PORTOTORRES (lat. Turris Libysonis; A. T., 29 bis)
Cittadina della Sardegna in provincia di Sassari, situata nella parte più interna del Golfo dell'Asinara sulla destra della foce del Riu Mannu. Già emporio cartaginese, poi fiorente colonia e municipio romano, declinò nel sec. V d. C. per gli assalti dei Vandali e degli altri barbari, ma ancora nel sec. VII-VIII resisteva loro con successo, come ha rivelato un'iscrizione trionfale bizantina recentemente scoperta, in cui si ricorda la vittoria riportata dal duca Costantino sui Longobardi. Nei secoli successivi la città, ripetutamente assalita, venne meno; e la popolazione si ritirò nell'interno, dove poi crebbe Sassari. In questa si trasferì anche il vescovo che aveva in Turres la sua sede e nella bella chiesa di S. Gabinio, o Gavino, la sua cattedrale. Il porto non fu mai completamente abbandonato, ma la popolazione vi ritornò solo quando rinacque la sicurezza dagli assalti dei barbareschi: il nuovo borgo compare la prima volta nel censimento del 1821, con 600 ab., saliti a 6576 nel 1931. Il territorio del comune, vasto 101,51 kmq., si presta a variate colture (cereali, legumi, vite). Il comune aveva una popolazione di 7251 abitanti nel 1931 (6263 nel 1921), quasi tutti accentrati nel capoluogo e nelle frazioni di Stintino e dell'Isola Asinara.
Monumenti. - La basilica di S. Gavino - la più ampia tra le costruzioni romaniche sarde - è stata eretta nel sec. XI. Senza facciata, ha due absidi contrapposte ed è decorata, all'esterno, da una fila di archetti pensili sorretti da mensole. L'interno, austero e solenne, è diviso da colonne in tre navate: quella centrale ha scoperta la travatura lignea in cavalletti sorreggenti la copertura di piombo del tetto; le navate laterali sono invece coperte da vòlte divise da archi. Due sarcofaghi romani si conservano nella cripta e una figura muliebre antica è adibita ad acquasantiera. Oltre alla porta della costruzione originaria altre tre porte furono aperte dagli Aragonesi nel secolo XIV: due piccole, di cui una murata, e la terza, bellissima, assai grande, composta di un'apertura rettangolare divisa in due da un pilastro affiancato di colonnine, e sormontata da un arco.
Nelle vicinanze della città è un ponte romano, a sette archi, gettato sul Rio Turrano.