Prelato e letterato (Roma 1607 - ivi 1667). Laureato a Roma in legge nel 1625 e in teologia nel 1628, nel 1630 abbracciò lo stato ecclesiastico e fu per quattro anni (dal 1632) governatore di Iesi, Orvieto e Camerino: in questi anni scrisse in ottave i Fasti sacri. Nel 1637 entrò nella Compagnia di Gesù, e dal 1639 fu professore di filosofia e poi di teologia nel Collegio Romano. Nel 1659 fu fatto cardinale da Alessandro VII, di cui fu intimo amico prima del pontificato e saggio consigliere dopo. Scrisse numerose e notevoli opere letterarie, filosofiche (con vedute originali sui problemi dell'estetica in Considerazioni sopra l'arte dello stile e del dialogo, 1646, e della conoscenza in Del bene, 1644), teologiche, polemiche, storiche. Ma quella che gli diede la maggiore notorietà fu l'Istoria del concilio di Trento (1656-57; 2a ed. ritoccata, 1664), da alcuni altamente lodata, da altri screditata e vilipesa. Invero, scritta con intento apertamente apologetico, per combattere l'analoga opera di P. Sarpi, essa ha carattere più polemico che storico, sebbene debba riconoscersi in P. l'accurata e diligente ricerca delle fonti.