POITIERS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia occidentale, capoluogo del dipartimento della Vienne, con 37.662 ab. nel 1926, e 41.546 nel 1931. È costruita sulla cima e sui fianchi d'uno sprone alquanto largo ed allungato, tagliato come penisola dalle valli del Clain, affluente di sinistra della Vienne, e della Boivre, aflluente del Clain stesso; uno stretto istmo detto La Tranchée unisce lo sprone all'altipiano circostante.
Poitiers è l'antica capitale del Poitou e conserva tuttora l'aspetto dell'antica città di provincia, borghese e calma, con strade solitarie, strette, tortuose e ripide, specialmente nell'ìnterno, chiuse spesso da alte mura di monasteri che le hanno fatto meritare il nome di "città dei conventi". Tuttavia è una delle più interessanti della Francia, appunto per questo suo aspetto di città morta e perché racchiude notevolissimi monumenti di svariate epoche. In parte è ancora circondata dalle antiche mura, sulle quali si scendono oggi lunghi viali alberati, donde la vista spazia sulla ridente vallata del Clain: bellissima fra tutte è la passeggiata di Blossac, su una parte delle mura. Poitiers è sede di vescovato, di prefettura, di corte d'appello e d'assise, di tribunale di prima istanza e commercio. Ha scuole primarie, secondarie e università.
Non è città industriale: l'industria è rappresentata da alcune fabbriche di spazzole e di candele, da ebanisterie, stamperie, concerie. Più notevole è invece l'attività commerciale, essendo mercato dei prodotti agricoli della regione: bestiame, biade, grano, vini, formaggi, burro, miele, canapa, lana, piume d'oca assai pregiate. Per le comunicazioni è servita dall'importante linea della rete d'Orléans che unisce Parigi a Bordeaux, e da numerose linee secondarie.
Monumenti. - È una delle città della Francia più ricche d'arte. Vestigia della città gallo-romana sono alcuni resti di cinta murale, specialmente sotto il Palazzo di giustizia. Le vie Bourcani e des Arènes conservano ancora il disegno dell'anfiteatro scomparso. La floridezza della città antica è rivelata soprattutto dalla celebre Atena, scoperta nel 1902 e oggi nel museo municipale, marmo ellenistico di stile arcaicizzante.
Il periodo pre-romanico è rappresentato dall'antico Battistero (oggi museo merovingio e carolingio) la cui cella primitiva è uno dei primi monumenti cristiani della Gallia (sec. IV), trasformato e ampliato durante l'epoca merovingia e nei secoli successivi, decorato nell'interno da importanti affreschi medievali. Preromanico è anche l'Ipogeo delle Dune degl'inizî del sec. VIII (sculture piatte a intrecci). Il periodo romanico ha grandi monumenti. La chiesa di Saint-Hilaire-le-Grand (sec. XI e XII) è costruzione assai complessa, coperta da cupole su pennacchi. La chiesa di Notre-Dame-la-Grande, dei secoli XI e XII, è esempio tipico dell'architettura romanica del Poitou. Senza transetto, ha la navata centrale coperta con vòlta a tutto sesto, cui fanno da contrafforti le vòlte delle navatelle che hanno quasi la stessa altezza della navata centrale, la quale non è illuminata direttamente. Nel sec. XII essa era coperta di affreschi, dei quali rimane solo, nel coro, il Cristo in gloria. La parte più originale è la facciata improntata a un sicuro genio decorativo. I portali e le arcature, e anche le zone lisce del muro sono coperti di bassorilievi, con una decorazione esuberante, composta di motivi geometrici, vegetali, umani e fantastici, in cui si mescolano ricordi gallo-romani, influssi bizantini e orientali. Sul lato meridionale della chiesa si trovava in passato il misterioso cavaliere delle facciate d'Aquitania, che rappresentava Costantino o S. Martino. La chiesa di Saint-Porchaire conserva il campanile romanico che forma portico dinnanzi alla facciata.
Anche l'arte gotica ha lasciato a Poitiers monumenti illustri, che non sempre appartengono interamente a questo stile, ma che sono caratterizzati dall'uso di vòlte su nervature multiple, come si praticava nell'Anjou durante il periodo detto dei Plantageneti. La chiesa di S. Radegonda (secoli XI-XIV), meta famosa di pellegrinaggi del Poitou, è costituita da una sola ampia navata, coperta da vòlte, in quello stile angioino. Nella sua cripta (secolo XI) si conserva ancora l'antico sarcofago della santa. La cattedrale, iniziata sotto il regno d'Eleonora di Guienna e di suo marito Enrico II Plantageneto, re d'Inghilterra, è un grande rettangolo a tre navate, di cui la centrale ha la copertura a vòlta rialzata su costoloni. Le tre absidiole a capo delle navate sono nascoste all'esterno dalla parete terminale rettilinea. Tra le vetrate, che appartengono alla fine dei secoli XII e XIII e che risentono l'influsso di quelle di Saint-Denis, è celebre quella che rappresenta la Crocifissione. La facciata del sec. XIII ha due torri staccate e tre portali con timpani scolpiti.
Alla fine del Medioevo il duca di Berry fece restaurare dall'architetto Guy de Dammartin (1384-1386) il palazzo dei conti di Poitiers. La sala oggi detta del Palazzo di giustizia rappreseńta il tipo di gran salone dei castelli medievali; tipo che precedette la galleria del Rìnascimento. Il camino, immenso e rialzato su alcuni gradini, occupa tutto il fondo della sala, è munito di una tribuna per i suonatori ed è adorno di statue. La torre Maubergeon, torrione costruito dal duca di Berry e unito al palazzo, segna il momento del mutarsi della fortezza in abitazione principesca, perché è illuminata da grandi finestre e decorata da quattordici statue dei conti di Poitou.
L'età di Luigi XII presenta nel palazzo Fumée una complessa mescolanza delle tradizioni gotiche militari, ormai puramente decorative, e di elementi nuovi che ricordano il castello di Blois. Il palazzo Berthelot, costruito nel 1529, è di stile del Rinascimento un poco più inoltrato. Il Musée des Antiquaires de l'Ouest, nelle sale dell'antica università di Poitiers (sec. XV), conserva resti della preistoria, del Medioevo e del Rinascimento.
Infine l'arte del sec. XIX è rappresentata dal municipio, e più che dal palazzo in sé stesso (1869-1876), dalle opere del museo, soprattutto dalle decorazioni parietali della scala eseguite da Puvis de Chavannes; L'arrivo di Carlo Martello a Poitiers e Fortunato che legge le sue poesie a Santa Radegonda. Le decorazioni dipinte recentemente da P. P. Girieud per l'università, palesano il ritorno all'ordine classico.
V. tavv. CXXXVII e CXXXVIII.
rStoria. - È possibile che il primitivo agglomerato celtico si sia formato nella località detta Vieux-Poitiers, alla confluenza dei fiumi Vienne e Clain. In seguito il nucleo si sarebbe trasferito sull'altipiano situato al di sopra del Clain e della Boire, dove si è sviluppata, in modo abbastanza disordinato, la città di Poitiers. Del resto la regione era abitata fin dall'epoca preistorica, come è attestato dall'esistenza di un dolmen alla Pierre-Levée (a 1 km. dalla città) e da diversi scavi. Chiamata dapprima Limonum, divenne poi capitale dei Pictones, che costituivano una delle tribù più attive della Gallia occidentale (v. poitou). Divenuta una delle città più importanti dell'Aquitania romanizzata, ebbe un anfiteatro considerevole (m. 156 × 139) e delle terme. I suoi edifici occupavano una superficie di 9 ettari; tuttavia, capitale della seconda Aquitania fu Bordeaux. Ma Poitiers, che fin dal sec. III adottò definitivamente il suo nome da quello della tribù gallica, fu un centro di fiorente intellettualità e di cristianesimo. La predicazione di S. Marziale e soprattutto quella di S. Ilario alla metà del sec. IV, vi consolidarono lo spirito cattolico che resistette alle violenze ariane dei re visigoti. Sono stati ritrovati resti iuteressanti di questo antico passato cristiano di Poitiers, specialmente il battistero di S. Giovanni. Sotto i Merovingi, la città continuò ad essere un importante centro religioso e il De la Croix ne ha ritrovato prove molteplici nei suoi fortunati scavi. La moglie di Clotario I, Radegonda, dopo aver abbandonato il suo brutale marito, trovò a Poitiers Agnese, badessa di Sainte-Croix, e il poeta Venanzio Fortunato, che nel 600 o 605 doveva divenire vescovo. Per la sua religiosità Radegonda venne santificata poco dopo la morte. La posizione che la città occupa nella regione circostante, ha fatto dare il nome di Poitiers alle battaglie del 732 (Carlo Martello contro Abd ar-raḥmān) e del 1356 (Giovanni il Buono contro il Principe Nero). Centro del dominio dei conti del Poitou duchi d'Aquitania, la città fu anche centro della potenza di Carlo VII tra il 1423 e il 1436. Nel sec. XVI Poitiers aderì attivamente al protestantesimo e Calvino predicò in una grotta sulle rive del Clain. Nel 1562 la città fu presa dai protestanti, poi dai cattolici; nel 1659 il Coligny l'assediò, ma fu respinto dal conte di Lude aiutato dal Guisa e dal Mayenne. Nel 1576 venne firmato a Poitiers un editto di tolleranza che servì di base alla pace di Bergerac. Da allora Poitiers non fu altro che una tranquilla città di provincia, su cui ebbe scarsa presa la vita moderna, nonostante la modesta attività dell'università fondatavi da Carlo VII nel 1432. È da notare soltanto, al tempo della Restaurazione, il tentativo insurrezionale del generale Berton, il quale venne condannato a morte insieme con i suoi complici il 21 settembre 1822 e giustiziato il 17 ottobre dell'anno stesso.
Bibl.: C. de la Croix, Monographie de l'Hypogée Martyrium de Poitiers, Parigi 1883; id., Étude sommaire du Baptistère Saint-Jean de Poitiers, 2ª ed., Poitiers 1904; L. Magne, Le Palais de Justice de Poitiers. Étude sur l'art français au XIVe et au XVe siècle, Parigi 1904; H. L'abbé de la Mauvinière, Poitiers et Angoulême (coll. Villes d'art célèbres), ivi 1908; Congrès Archéologique de France: Angoulême 1912, ivi 1913; M. Fleury e E. Ginot, Au travers du vieux Poitiers, Poitiers 1914; E. Maillard, Les sculptures de la cathédrale Saint-Pierre de Poitiers, ivi 1921.
C. Ledain, Histoire sommaire de la ville de P., Fontenay-le-Comte, 1890; E. Pilotell, Essai historique sur l'ancienne université de P., in Mémoires de la Société des Antiquaires de l'Ouest, XXVII (1863); D. Neuville, Le parlement royal à Poitiers, in Revue historique, VI (1878); E. Audoin, Recueil de documents concernant la ville et le comté de Poitiers, con introduz. del Boissonnade, I, Poitiers 1923.
Il concilio di Poitiers del 1100. - Fu tenuto il 18 novembre alla presenza di ottanta vescovi e abbati (centoquaranta secondo alcune fonti) e sotto la presidenza di due delegati di Pasquale II, Giovanni e Benedetto. Il concilio si occupò di varie questioni di importanza secondaria (si ricorda l'accusa di simonia formulata dai canonici di Autun contro il loro vescovo Norgaud) e approvò 16 canoni disciplinari fra i quali hanno particolare interesse il settimo e l'ottavo, contro la compravendita delle prebende. Ma la questione più importante trattata al concilio fu quella del matrimonio di Filippo I re di Francia (v.) con Bertranda di Montfort contessa di Angiò, che aveva abbandonato il marito per sposare Filippo, il quale a sua volta aveva abbandonato la moglie legittima Berta d'Olanda. Nonostante l'intercessione di Guglielmo IX il Trovatore, conte di Poitiers, e di molti vescovi, nonostante l'assicurazione di Guglielmo di voler impedire anche con la forza una condanna del suo re, Filippo e Bertranda furono scomunicati.