posta
Ricorre soltanto nelle Rime e nella Commedia, e si registra per lo più in rima.
Nel significato venatorio di " luogo dove i cacciatori stanno appostati ", è usato in If XIII 113 noi fummo d'un romor sorpresi, / similemente a colui che venire / sente 'l porco e la caccia a la sua posta.
Più largamente, a denotare il luogo assegnato a qualcuno, conveniente a svolgere un ufficio: i demoni di qua, di là discesero a la posta (If XXII 148). Con analogo significato: O anime crudeli / tanto che data v'è l'ultima posta (XXXIII 111), il " luogo " più basso dell'Inferno, la Giudecca; da la mia riva ebbi tal posta, / che solo il fiume mi facea distante (Pg XXIX 70), " posto, situazione " (Lombardi).
In Pg VIII 108 fuggi 'l serpente, e li angeli dier volta, / suso a le poste rivolando iguali, i più intendono, con Benvenuto, " ad utramque spondam montis ubi primo stabant ad custodiam ". Il Torraca, invece, propone " alle loro dimore, al cielo ", e questa interpretazione è accolta dal Casini e dal Chimenz, il quale ultimo la difende adducendo un parallelismo fra suso e de l'alto (v. 25), che indicherebbe, appunto, il Paradiso, donde gli angeli venivano; ma, come rileva il Mattalia, e già altri prima, " il diavolo... non è avversario da ritirarsi alla prima sconfitta, e perciò gli Angeli restano ".
Figurato, nella locuzione ‛ a p. ': / f XXIX 19 Dentro a quella cava / dov'io terrea or li occhi sì a posta, " sì appostati, sì affissi " (Lombardi). Ancora figurato in If XXXIV 71 el prese di tempo e loco poste, " appostò, colse il momento opportuno e il luogo più confacente al suo scopo " (Sapegno).
Col valore di " orma ", " traccia ", in If XXIII 148 dietro a le poste de le care piante, " vestigia " (Benvenuto), " pedate " (Buti); il Porena chiosa invece: " posta è qui l'azione del porre; e le poste delle piante è come dire ‛ i passi ' ".
Metaforicamente, per " luogo assegnato " in senso spirituale, e quindi " volere ", " desiderio ", ancora in forma di locuzione: Rime CVI 51 gir ne convene a colui posta, " ad arbitrio di colui " (Contini); If XVI 81 felice te se sì parli a tua posta!, " a tuo talento ", quando ti paia e piaccia. Anche in If X 73 quell'altro magnanimo, a cui posta / restato m'era, non mutò aspetto, l'espressione vale " a cui richiesta " (Boccaccio), ovvero " per il cui volere, o desiderio " (Torraca).