PORTO EMPEDOCLE (A. T., 27-28-29)
EMPEDOCLE Cittadina della provincia di Agrigento, a km. 7,4 dal capoluogo. Il nome spiega in certa guisa l'origine dell'abitato e ne indica il carattere. Ebbe, infatti, principio dal porto o, per meglio dire, dal molo costruito, per i bisogni della città e della regione vicina, nella seconda metà del sec. XVIII e per ordine del re Carlo di Borbone. Allora non vi erano che poche case, i magazzini per il servizio regio e un forte. Ma presto il borgo si estese col nome di Molo di Girgenti e in un secolo circa ebbe 3000 ab., e precisamente 2822 alla fine del 1852, quando fu separato da Girgenti (ora Agrigento), essendo stato elevato a comune autonomo col r. decr. 18 agosto di quell'anno. Ma dopo bastò un decennio perché la popolazione quasi si raddoppiasse (1861: 4946 ab.). Divenuto l'emporio principale per l'esportazione dello zolfo, ebbe raffinerie e grandi magazzini per la conservazione di questo minerale. Le industrie che vi sorsero (fabbriche di pasta, di laterizî, ecc.) contribuirono al rapido allargamento di quel centro abitato; che però, lungi dall'abbellirsi, ha sempre conservato il suo carattere originario. Il porto, che era stato costruito in gran parte con blocchi di colonne e altri ruderi colossali dei templi di Agrigento, e specialmente del tempio di Giove, è profondo da 3,50 a 8 m.: non è molto ampio (ha. 18) ma è il più comodo e il più attivo della Sicilia meridionale; ed è stato dichiarato porto peschereccio per il consorzio della pesca d'alto mare. Nuovi lavori tendono a migliorarlo. Nel 1931 erano 14.424 gli abitanti del comune, il cui territorio (kmq. 23,99) dà principalmente cereali, vino, mandorle e carrube.