.
L'A. contribuì all'aggiornamento della legislazione sarda, divenuta assai oscura per il sovrapporsi, attraverso due secoli, di leggi aragonesi e spagnole, con una ristampa della raccolta curata nel 1572 da Francesco Bellit, alla quale aggiunse i capitoli dei Parlamenti dal 1575 al 1586 e i sommari a margine. L'opera fu pubblicata a Cagliari nel 1591, in catalano, con il titolo di Capitols de Cort del stament militar de Sardenya.È forse dell'A. anche una Rubrica de tots los reals privilegis concedits a la magnifica ciutat de Caller por los serenissimos Reys de Arago, pubblicata a Cagliari nel 1603.
Si ignora la data della sua morte.
Bibl.: P. Martini, Biografia Sarda, I, Cagliari 1837, pp. 70 s.; I. Pillito, Memorie tratte dal R. Arch. di Cagliari riguardanti i governatori e luogotenenti generali dell'isola di Sardegna dal tempo della dominazione aragonese fino al 1610,Cagliari 1862, pp. 92 s.; E. Toda y Güell, Bibliografia Española de Cerdeña, Madrid 1890, p. 75; F. Loddo-Canepa, Le pubblicazioni ufficiali del Regno di Sardegna,Sassari 1931, p. 1; D. Scano, Sigismondo Arquer, in Arch. stor. sardo, XIX(1935). pp. 30 s.; F. Loddo-Canepa, I giuristi sardi, Cagliari 1938, p. 34; P. Leo, Ancora su Sigismondo Arquer, in Studi sardi,VIII(1948), p. 132; A. Boscolo, I Parlamenti di Alfonso il Magnanimo,Milano 1953, p. VI; G. Repetto, Appunti sulla tortura in Sardegna nel sec. XVII,in Studi stor. in onore di F. Loddo-Canepa, Firenze 1959, pp. 190, 191, 193, 194.