POLIGAMIA (dal gr. πολύς "molto" e γάμος "nozze")
Il termine significa "nozze plurime" e dovrebbe avere valore comprensivo tanto per la "poliginia" quanto per la "poliandria"; ma nell'uso corrente vale come sinonimo di poliginia, indica cioè la condizione matrimoniale, legalmente riconosciuta dalle consuetudini giuridiche o dalla legge scritta (diritto musulmano, indù, ecc.), d'un uomo con più d'una moglie. Se la monogamia (v.) pare essere la condizione naturale e primitiva della famiglia umana, lo sviluppo di abitudini poligamiche deve essere stato molto precoce. Nei veri primitivi attuali è eccezionale, ma non assente del tutto, ed è sviluppatissima nella maggior parte delle culture barbariche, specialmente in rapporto allo stabilirsi della proprietà individuale o familiare, perché allora la donna diviene uno strumento di produzione (Negri agricoltori). In alcune culture superiori, presso le quali la donna non attende a lavori essenziali per l'economia del gruppo, com'è delle antiche e moderne società pastorali del mondo antico (Semiti e Turchi), il numero delle mogli è proporzionato alle possibilità economiche, diviene perciò un privilegio e un indice di ricchezza e di potenza delle persone di rango elevato. V. anche: famiglia, XIV, p. 769 seg. Per la poligamia presso i primitivi e nel mondo orientale, v. matrimonio.
La poligamia non fu mai largamente praticata nell'antichità, anche per evidenti ragioni statistiche ed economiche. In Egitto i Faraoni potevano avere parecchie mogli e un numeroso harem; ma, fuori della famiglia reale, casi di poligamia, anche fra i nobili, erano piuttosto rari. Perciò Erodoto (II, 92) poteva asserire che gli Egiziani erano monogami come i Greci. In ogni caso, l'egiziano aveva solo una moglie legittima, signora della casa, e questa in certi contratti nuziali si cautelava contro l'entrata in casa di mogli secondarie, che erano quindi ammesse, ma in posizione subordinata. Anche in Babilonia la monogamia è proclamata fino dagl'inizî del III millennio a. C., ma il codice di Hammurabi permette la poligamia sotto certe condizioni, per es. in caso di sterilità della prima moglie. E poiché lo scopo del matrimonio è la procreazione di figli, la legge protegge anche i figli di concubine e schiave. Presso gli Ebrei, certi passi della Bibbia mostrano che la monogamia era l'ideale; ma i re come Salomone avevano molte mogli e harem al pari degli altri re del loro tempo, e casi di Ebrei poligami ricorrono nell'antichità (per quanto raramente dopo l'esilio) e persino nel Medioevo. Dei Persiani (naturalmente dei ricchi) Erodoto (I, 135) dice che avevano molte mogli legittime e ancora più numerose concubine. Anche presso i Germani occidentali solo pochi nobili sposavano parecchie donne (Tac., Germ., 17). I connubî degli dei greci con parecchie dee e donne sono stati interpretati come indizio di poligamia dei Greci primitivi, e poligami rimasero fino a epoca tarda i Traci, originariamente affini ai Greci, e lo erano ancora nel secolo V a. C. i Peoni, tribù greca di civiltà arretrata. Anche la capacità di ereditare dei figli di schiavi e di concubine e il termine ὁμογάλακτες (fratelli di latte) per indicare i nobili, cioè i figli della stessa madre legittima, sono stati intesi come tracce di originaria poligamia. Ma la monogamia si afferma per tempo, e in Omero solo il re barbaro Priamo ha parecchie mogli; Agamennone invece ha una sola moglie legittima, per quanto possa tenere altre donne con sé (Briseide, Cassandra). Un caso sicuro di poligamia di un re spartano è espressamente detto un'eccezione dipendente da ragioni politiche (Herod., V, 40). Gli Ateniesi erano monogami; per quanto, data la ristretta concezione che essi avevano del matrimonio, i rapporti con etere e concubine fossero considerati cosa ammessa e naturale, e perciò già la legge di Dracone proteggeva i rapporti con concubine allo scopo di avere figli. Ma l'assenza di proibizione della poligamia non dimostra che essa fosse permessa e pare che solo temporaneamente, durante gli ultimi anni della guerra del Peloponneso, sia stato concesso per motivi demografici al marito d'una cittadina di avere figli anche da un'altra donna. Matrimonio legale e concubinato non andavano di solito congiunti e i figli nati da concubine anche se legalmente riconosciuti, non avevano il diritto di cittadinanza. I Romani furono, fin dove giungono le nostre cognizioni, monogami e un secondo matrimonio o rendeva giuridicamente nullo il primo o era da considerarsi concubinato. Nel diritto classico il concubinato non era incompatibile col matrimonio. L'editto del pretore considerava titolo d'infamia bina sponsalia binasve nuptias eodem tempore constitutas; ma nel diritto classico, e ancora forse all'epoca di Diocleziano, quando la bigamia fu vietata anche ai sudditi dell'impero, ai quali per il loro costume sarebbe stata lecita, non esisteva la figura della bigamia considerata come reato a sé, ma poteva essere punita come adulterio nelle donne, come stupro nell'uomo. Più tardi fu invece classificata come reato grave punibile anche con la morte.
Bibl.: E. Westermarck, The History of human Marriage, 5ª ed., III, Londra 1925, p. 38 segg.; L. Wahrmund, Das Institut der Ehe im Altertum, Weimar 1933; J. Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, VIII, art. Marriage; A. Erman e H. Ranke, Aegypten, Tubinga 1922, pp. 84, 177; J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., I, Strasburgo 1912, p. 83; J. H. Lepsius, Das attische Recht, II, Lipsia 1908-12, p. 478; E. Hruza, Polygamie und Pellikat nach griechischem Rechte, Erlangen-Lipsia 1894; G. Busolt, Griechische Staatskunde, Monaco 1920-26, pp. 239, 941; L. Mitteis, Reichsrecht und Volksrecht, Lipsia 1891, p. 221; Th. Mommsen, Römisches Strafrecht, Berlino 1899, pp. 121, 701; E. Volterra, Per la storia del reato di bigamia in diritto romano, in Studi in memoria di U. Ratti, Milano 1933.
Biologia. - Si dicono poligame le specie in cui un individuo convive sessualmente con più individui dell'altro sesso, nella maggior parte dei casi trattandosi di un maschio che vive con più femmine.
Non si deve confondere la poligamia con i casi in cui il rapporto dei sessi è molto elevato (più maschi che femmine) o molto basso (più femmine che maschi). In molte specie gl'individui d'un sesso sono più numerosi degl'individui dell'altro sesso, sin dalla nascita (così i maschi predominano in parecchi Lepidotteri e, sembra, negl'Imenotteri sociali, ecc.), ma ogni femmina si accoppia con un solo maschio. D'altra parte in numerose specie poligame il rapporto dei sessi è molto vicino al teorico (1:1) e quindi avviene che i maschi più deboli sono eliminati dai più forti, i quali, a seconda della loro capacità battagliera, si costituiscono branchi di femmine più o meno numerosi. Fra gli Uccelli caratteristicamente poligami sono i Gallinacei (eccettuate le galline di Faraone, che tendono alla monogamia). Anche i Palmipedi sono poligami.
Tra i Mammiferi merita ricordo la lontra marina (Enhydris marina) già numerosa sulle coste del Mare di Bering, molto rara adesso a causa della caccia spietata. Quest'animale vive in branchi numerosi; all'epoca degli amori ogni maschio, lottando, si procura un certo numero di femmine, che riunisce in un gruppo, che sorveglia e mantiene ben separato dagli altri gruppi vicini, sparsi sulla spiaggia.
Nelle cavallette (Dociostaurus maroccanuas ogni femmina si accoppia in genere con più d'un maschio e questi la aiutano anche nella deposizione delle uova. Si può considerare questo come un caso di poligamia femminile.
Nei grandi branchi di cavalli selvaggi, di bisonti, ecc., i maschi adulti e più forti sono anch'essi poligami, ma non possiedono, come i Gallinacei, Palmipedi, ecc., un numero di femmine ben determinato ed esclusivo.
Botanica. - Il fenomeno detto "poligamia" si verifica in quelle piante, chiamate perciò appunto poligame, le quali oltre ai fiori monoclini ne presentano anche di diclini cioè tanto staminiferi quanto pistilliferi, variamente distribuiti su uno stesso, o su diversi individui della medesima specie. A seconda appunto di tale distribuzione si hanno piante poligame "andromonoiche" o "ginomonoiche", quando lo stesso individuo porta, oltre ai fiori monoclini, anche fiori staminiferi nel primo caso e pistilliferi nel secondo. Si hanno invece piante poligame "androdioiche" o "ginodioiche", quando i fiori diclini, staminiferi o pistilliferi, si trovano su altri individui che non quelli portanti i fiori monoclini.
Già Linneo aveva raccolto le svariate piante poligame in una classe, la XXIII e penultima del suo sistema sessuale, col nome appunto di Poligamia, suddivisa poi in diversi ordini a seconda dei casi su esposti. Esempî di piante poligame sono: la comune Parietaria dei muri, il Fico, il Frassino, il Carrubo e tante altre.