Rajna, Pio
Filologo (Sondrio 1847 - Firenze 1930). Rappresentante del metodo comparativo, che spogliò di ogni rigidità, primo a insegnare in Italia la romanistica, introdusse nella filologia italiana il metodo critico nella ricostruzione dei testi e fu il più insigne maestro della nuova disciplina.
Dopo il giovanile tentativo di curare il testo critico della Vita Nuova per l'edizione del 1872 commentata da A. D'Ancona, si dedicò al testo del De vulg. Eloq., pubblicato nel 1896 (ristampa stereotipa Milano 1965). Alla minuziosa descrizione dei codici, cui ancor oggi deve ricorrere chi voglia conoscerne i reciproci rapporti e la discendenza, segue uno studio ampio e puntuale della lingua, della grafia, delle abitudini stilistiche, del cursus. L'opera rimane un'esemplare lezione di filologia, preziosa per il modo in cui vengono non solo studiati, ma fissati i caratteri del latino medievale.
Del De vulg. Eloq. il R. stese inoltre una traduzione, rimasta inedita (pubblicò solo quella del primo capitolo in Miscellanea di studi in onore di A. Hortis, Trieste 1910, 113-128) e raccolse un vastissimo materiale per le note e l'esegesi.
Per cura della Società Dantesca, pubblicò (1897) l'edizione minore del De vulg. Eloq., importante per alcuni mutamenti nel testo, ma anche e soprattutto per la vasta discussione sui criteri ortografici, stimolata dalle recensioni del Parodi, del Toynbee, dello Zingarelli. Non ancor pago della sua fatica, a più riprese negli anni seguenti intervenne sul testo con ulteriori perfezionamenti e contributi. Quando (1917) L. Bertalot rivelò agli studiosi l'esistenza del codice Berlinese 437 (ora a Tubinga, Universitäts-Bibliotek), il R. non ne riconobbe subito l'importanza e in occasione del centenario dantesco, nell'edizione critica di tutte le opere di D. da lui promossa assieme al Parodi, al Barbi e al Vandelli, offrì il testo del De vulg. Eloq., già precedentemente fissato, con solo alcuni ritocchi (si veda anche: Approcci per una nuova edizione del De vulg. Eloq., in " Studi d. " XIV [1930] 5-76.
Su un'altra questione dantesca allora appassionatamente dibattuta si soffermò il R.: quella della lettera di frate Ilario. L'indagine lo portò a riconoscere la lettera non priva di un fondo di verità, se non autentica, e a collocarne la composizione ad alcuni anni dopo la morte di D. (La lettera di frate Ilario, in " Studi Romanzi " II [1904] 123-134; Qual fede meriti la lettera di frate Ilario, in Dai tempi antichi ai moderni. Da D. al Leopardi, raccolta di scritti critici, di ricerche storiche, filologiche, letterarie, per nozze Scherillo-Negri, Milano 1905, 195-208; D. e la Lunigiana, Milano 1909, 223-285).
L'interesse per D. si manifesta anche in alcune ricerche a carattere storico apparse su varie riviste: Il casato di D., in " Studi d. " III (1921) 59-88; D. e i romanzi della Tavola rotonda, in " Nuova Antol. " 1 giugno 1920, 241-243, su Merlino, il " buon incantatore ", e il riavvicinamento con il Mare amoroso (vv. 213-217) del sonetto Guido, i' vorrei. Nell'articolo Per la data della " Vita nuova " e non per essa soltanto, in " Giorn. stor. " VI (1885) 113-162, è ampiamente discussa la data di composizione dell'opera. Fecero seguito con approfondimenti, precisazioni, messe a punto: Lo schema della " Vita nuova ", estr. dalla " Bibl. delle Scuole Ital. " II (1890) 161-164; Per le ‛ divisioni ' della Vita nuova, in " Strenna dantesca " I, Firenze 1902, 111-114, in cui il R. si sofferma sulla ragione, divisione e poesia della Vita Nuova; Per la questione dell'andata di D. a Parigi, in " Studi d. " II (1920) 75-87; Per il titolo della D.C., ibid. IV (1921) 5-37; I centenari danteschi passati e il centenario presente, in " Nuova Antol. " 1921, 5-37, dedicato al monumento, ai manifesti, alle polemiche, ai giornali, ecc.
Altri contributi di critica dantesca sono: La genesi della Divina Commedia, in La vita italiana nel Trecento, Milano 1892, 161 ss.; Il trattato ‛ De vulg. Eloq. ', in Le opere minori di D., Firenze 1905; Per il ‛ cursus ' medievale e per D., in " Studi Filol. It. " III (1932) 7-86, rimasto purtroppo incompiuto.
Bibl. - G. Vandelli, Miscellanea di studi critici dedicati a P.R., Firenze 1911; M. Casella, L'opera di P.R., in " Il Marzocco " 7 dic. 1930; D. Guerri, P.R. maestro, in " Pegaso " III (1931); G. Vandelli, P.R., in " Atti Accad. Arcadi " VI-VII (1931); M. Casella, in " Studi d. " XV (1931) 202-205; ID., P.R., in " Civiltà Moderna " III (1931) 3-34.