POSITANO
Centro sulla costiera amalfitana in provincia di Salerno: il nome è molto probabilmente da ricollegarsi ad un praedium posidetanum di Posides Claudi Caesaris libertus che sarebbe stato il proprietario di una ricca villa qui rinvenuta e solo parzialmente esplorata.
La villa ricoperta dalla eruzione del Vesuvio dell'anno 79 per l'altezza di un metro, fu quindi, con un fenomeno simile a quello verificatosi nella vicina villa di Minori, ricoperta da una colata di fango formata dalle ceneri depositate sui monti retrostanti, trascinate verso il basso da una pioggia alluvionale. Rassodatasi la colata fangosa, la villa è oggi immorsata in un compatto banco tufaceo di 8 m di altezza, poggiante sullo strato di un metro di lapillo. Le condizioni di seppellimento non hanno reso possibile l'esplorazione della villa se non attraverso pericolosi cunicoli nello strato lapilloso, esplorazione per la maggior parte condotta nella metà del '700 con quella tecnica di ricerca già largamente sperimentata ad Ercolano dagli scavatori borbonici.
La villa sembra, a differenza di quella di Minori (v.), ispirarsi al tipo delle ville vesuviane; un peristilio a colonne di laterizio stuccate in rosso si apriva sulla immediata spiaggia; a monte, alle spalle del peristilio, si sviluppava un criptoportico lungo, nell'unico lato completamente esplorato, circa trentadue metri. Da questa villa provengono i marmi che ornano il pavimento del presbiterio della chiesa parrocchiale di P. e forse anche alcune colonne della chiesa di S. Teresa in Napoli.
Bibl.: M. Ruggiero, Degli scavi di antichità delle province di terraferma, Napoli 1887, pp. 453-454; M. Della Corte, Posides Claudi Caesaris libertus-Positano da Posidetanum?, in Riv. Indo-Greco-Italica, XX, 1936, pp. 70-71; id., in Rivista Storica Salernitana, I, 1937, pp. 9-24; P. Mingazzini, in Not. Scavi, 1931, pp. 357-359; A. Maiuri, in Rend. Acc. Arch., Napoli, XXIX, 1954.