Doge di Venezia (1251-1311). Podestà di Capodistria, eletto doge in competizione con I. Tiepolo, esponente del partito popolare, orientò decisamente la sua politica in senso aristocratico, facendo varare la riforma costituzionale nota col nome di serrata del Maggior Consiglio, per cui erano esclusi dal governo di Venezia quanti non fossero nobili o non avessero esercitato cariche pubbliche negli ultimi cinque anni (1297). Resse con mano ferma lo stato, reprimendo le congiure di Marin Bocconio (1300) e di Baiamonte Tiepolo (1310). All'esterno guerreggiò contro Padova per la vecchia questione delle saline (1304-06), e represse a Candia e a Zara le croniche ribellioni. Tentò inoltre di occupare Ferrara, ma dovette rinunciarvi per la decisa opposizione del papa Clemente V che gli lanciò contro anche la scomunica.