PORTO NOVO (A. T., 109-110-111)
NOVO Città dell'Africa Occidentale Francese, capoluogo della colonia del Dahomey, posta sulla laguna costiera dello stesso nome a oriente di quella di Cotonou, con la quale comunica, presso il confine con la Nigeria britannica. Fu già sede di un regno indigeno costituitosi nel sec. XVIII, che estendeva il suo potere su di un'ampia regione adiacente e che ebbe dai naviganti europei che lo frequentavano il nome che ancora conserva. I Francesi, che già vi avevano eretto una fattoria per il traffico degli schiavi, vi proclamarono il loro protettorato nel 1875, confermato poi nel 1883. Superate le difficoltà sorte per il riconoscimento di quel possesso da parte dell'Inghilterra e del Portogallo, la Francia ebbe a sostenere un'aspra guerra con Behanzin, re del Dahomey (v.) che ebbe fine con la di lui sottomissione. Porto Novo è uno scalo commerciale di notevole traffico, perché vi affluiscono i prodotti della ricca regione adiacente, i quali per la via di Cotonou e di Lagos vengono importati in Europa. La città conta 26.600 ab. (1932) di cui circa 300 Europei, per la maggior parte Francesi. L'abitato consta di due parti distinte: il quartiere europeo, dove sorgono gli edifici del governo e dell'amministrazione, i magazzini, le abitazioni dei coloni, gli stabilimenti industriali, ecc., e quello indigeno, che si distingue dai soliti aggruppamenti di capanne per maggiore pulizia e decoro, dovuti alla presenza di un certo numero di antichi schiavi liberati provenienti dal Brasile. Due tronchi ferroviarî la congiungono a Cotonou (30 km.) e a Pobé (76 m.).