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Polimestore

di Antonio Martina - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Polimestore (in D. Polinestòr; Polimestor in qualche codice, per es. nel 10186 della bibl. Nacional di Madrid)

Antonio Martina

Re della Tracia e marito di Ilione, figlia di Priamo.

Secondo la tradizione seguita da Virgilio (diversa da quella di Iliade XX 407-408), attestata già, sebbene non senza varianti, nella tragedia - specialmente nell'Ecuba di Euripide - e nelle fonti alessandrine, Polidoro, figlio minore di Priamo e di Ecuba, fu inviato ancora giovane con un grande tesoro presso P., perché fosse in luogo sicuro. Ma questi, appena vide che le sorti di Troia volgevano al peggio, per impadronirsi dei tesori uccise a tradimento il cognato suo ospite e seppellì il cadavere sulle coste della Tracia. Dopo la distruzione di Troia Ecuba, sbarcata in Tracia con i Greci che la conducevano prigioniera, s'imbatté nel cadavere del figlio, che vendicò accecando P. e uccidendone i due figli. Anche Enea durante la sua fuga da Troia sostò in Tracia, dove fondò una città, Eneade; ma un prodigio l'indusse a lasciare quella terra scellerata: era la voce di Polidoro che, mista a sangue, veniva fuori dai rami di mirto colti dall'eroe troiano e sorti dalla messe di dardi che trafisse e coperse il suo misero corpo.

D. ricorda P. in Pg XX 115 come penultimo degli esempi di avarizia punita che Ugo Capeto spiega al pellegrino esser ripetuti ogni notte dagli spiriti avari del V girone: in infamia tutto 'l monte gira / Polinestòr ch'ancise Polidoro. L'episodio gli era noto da Virgilio Aen. III 19-68 (cfr. If XIII 35 e Aen. III 41; Pg XXII 40-41 e Aen. III 56-57), oltre che da Ovidio Met. XIII 429-572.

L'accento sull'ultima si giustifica con l'uso medievale (cfr. Giovanni da Genova: " Omnis barbara vox, non declinata latine, Accentum super extremam servabit acutum ", e " Bull. " III [1895-96] 106). V. POLIDORO.

Bibl. -E. Moore, Studies in D., I, Oxford 1896, 212; F. D'Ovidio, L'ultimo volume dantesco, Roma 1926, 175 ss.; G. Patroni, L'episodio virgiliano di Polidoro e i dantisti, in " Rendic. R. Ist. Lombardo ", s. 3, II (1938); P. Renucci, D. disciple et juge du monde gréco-latin, Parigi 1954, 116, 187, 254, 375 (anche per ulteriore bibl.).

Vedi anche
Polidoro (gr. Πολύδωρος) Nella mitologia greca, il più giovane dei figli di Priamo. Secondo la versione omerica era figlio della concubina di Priamo Laotoe e fratello di Licaone. Confidando nella sua rapidità nella corsa, volle sfidare Achille, ma fu ucciso da questo e spogliato della corazza d’argento. Secondo ... Ecuba (gr. ῾Εκάβη) Mitica figlia del re frigio Dimante o di Cisseo, re di Tracia (ma vi furono altre versioni sulla sua discendenza), moglie di Priamo e regina di Troia, madre di 19 figli, fra cui i più noti sono: Ettore, Paride, Deifobo, Eleno, Polidoro, Troilo, Polite, Cassandra, Polissena. Della leggenda ... Iliona (o Ilione; gr. ᾿Ιλιόνη) Figlia maggiore di Priamo e di Ecuba, moglie di Polimestore, madre di Deipilo e sorella di Polidoro. Secondo il mito, provocò la morte del proprio figlio per salvare il fratello Polidoro a lei affidato. Eurìpide Eurìpide (gr. Εὐριπίδης, lat. Euripĭdes). - Poeta tragico ateniese (Salamina 480 a. C. - Pella 406), nato secondo la tradizione il giorno stesso della battaglia di Salamina (5 sett.), figlio di Mnesarco, o Mnesarchide, e di Clito, che secondo le tendenziose notizie tramandateci dai comici greci sarebbero ...
Tag
  • UGO CAPETO
  • EURIPIDE
  • VIRGILIO
  • PRIAMO
  • OVIDIO
Altri risultati per Polimestore
  • Polimestore
    Enciclopedia on line
    (gr. Πολυμήστωρ) Nella mitologia greca, re di Tracia, sposo di Iliona, figlia di Priamo; uccise Polidoro che gli era stato affidato.
Vocabolario
auri sacra fames
auri sacra fames ‹àuri ...› (lat. «esecranda fame di oro»). – Noto emistichio virgiliano (Aen. III, 57) nell’episodio del giovinetto Polidoro, figlio di Priamo, ucciso dal tracio Polimestore avido dei suoi tesori; è spesso citato come sentenza...
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