PRAGA
(ceco Praha; ted. Prag)
Capitale della Rep. Ceca, situata nella parte centrale della Boemia (v.), nella regione montuosa dell'altopiano praghese, estesa su entrambe le sponde della Moldava.
Nei secc. 2°-7° il territorio praghese rappresentò un importante snodo del commercio sulle lunghe distanze e vi si concentrò un'industria del ferro, attiva anche nella produzione dei relativi manufatti. Nel sec. 5°, durante l'età delle Migrazioni, nelle aree d'insediamento di Bubeneč, Veleslavín, Hradčany e Libeň si stanziarono popolazioni slave, documentate soprattutto attraverso i copiosi ritrovamenti di ceramica paleoslava del tipo c.d. praghese. Nel sec. 7°-8° sorsero nella regione impianti fortificati di gruppi slavi (Burgwälle) della stirpe dei Češi, come parti integranti di un sistema difensivo dell'intero bacino praghese che proteggeva anche il guado della Moldava, di fondamentale importanza per i traffici a lungo raggio. A partire dal sec. 8°, l'insediamento a carattere abitativo si concentrò nella zona detta Malá Strana (città minore) e del Hradčany.La formazione e lo sviluppo della città di P. si correlarono strettamente con la formazione e lo sviluppo del castello, eretto sullo sperone roccioso presso la sponda sinistra della Moldava, priva di precedenti forme insediative. Le origini del castello, fra il terzo e l'ultimo quarto del sec. 9°, sono associate alla figura del principe Bořivoj (m. nell'894), che vi trasferì da Levý Hradec la propria residenza e vi fece erigere una chiesa intitolata alla Vergine; le dimensioni acquisite dal castello alla fine del sec. 9° coincidono grosso modo con le attuali. Sull'altura è stato scoperto un sepolcreto con centocinquantaquattro tombe, databile al sec. 9° sulla base di un tipo di corredo proprio della Grande Moravia. Il castello venne fortificato con un muro a secco di scisto micaceo, dotato anteriormente di un terrapieno di riporto, rinforzato da un sistema di assi ancorate. L'accesso principale era rappresentato dalla porta meridionale, da cui si dipartiva una strada, ben riconoscibile nel suo tracciato, in direzione della porta occidentale; un altro stretto accesso si apriva sul lato orientale.Al di sotto dell'ala occidentale del castello è venuta alla luce una piccola chiesa a breve navata unica e abside quadrangolare, che, ben presto abbandonata, fu rinnovata dal successore di Bořivoj, il principe Spytihnĕv (m. nel 915), con abside di forma semicircolare e pareti accuratamente rivestite di conci di scisto micaceo sbozzati e disposti a filari. A partire dal sec. 10° fino all'epoca di Bretislao I (1035-1055), la residenza dei principi viene individuata a N della più tarda residenza romanica, nel luogo dove furono scoperti resti di costruzioni lignee per uso abitativo e commerciale. Nella parte orientale del castello il principe Vratislao I (915-921) fondò la chiesa di S. Giorgio, edificio riconducibile all'ambito dell'architettura carolingia.Nel terzo decennio del sec. 10° si concluse la costruzione della chiesa di S. Vito, fondata dal principe Venceslao, poi santificato. Questa prima fabbrica della cattedrale si configurava a pianta centrale con quattro absidi a ferro di cavallo.L'importanza di P. crebbe considerevolmente nel 973, con l'istituzione della diocesi e l'elevazione a sede vescovile della chiesa di S. Vito. All'incirca nello stesso periodo, presso la chiesa di S. Giorgio, venne eretta un'abbazia femminile benedettina, di cui divenne badessa la sorella di Boleslao II, Mlada. Per le nuove necessità del complesso monastico l'antica chiesa non poteva più essere sufficiente, pertanto si cominciò a costruirne una più grande. Questa, le cui parti sostanziali si sono conservate fino a oggi, si ricollegava a O alla piccola chiesa di Vratislao I. Si trattava di una corta basilica a tre navate, la cui cripta occidentale, di cui rimangono, presso il lato meridionale della navata, due archi a tutto sesto della volta a crociera, si congiungeva alla piccola chiesa di Vratislao I. Per la costruzione dell'edificio vennero utilizzati bassi conci sbozzati di scisto argilloso, di media grandezza; per le colonne, invece, pietra arenaria rossa.A metà del sec. 10°, all'interno del castello sorse una zecca di denari d'argento. Dopo l'istituzione della diocesi, la fortezza si avviò a diventare il centro dell'organizzazione ecclesiastica della regione e con la fondazione del monastero benedettino divenne la più antica sede monastica dello stato boemo. Alla fine del sec. 10°, oltre alla residenza dei principi e alla sede vescovile, vi si trovava anche il Capitolo del duomo.Con Bretislao I si provvide alla ristrutturazione e fortificazione del sistema difensivo; venne pertanto eretto un muro di protezione in conci di pietra sbozzati. Sotto Spytihnĕv II (1055-1061), Vratislao II (1061-1092) e Bretislao II (1092-1100), fra il 1060 e il 1096 fu costruita una nuova chiesa di S. Vito nell'area centrale del castello, mentre la chiesa di S. Giorgio fu trasformata in una basilica a tre navate. Nel 1135 il principe Sobeslao I (1120-1140) diede avvio all'edificazione di una cinta fortificata in pietra intorno al castello e alle strutture in pietra del palazzo dei principi.Un altro nucleo fortificato nella zona era rappresentato dal Vyšehrad, a monte della confluenza del corso del fiume Botič nella Moldava, posto su un inaccessibile sperone roccioso presso la via d'accesso da S al bacino praghese. Lo sperone del Vyšehrad, secondo quanto attestano i ritrovamenti ceramici, non fu abitato anteriormente alla prima metà del 10° secolo. Il più antico edificio a carattere religioso fu una chiesa cruciforme, databile fra il 980 e il Mille, le cui fondazioni vennero coperte da muri più tardi, pertinenti alla nuova costruzione romanica della chiesa di S. Lorenzo. Nella zona più alta del Vyšehrad si ergeva, già in quest'epoca, un palazzo dei principi, con una cappella intitolata a s. Giovanni Evangelista. Durante il regno di Boleslao II (m. nel 999) vi cominciò a essere attiva una zecca, in cui furono coniati i denari di Boleslao II, Boleslao III e Iaromiro. A causa di dissidi familiari insorti fra Vratislao II e suo fratello, il vescovo Gebardo, il principe si trasferì sul Vyšehrad. Già intorno al 1070 il vescovo Giovanni vi fondò una nuova chiesa dedicata a s. Pietro, per la quale venne istituito un Capitolo posto direttamente sotto l'autorità di Roma: in questo luogo, nel 1085, il principe Vratislao II si fece solennemente incoronare primo re di Boemia con il nome di Vratislao I.Sul Vyšehrad fu eretto l'edificio romanico di S. Lorenzo, a tre navate; intorno al Mille, Vratislao vi fece costruire come chiesa parrocchiale per il personale di stanza nel castello e per la popolazione del circondario la rotonda di S. Martino. Vi sorgevano anche una cappella dedicata a Maria Maddalena, alla santa Croce e a s. Pietro e la piccola chiesa della Decapitazione del Battista.Alle pendici di entrambi i nuclei residenziali dei principi di P. si svilupparono nuovi borghi. Gli scavi più recenti hanno dimostrato che quello ai piedi del castello di P. è più antico di quanto non si fosse finora ritenuto. Esso si sviluppò sull'area dell'od. Malá Strana. Con il nome di suburbium esso viene ricordato in fonti scritte relative all'anno 1257, in concomitanza proprio con la trasformazione della struttura insediativa e sociale originaria nella Malá Strana di P., che si verificò sotto Ottocaro Přemysl II (1253-1278). In quest'area - piazza dei Maltesi, Josefská e parco Vojan - sono stati scoperti oggetti d'uso risalenti al 10° secolo. Anche altri siti a S del borgo, sulla sponda della Moldava, documentano forme di stanziamento nel corso del 10°-11° secolo. Nel suburbio di Vyšehrad sono venuti alla luce, oltre ai sepolcreti, oggetti d'uso e utensili per la lavorazione del ferro e forni per la forgiatura risalenti all'11° e 12° secolo.Ritornato nel castello di P., Sobeslao I si preoccupò in primo luogo della ristrutturazione della cinta difensiva e del palazzo. La nuova fortificazione seguiva il tracciato di quella dell'epoca di Bretislao I. L'intera area del castello fu chiusa da poderose trincee in pietra, che raggiungevano una larghezza di m 2-2,5 e un'altezza di m 14. Sul lato nordorientale della cinta si erge ancora l'enorme torre Bianca e lungo il versante E si eleva la massiccia torre Nera, prismatica, il cui passaggio venne dotato in epoca preromanica di volta a botte. Il tratto meridionale del circuito murario è rafforzato da torri piene, in aggetto, in massima parte di forma semicircolare, tranne che in prossimità del palazzo, dove si presentano pentagonali; nella parte orientale dell'area del castello si trova una torre prismatica romanica.Contemporaneamente alla ristrutturazione delle difese venne accresciuto, all'interno, anche il palazzo reale, con una disposizione ad ala unica; l'esteso piano terreno, dotato di numerose strette finestre, mostra un unico ambiente coperto da una volta a botte a tutto sesto cinghiata. Nel settore orientale del lato nord del palazzo venne successivamente aggiunta una torre semicircolare. Nella parte orientale dell'impianto palaziale sono state individuate le murature di un ambiente rettangolare dotato di camino nell'angolo nordorientale della Kemenate principesca. Lungo l'angolo nordorientale di quest'ultima correva un passaggio. Nello stretto spazio posto fra la parete orientale della Kemenate e la più antica struttura a E si trovava la scala di passaggio alla tribuna della cappella palatina, intitolata a Ognissanti. Consacrata nel 1185, questa aveva un'abside semicircolare e una navata rettangolare di due campate con coperture a crociera, suddivise da un arcone trasversale mediano.Intorno alla metà del sec. 12° anche il vescovo di P. provvide alla costruzione di una nuova residenza. La struttura, a due piani, è in gran parte inclusa nell'area meridionale dell'antica prepositura, presso la torre sudoccidentale della cattedrale. All'inizio del sec. 12°, a metà del lato settentrionale della navata laterale di S. Vito, venne aggiunta la cappella di S. Tommaso, eretta sopra la tomba del principe Bretislao II.La badessa Berta, come seconda fondatrice, cominciò nel 1142 il rinnovamento della basilica di S. Giorgio, che ricevette sostanzialmente la veste attuale; vi si aggiunse il matroneo principale e al di sotto del santuario fu realizzata una cripta a tre navate; venne poi costruita una seconda torre. Al principio del sec. 13° alla torre meridionale fu aggiunta una cappella tardoromanica intitolata a s. Ludmilla.Negli anni 1166-1169 venne costruito il primo ponte in pietra, fondato da re Ladislao II e terminato dalla sua consorte e in onore di questa chiamato ponte di Giuditta; si trattava di una costruzione realizzata da maestranze d'origine italiana, della quale sono stati individuati nel letto del fiume dodici piloni; costruito in pietra arenaria rossa, il ponte era concluso sulla riva destra da una torre quadrangolare con un'ampia porta e sulla riva sinistra da una porta inquadrata da due torri. Dopo che questo ponte fu distrutto da un crollo, il 9 luglio 1357, ne venne inaugurato uno nuovo in pietra, il ponte di Carlo, originariamente chiamato ponte di Praga. Intorno al 1373, dalla parte della Staré Mĕsto (città vecchia), Peter Parler portò a compimento una torre d'accesso al ponte, lungo m 520 e ampio m 10, con sedici possenti arcate a tutto sesto e una cortina in conci squadrati di pietra arenaria. La testa di ponte sulla Malá Strana era segnata da due torri.Nel corso del sec. 12° un complesso di insediamenti abitati e centri mercantili sorti fra le due cittadelle diede gradualmente origine a una metropoli protofeudale, abitata prevalentemente da artigiani e mercanti.Di maggiore rilievo era, sulla riva sinistra della Moldava, il sobborgo, sorto ai piedi della porta meridionale del castello di P., dotato di quattro chiese: oltre alla rotonda di S. Venceslao, le chiese di S. Martino e di S. Andrea e una piccola chiesa dedicata a s. Michele.Presso il guado, a partire dalla chiesa di S. Valentino si estendeva il quartiere dei pescatori con la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo Na Ostrove. Ancora più a E si trovava S. Michele e origine romanica ebbe anche S. Procopio. Nell'insediamento abitato di Nebovidy sorgeva una chiesa dedicata a s. Lorenzo, ma sicuramente fondazione romanica ebbe anche la chiesetta intitolata a s. Maria Maddalena. L'accesso al ponte sulla Moldava diede impulso alla fondazione della chiesa della Vergine e dell'ospedale dei Giovanniti negli anni 1158-1169. A N, alla terminazione del ponte, venne addossato, alla fine del sec. 12°, il palazzo vescovile. A Újezd, a S di Nebovidy, si elevavano le chiese di S. Giovanni Battista e di S. Giovanni Evangelista e nella parte settentrionale quella dei Ss. Filippo e Giacomo. Lungo la via che, provenendo dalla valle della Moldava, attraversava l'altura del Petřín, sulla cui sommità si erge isolata la chiesa di S. Lorenzo, si trovava il nucleo abitato di Obora, con la chiesa del Battista.Un antichissimo centro abitato, ma a carattere meno intensivo, era anche sul territorio del più tardo quartiere di Hradčany; qui si innalzavano la chiesa di S. Adalberto e la parrocchiale di S. Benedetto. Nel 1142, alla periferia occidentale del borgo, venne eretto il monastero premostratense di Strahov.Sulla riva destra della Moldava un elemento di singolarità è rappresentato, dal punto vista urbanistico, da un'ampia fascia che collega la Malostranské námĕstí (piazza grande) e la Malé námĕstí (piazza piccola) della Staré Mĕsto. La forma triangolare della Malé námĕstí fu direttamente originata dall'antica biforcazione del tracciato viario; qui si ergeva la chiesa di S. Leonardo; presso la strada principale per Vyšehrad si elevava invece, in prossimità dell'attraversamento fluviale, la chiesa di S. Valentino; un'altra chiesetta intitolata a s. Martino Minore si trovava presso l'angolo nordorientale dell'od. Clementinum. Ancora in direzione S la via conduceva davanti all'importante chiesa di S. Maria Na Louži. Origini romaniche aveva anche S. Egidio; nelle immediate vicinanze della cappella di Betlemme era la chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo. Davanti alla fronte orientale del complesso del Týn s'innalza la monumentale chiesa gotica di S. Giacomo, probabilmente sul sito di un edificio più antico: qui nel 1232 si stabilirono i Minoriti.Proprio ai bordi della Staré Mĕsto si trovava la chiesa romanica di S. Benedetto, presso la quale si stanziarono i Cavalieri Teutonici. Dell'importanza assunta, nell'epoca protofeudale, dal territorio su cui si estende oggi il Clementinum, è diretta testimonianza la chiesa di S. Clemente, ricordata dalle fonti documentarie a partire dalla prima metà del 13° secolo. In una fascia di terreno relativamente ampia lungo la Moldava, in direzione S, non sono stati finora riportati alla luce edifici a carattere abitativo dell'epoca romanica, ma a una densità di stanziamento rinvia, per il periodo, una serie di chiese: la costruzione a pianta centrale di S. Giovanni Na Zábradlí, la rotonda di S. Lorenzo, che venne riportata alla luce all'interno della chiesa domenicana femminile di S. Anna, la chiesa di S. Andrea, consacrata nel 1165, e la rotonda della Santa Croce. A queste vanno aggiunte la chiesa scomparsa di S. Stefano al Muro e quella di S. Martino al Muro, che invece conserva ancora l'originario nucleo romanico.Con il Gotico mutò profondamente anche il volto di Praga. Nell'ambito dell'antico borgo mercantile la trasformazione portò alla creazione di una nuova entità urbana, sia dal punto di vista amministrativo sia da quello economico, che venne circondata da mura difensive. Negli anni 1232-1234 fu fondata la prima colonia dell'antica civitas Pragensis, la Havelské Mĕsto. Il re Venceslao I (1228-1253), poco dopo la sua ascesa al trono, fece fortificare la città; i lavori vennero realizzati negli anni 1230-1253.La cinta fortificata della Staré Mĕsto, ultimata prima del 1310, era alta m 10-12, merlata e lungo il suo perimetro si innalzavano, a una distanza di m 60 ca. l'una dall'altra, imponenti torri prismatiche che raggiungevano un'altezza di m 30.Nel 1257 Ottocaro Přemysl II fondò il nuovo centro sulla riva sinistra della Moldava, successivamente chiamato Malá Strana di P., subito dotato anche questo di proprie mura.Nelle immediate vicinanze della Staré Mĕsto, Carlo IV (1346-1378) fondò la Nové Mĕsto (città nuova) di Praga. Le nuove possenti mura di cui fu circondata, dotate di un coronamento a merli ed estese per una lunghezza di km 3 ca., vennero costruite, nel giro di due anni, entro il 1350. All'interno della cinta fu compresa tutta la zona edificata della riva destra del fiume; contemporaneamente venne inserito nel sistema fortificato urbano anche il Vyšehrad.La più antica chiesa gotica che si sia conservata fino a oggi è quella a due navate di S. Francesco, nel complesso conventuale di S. Anna. Monumento del primo Gotico era la piccola parrocchiale di S. Lazzaro nella Nové Mĕsto; gotiche erano anche la chiesa domenicana di S. Clemente, quella abbaziale della Santa Croce nella Staré Mĕsto e quella dei Crociferi della Stella Rossa. Fra le chiese cittadine figuravano ancora S. Gallo, S. Maria di Týn e S. Nicola nella Staré Mĕsto e S. Nicola nella Malá Strana.Ai più significativi monumenti architettonici di P. appartiene la sinagoga Staranová o Vecchia-Nuova, risalente al 1280 ca., il cui portale conserva un timpano scolpito. L'aula, a due navate divise in sei campate da due pilastri centrali, presenta una copertura a volta costolonata pentapartita.Dopo il 1300 sorsero chiese a tre navate di considerevole mole, fra le quali quella agostiniana di S. Tommaso nella Malá Strana e la chiesa minorita di S. Giacomo. Oltre a questi vennero peraltro costruiti anche edifici a navata unica, come la chiesa domenicana di S. Anna; con la costruzione di S. Gallo, nella Staré Mĕsto, a tre navate, venne in voga anche la tipologia con struttura centrale priva di matronei.Un edificio singolare è rappresentato dalla chiesa dell'Assunta e di Carlo Magno sulla corte Carlo, ma inusuale è l'impianto della chiesa dei Serviti, S. Maria Na Trávníčku, così come quello a tre navate di S. Ambrogio, della chiesa benedettina della Vergine e dei Ss. Cirillo e Metodio Na Slovanech. Con la creazione della Nové Mĕsto si affermò una serie cospicua di dominanti gotiche, con edifici perlopiù eretti sulle alture o in luoghi preminenti e in vista, come nel caso, per es., della chiesa dell'Assunta e di Carlo Magno, o di quelle di S. Apollinare, S. Caterina e S. Stefano. Le parrocchiali o chiese civiche vennero ingrandite, di regola mediante l'aggiunta di una navata, come nei casi di S. Adalberto, S. Pietro Na Pořičí, S. Martino al muro, S. Castulo, e ancora in S. Venceslao Na Zderaze, S. Clemente Na Pořičí, S. Michele nella Nové Mĕsto. Una nuova costruzione fu quella della chiesa di S. Maria Na Louži. A testimonianza delle ambiziose aspirazioni del costruttore sorse la nuova chiesa carmelitana di S. Maria delle Nevi, le cui imponenti dimensioni dovevano superare quelle di ogni altro edificio; essa rimase però incompiuta. Analogo destino ebbe anche la nuova chiesa del convento giovannita, S. Maria sub Catena. Agli anni fra il 1382 e il 1393 risaliva l'imponente edificio a pianta ottagonale con annesse cappelle, chiamato cappella del Corpus Domini, sulla piazza Carlo.Nella Staré Mĕsto, nel quartiere dei poveri, venne eretta nel 1391 la cappella di Betlemme, in cui si doveva predicare in lingua ceca e che raggiunse la fase di massima fioritura all'epoca del padre riformatore Jan Hus (m. nel 1415). Si trattava di un semplice edificio privo di articolazioni, di forma leggermente trapezoidale, le cui spoglie pareti perimetrali, senza membrature di sostegno, erano interrotte dalle sole finestre; il soffitto a travatura era sostenuto da due pilastri.Al centro di P. si erge il Carolinum, la più antica sede universitaria dell'Europa centrale, fondata nel 1348 ma giunta solo nel 1383 all'acquisizione, per lo studium, di una grande casa patrizia, quella del direttore della zecca Johann Rotlev, donata da Venceslao IV (1378-1419); la casa, con un edificio di servizio annesso, era sorta già intorno alla metà del sec. 13°; la ristrutturazione prese avvio non solo con il rifacimento della casa di Rotlev, ma anche con la costruzione di un fabbricato a due piani nell'angolo sud-est e di una casa borghese posta fra questi; essenziale fu la realizzazione di un'ampia sala per le solenni assemblee, ma anche quella di una cappella universitaria. L'intero complesso medievale del Carolinum venne completato al principio del 15° secolo.Una posizione di primo piano nella vita della città ebbero anche i monasteri. Ai più antichi appartiene quello delle Benedettine, fondato nel 973 presso la chiesa di S. Giorgio nel castello di Praga. Il primo monastero maschile, dell'Ordine benedettino, venne istituito dal secondo vescovo di P., Adalberto, nel 993 nei pressi del sobborgo di Břevnov.Nel 1140, a Strahov venne fondato un monastero premostratense con relativa chiesa dedicata alla Vergine. Il complesso degli edifici monastici si addossava a S alla chiesa, con l'ala orientale collegata all'abside meridionale. In quest'ala sono stati individuati, oltre alla sagrestia, i resti di una sala capitolare con copertura a volte su quattro colonne e del soprastante dormitorio. I vari edifici erano posti in comunicazione da un chiostro, le cui dimensioni (lunghezza di un braccio m 40 ca.) danno indicazione della grandezza del complesso monastico.Nel 1169 il cancelliere Gervasius fondò presso l'estremità del ponte di Giuditta il monastero giovannita di S. Maria sub Catena. Già nel 1226 presso la chiesa di S. Clemente risultano insediati i Domenicani, i quali nel 1232 si trasferirono più al centro. Nel 1238 anche i Cavalieri Teutonici si spostarono dalla chiesa di S. Pietro. Gli Ordini che giunsero a P. dopo il 1230 si insediarono già all'interno della Nové Mĕsto: le Clarisse, presso le progettate mura di cinta della città, in prossimità della Moldava, fondarono un convento con l'aiuto della přemyslide Agnese, poi ampliato intorno alla metà del secolo per accogliere una comunità monastica maschile; i Francescani, giunti a P. nel 1232, posero la propria sede presso la chiesa di S. Giacomo, non lontano dalle mura; lungo il tratto settentrionale di queste s'insediarono a partire dal 1256 i Cistercensi, con la chiesa della Santa Croce; presso il ponte di Giuditta risiedettero dal 1252 i Crociferi della Stella Rossa; ai Templari appartenne la chiesa di S. Anna, all'epoca intitolata ancora a s. Lorenzo.Nella Malá Strana si trovava il convento agostiniano di S. Tommaso e davanti alle mura si ergevano due complessi conventuali di suore agostiniane, uno con la chiesa di S. Maria Maddalena di Nebovidy, l'altro con la chiesa di S. Anna di Újezd.La più antica architettura protogotica è testimoniata dal convento delle Clarisse, governato dalla badessa Agnese, personaggio in stretto contatto epistolare con s. Chiara d'Assisi; si tratta di un complesso di edifici di notevole valore architettonico e storico, la cui costruzione dal 1233 si protrasse fino agli anni ottanta del 13° secolo. Il nucleo del convento era costituito da una lunga ala orientale con annessa una chiesa a due navate, portata a compimento nel 1240, quando il complesso venne ampliato per accogliere la comunità maschile. La fondazione di un convento minorita comportò l'edificazione di una nuova chiesa per le monache, che fu dedicata al Salvatore. A confronto con le massicce architetture delle parti conventuali più antiche, questo edificio presenta un carattere assai più sfarzoso, con un interno illuminato da ampie finestre; nella disposizione planimetrica e spaziale esso rispecchia la fase classica del Gotico dell'Ile-de-France. Dopo la metà del sec. 13° vennero costruiti il chiostro e un'ampia cucina voltata e il convento fu protetto da un alto muro di recinzione. Negli anni ottanta la costruzione del complesso conventuale venne completata con l'erezione di un mausoleo della dinastia přemyslide e il sepolcro della fondatrice Agnese.Presso l'antica chiesa parrocchiale dei Ss. Cosma e Damiano, Carlo IV fece erigere nel 1347 un nuovo convento dedicato alla Vergine. L'edificio, chiamato Na Slovanech (degli Slavi), fu terminato nel 1372. La chiesa, a tre navate, venne utilizzata dai predicatori come ambiente adatto per le assemblee religiose. Sul lato meridionale, per tutta la lunghezza della chiesa, si sviluppa il convento, con un chiostro di ventidue campate coperte a crociera.Sotto il patronato della badessa Agnese sorse a P. anche una confraternita ospedaliera; posta dapprima sotto la guida dell'Ordine francescano, dal 1237 passò all'Ordine agostiniano. Situato nei pressi del convento di Agnese, l'ospedale venne trasferito dalla chiesa di S. Castulo presso la chiesa di S. Pietro Na Pořičí. L'ospedale dei Cavalieri di s. Giovanni sorse negli anni sessanta del sec. 12° nell'area antistante il castello di Praga.
Lo stile romanico si affermò nel territorio praghese nel corso del sec. 11° e fino alla metà del 13° esso dominò la produzione artistica locale e, più in generale, le diverse espressioni della vita culturale della città, lasciando significativi monumenti architettonici e opere d'arte nell'ambito della scultura, della pittura e delle arti minori.Artisticamente di alto livello e, dal punto di vista tecnico, di squisita fattura è un capitello scolpito con teste di uccello intrecciate, rinvenuto nella torre della basilica di S. Giorgio (Praga, Národní Gal.). Capolavoro dell'arte di corte è un rilievo nella nicchia del prospetto turrito orientale del ponte di Giuditta sulla Malá Strana. Questo rappresenta una figura in trono, in atteggiamento regale, davanti alla quale è inginocchiato un giovane che prende od offre qualcosa. Resta a tutt'oggi difficile una sua interpretazione, ma il rilievo si mostra come una delle più significative opere europee della plastica romanica e quale singolare sintesi di influssi francesi e italiani (Praga, Muz. hlavního mèsta Prahy).Allo stesso ambito appartiene anche il più antico sigillo a una sola faccia con la rappresentazione di S. Venceslao in trono (Praga, Národní Muz.). Ladislao ne introdusse uno a due facce, con l'effigie del re in trono sul rovescio e un'immagine sacra sul dritto (Praga, Národní Muz.).Nella chiesa capitolare di S. Pietro è conservato un sarcofago in pietra protoromanico con fregio ad archetti. Nella basilica di S. Giorgio è invece un rilievo in scisto micaceo che raffigura la Madonna, incoronata da due angeli, ai cui piedi sono inginocchiate le fondatrici del monastero, Mlada e Berta, e ai lati re Ottocaro Přemysl I e la badessa Agnese (Praga, Národní Gal.). Nel prospetto verso la riva del ponte di Giuditta, purtroppo in pessimo stato di conservazione, è murata una scultura, il c.d. Bradáč o Barbuto.Del sepolcro regio nella chiesa del Salvatore si conservano due grandi capitelli, posti l'uno di fronte all'altro nell'arco trionfale, con cinque teste di re coronate da una parte e un uguale numero di teste di regine dall'altra. Si tratta di una sorta di galleria ideale dei cinque re e relative regine che avevano regnato fino ad allora, numero che trova corrispondenza con l'intitolazione di quintus rex Boemorum presente nei documenti přemyslidi o nelle legende dei sigilli regi emessi negli anni settanta del 13° secolo.Nel terzo quarto del sec. 13° la produzione plastica praghese segnò il tramonto dello stile romanico, come documenta il timpano con la Risurrezione di Lazzaro (Praga, Národní muz.), proveniente dalla chiesa di S. Lazzaro nella Nové Mĕsto. Si affermò principalmente una nuova plastica a carattere decorativo, che si collega alla corrente detta a Rankenornamentik (òrnamentazione a racemi') mediata dalle botteghe attive nel cantiere della Elisabethkirche di Magdeburgo. Fra le più belle opere praghesi sono i due timpani, i capitelli e le mensole della sinagoga Staranová. Negli anni ottanta fiorì anche la produzione di statue lignee di Madonne in trono.La lastra tombale della badessa Cunegonda nella cappella di S. Anna del monastero di S. Giorgio costituisce uno degli esiti più significativi di una serie di lastre incise con la figura stante del defunto collocata sotto un'arcata architettonica.Il vescovo di P. Giovanni IV da Dražice fece realizzare nella cappella di S. Silvestro della basilica di S. Vito la propria lastra tombale con due raffigurazioni del defunto: una superiore in bronzo e una in pietra al di sotto. Sempre per la chiesa di S. Vito egli fece anche approntare uno sfarzoso monumento funebre, riccamente decorato con rilievi figurati.Il palazzo civico, del tipo a torre, si ergeva sulla piazza della Staré Mĕsto e presentava una decorazione incentrata su un programma iconografico celebrante il concetto di regalità e i suoi rappresentanti. Le statue erano poste entro nicchie fra le finestre, quattro per ciascuno dei due piani. Anche il timpano del portale presentava una decorazione scolpita: il programma si dispiegava su tre livelli gerarchicamente sovrapposti l'uno all'altro. Sul timpano si trovava il rilievo di un cavaliere in armi su un cavallo lanciato al galoppo, nel primo livello erano statue di re e regine in trono, accompagnate da figure di principi o di guardie, al livello superiore si ergevano al primo posto le statue di Cristo, della Vergine e di due santi boemi.Che nel secondo quarto del sec. 14° l'arte a carattere monumentale giocasse a P. un ruolo fondamentale è fatto ampiamente testimoniato da un grande timpano proveniente dalla chiesa di S. Maria delle Nevi, dalla mensa d'altare con la Madonna in trono, un santo e un donatore, della cappella di S. Venceslao nella cattedrale di S. Vito e, ancora, dalle lastre laterali del monumento funebre di s. Ludmilla con figure a rilievo di santi affiancati, posti sotto una piatta architettura a baldacchino, o dagli architravi con una testa di leone e con un 'uomo selvatico', al piano terreno dell'ala occidentale del Carolinum.Dopo il 1350 giunse a P. anche la produzione del Maestro della Madonna di Michle (Praga, Národní Gal.), alla cui attività si collega un crocifisso policromo in cui si realizza una singolare sintesi della spaziosità italiana e della regolarità francese (Praga, Národní Gal.). Di un'arte vivace e in via di trasformazione, di una ricerca di nuove strade si dimostra espressione la statua lignea di S. Anna (Praga, Národní Muz.).Per la scultura gotica praghese una nuova fase fu segnata dalla costruzione della cattedrale di S. Vito, quando a dirigere il cantiere, dopo la morte di Mathieu d'Arras, venne chiamato Peter Parler (v.). A una evidente diffusione dei suoi modi si giunse negli anni sessanta, con il completamento della cappella di S. Venceslao e del portale meridionale, per arrivare all'apice negli anni fra il 1370 e il 1390 con la realizzazione delle tombe e dei busti dei Přemyslidi nei due trifori e con la decorazione plastica della torre del ponte di Carlo nella Staré Mĕsto, quando cioè si affermò una scultura autonoma e indipendente dall'architettura, che dominò pienamente la plastica del c.d. schöner Stil. È possibile che Peter Parler si mettesse già in luce, oltre che nella plastica architettonica, anche nella decorazione del portale meridionale, condotto a termine nel 1367. Nella statua in scisto di S. Venceslao, del 1373, destinata alla parete frontale della cappella del santo, egli realizzò una figura idealizzata del santo nazionale, rappresentato come principe della pace.Una posizione del tutto eccezionale occupa la statua di S. Giorgio nella terza corte del castello di P., modellata dal Maestro della bottega dei Parler e fusa in bronzo dai fratelli Martin e Georg a Cluj.Nel 1374 ca. nella cattedrale di S. Vito si cominciò a lavorare a sei tombe in pietra con figure di sovrani scolpite ad alto rilievo sul coperchio. Sui pilastri del triforio inferiore, in una sorta di vera e propria galleria di ritratti, vennero montati ventuno busti di fondatori, ma anche di architetti, di dimensioni più grandi del vero. Alla loro esecuzione presero parte diversi artefici, ma nel caso del busto di Peter Parler si tratta senza dubbio di un autoritratto. I busti del triforio superiore raffigurano il Cristo, la Vergine e otto patroni della nazione boema. Fra le opere più significative della bottega parleriana vanno annoverate la decorazione plastica della torre del ponte nella Staré Mĕsto con le figure in trono dell'imperatore Carlo IV, del re Venceslao e di S. Vito, il patrono del ponte; quella della chiesa di S. Maria di Týn, in particolare la decorazione del portale settentrionale con la Crocifissione e il Giudizio universale, e la statua della Madonna dall'angolo del palazzo civico della Staré Mĕsto (Praga, Muz. hlavního mèsta Prahy).
La pittura romanica praghese ha lasciato importanti testimonianze. Nella basilica di S. Giorgio si è conservato un notevole insieme di pitture murali; la volta della tribuna principale è decorata da affreschi del sec. 12°, con la rappresentazione della Gerusalemme celeste. La superficie è organizzata in tre zone circolari concentriche: in quella centrale doveva essere inserita l'immagine dell'agnello, la seconda è composta da architetture dipinte raffiguranti la città di Gerusalemme, la più esterna è decorata con le figure degli evangelisti. Nei pennacchi della volta si sviluppa una decorazione a racemi con immagini di angeli. All'inizio del sec. 13° appartengono le pitture della cappella della Vergine dove si ripete il tema della Gerusalemme celeste.Ben conservati sono i dipinti con le immagini di Cristo e degli apostoli Pietro e Paolo, staccati e provenienti dalla chiesa dedicata ai due santi (Praga, Národní Gal.). Essi costituiscono un esempio del primo affermarsi dello stile bizantineggiante, caratterizzato da forme spigolose. Nel terzo quarto del sec. 12° vennero realizzati i tre busti frammentari di angeli nelle nicchie delle finestre della parete meridionale della chiesa di S. Pietro Na Pořičí. In stato ancor più frammentario si sono conservate le scene della Natività di Cristo, dell'Adorazione dei Magi e le figure di apostoli dipinte nell'abside della navata laterale della chiesa di S. Venceslao a P.-Prosek.Intorno all'anno 1200 subentrò l'influsso dell'arte sassone. Questo stile, che al tempo della badessa Agnese segnò in campo architettonico la propria affermazione nella basilica di S. Giorgio, improntò di sé anche tutte le espressioni della pittura e della plastica. Intorno al 1225, quando già era stata costruita la nuova cappella di S. Ludmilla, si provvide a dotare l'intera basilica di affreschi. Sulla decorazione pittorica del secondo edificio tardoromanico del castello di P. riferiscono solo leggende. Nel 1243 il decano Vito portò qui a compimento le pitture della nuova ala, che contenevano anche scene epiche, come riferisce il cronista Cosma; vi era dipinta - a quanto si racconta - la battaglia sul Turské poli. Stile sassone mostrano anche le pitture della casa presso la chiesa di S. Maria Na Louži.Documento della tradizione bizantineggiante, nella prima metà del sec. 13°, è la scena di martirio di un santo dipinta nella sagrestia gotica di S. Maria sub Catena.Pietre tombali incise nel convento dei Ss. Francesco e Vito mediarono l'influsso dell'arte scultorea in pittura. Una testimonianza al riguardo è fornita dalla decorazione della cappella al piano terreno della casa 'della Catena'. Lo schema compositivo, con tre santi effigiati entro cornici architettoniche dipinte, si dimostra direttamente ispirato dalle lastre tombali graffite.Nella chiesa agostiniana di S. Tommaso nella Malá Strana, un edificio fra i più rappresentativi dell'architettura gotica degli anni 1313-1319, la parete settentrionale del vestibolo antistante la sagrestia presenta vari brani di una pittura murale; in migliore stato di conservazione è l'immagine della Crocifissione con un donatore inginocchiato. Sul lato destro si leggono i frammenti di una grande composizione con il Cristo sofferente, circondato dagli strumenti della Passione.Nel 1329 il vescovo Giovanni IV di Dražice promosse la ricostruzione del proprio palazzo e la sua decorazione, per la quale il pittore utilizzò un modello che il committente aveva portato da Avignone.Nel 1348 dodici pittori praghesi si riunirono nella Confraternita di s. Luca, dando vita a una delle più antiche associazioni di pittori d'Europa.Nelle ampie fabbriche del monastero Na Slovanech si sono conservati diversi strati di pitture murali. Un anonimo artista dipinse, prima del 1355, il simbolo boemo del leone con l'aquila sulla strombatura del portale monumentale della c.d. cappella imperiale. Prima del 1372 la volta della chiesa a tre navate venne decorata con simboli dei paesi su cui si estendeva la sovranità di Carlo IV. Il monastero acquisì fama mondiale in virtù del ciclo che venne dipinto, prima del 1360, sui muri perimetrali del chiostro, per una lunghezza di m 130; originariamente presentava ca. ottantacinque scene a carattere monumentale tratte dal Nuovo Testamento, poste a confronto con scene veterotestamentarie, ma più di un terzo degli affreschi andò perduto nel bombardamento del 1945 e quel che resta oggi non è altro che un lacerto restaurato; venne ridipinto nel 1654 e altre volte nel corso del 19° secolo.Lo sviluppo successivo della pittura praghese è illustrato dalla scena monumentale con l'Adorazione dei Magi nella cappella dei Ss. Adalberto e Dorotea e dall'imponente immagine a mosaico del Giudizio finale sulla facciata della porta d'Oro della cattedrale di S. Vito. Quest'ultima venne eseguita negli anni 1370-1371 da artisti veneziani su cartoni di Nicoletto Semitecolo. Di origine italiana è anche la composizione dei Sette sacramenti con il Crocifisso nella chiesa di S. Anna nella Staré Mĕsto. Qui si conservano, ancora, una monumentale Adorazione dei Magi, un Compianto sul Cristo morto e brani di altre scene. Notevole rilievo aveva anche la chiesa di S. Lorenzo a Újezd, trasformata in un'abitazione nel 1783. Al suo interno si sono conservati una rappresentazione di Cristo sul monte degli Ulivi, il Martirio di s. Erasmo, figure dei Ss. Dorotea e Andrea e quella di un donatore. Dal punto di vista stilistico, queste pitture testimoniano una relazione con il Maestro del polittico di Třeboň (Praga, Národní Gal.).Palazzi e case di P. erano spesso decorati da immagini con tematiche religiose, che perlopiù sono andate perdute. Da resoconti e riproduzioni, come anche sulla base di analogie, si conosce qualcosa sull'ulteriore campagna decorativa del palazzo vescovile nella Malá Strana; qui, nel 1370, è attestata la decorazione della cappella dedicata alle sacre Stimmate, con una scena che presentava il Cristo, la Vergine, Satana e un uomo con tiara.Al terzo quarto del sec. 14° risale il frammento di una Crocifissione, con figure dei patroni boemi e altri santi, proveniente dal palazzo civico della Staré Mĕsto.Nel 1887 venne trasferita nel Muz. hlavního mèsta Prahy una parte delle pitture della cappella presso la casa 'all'angelo d'oro' con le raffigurazioni dei Ss. Procopio, Adalberto e Vito: nella concezione monumentale, nella spiccata caratterizzazione dei volti e nella modellazione dei panneggi, l'opera si qualifica fra i più significativi monumenti del tardo schöner Stil.Una notevole fioritura conobbe a P. la pittura su tavola, come attestano tanto i dipinti provenienti dalla chiesa di S. Giovanni Na Prádle, dalla cappella della Maddalena, dal monastero Na Slovanech, quanto l'arca con la c.d. Crocifissione di Emmaus (Praga, Národní Gal.).Nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo sul Vyšehrad si conserva un'immagine della Madonna con il Bambino della metà del sec. 14°: si tratta del più antico e, dal punto di vista artistico, del più significativo esempio boemo di una tipologia sviluppatasi in Italia dal modello iconografico bizantino della Vergine Galaktotrofúsa. Opera di notevole rilievo, del 1400 ca., è la Madonna stante con il Bambino, detta di S. Vito (Praga, Národní Gal.), alla quale si ricollega la Madonna della chiesa di S. Maria di Týn.Testimonianza del forte influsso del bizantinismo nella pittura praghese del sec. 14° sono le quattordici immagini con i busti di Cristo, di Maria, di Giovanni Battista e degli apostoli dal convento dei Cappuccini sul Hradčany (Praga, Národní Gal.).Parallelamente alla pittura di soggetto religioso si sviluppò quella a carattere profano, sia ad affresco sia su tavola. Carlo IV, dopo il 1355, fece decorare la grande sala del castello di P. con un ciclo 'degli imperatori', comprendente più di cento raffigurazioni di sovrani e dopo il 1380, nella torre del ponte della Staré Mĕsto, Venceslao IV fece decorare la volta del passo carraio con quattro figure di bagnanti vestite di una bianca camicia senza maniche e con una profonda scollatura.La pittura profana attinse frequentemente all'eredità del mondo classico, in particolare per la rappresentazione di paesaggi: ne costituisce una testimonianza il dipinto, del 1400, proveniente dal palazzo civico della Staré Mĕsto.Nel Medioevo tutte le case di P. erano contrassegnate da simboli scolpiti sulla pietra e quindi pitturati, oppure dipinti direttamente sulla facciata o su tavole lignee. Tale tipo di decorazione offriva agli artisti la più ampia libertà: poteva trattarsi della rappresentazione di persone come pure di fiere, uccelli, pesci, gamberi; dal simbolo effigiato l'edificio derivava la propria denominazione.
Prima del 1006 la principessa Emma fece realizzare un codice con la Vita di s. Venceslao di Gumpoldo (Wolfenbüttel, Herzog August Bibl., Guelf. 11.2 Aug. 4°), nel cui frontespizio è raffigurata lei stessa (c. 18v), in atteggiamento di devozione verso il santo; al di sopra si trova la figura del Cristo a mezzo busto nell'atto di porre un elmo sul capo di s. Venceslao.Alla seconda metà del sec. 11° risale un manoscritto miniato contenente l'Apocalisse, gli Atti degli Apostoli e le Epistole di s. Paolo (Praga, Kapitulní Knihovna, A. 60/3). Il frontespizio con tavola dedicatoria è diviso in due registri sovrapposti: in quello superiore è raffigurato il Dio apocalittico con s. Giovanni Evangelista fra candelabri; quello inferiore presenta il principe Spytihnĕv II - al quale nel 1059 o 1060 venne riconosciuto da papa Nicola II il diritto di portare la mitra (c. 1v) - a cui due monaci benedettini offrono un libro.Della fine del sec. 11° sono quattro manoscritti. Il codice dell'Incoronazione di s. Vito, detto codice di Vyšehrad, venne realizzato per l'incoronazione di Vratislao II a re di Boemia nel 1085 (Praga, Státni Knihovna, XIV A 13). Riccamente miniato, vi compaiono le figure degli evangelisti, l'albero genealogico di Cristo, l'immagine del Cristo in maestà, quattro prefigurazioni veterotestamentarie della sua venuta e trenta episodi dal Nuovo Testamento. All'interno di cornici preziosamente decorate, le scene sono composte a piena pagina oppure organizzate su due o più registri e le grandi iniziali sono campite a racemi. Il codice di Vyšehrad appartiene a un gruppo di quattro evangeliari, di cui fanno parte un esemplare più piccolo e meno riccamente miniato (Praga, Kapitulní Knihovna, Cim. 3), un altro conservato a Gniezno (Arch. Archidiecezjalne, 1a) e un terzo a Cracovia (Muz. Narodowe, Bibl. Czartoryski, 1207). Caratteri distintivi delle miniature sono una resa spaziale, un uso accentuato di linee parallele, spiraliformi o a ventaglio, una ricca gamma di gradazioni cromatiche su fondo oro e lumeggiature in bianco coprente; vi compaiono anche motivi antichi, importati da Roma dai monaci benedettini.Il pittore Hildebertus e il suo aiuto Everwinus decorarono intorno al 1140 due manoscritti: l'Horologium o Collectarium (Stoccolma, Kungl. Bibl., A.144, c. 34v) e il De civitate Dei di s. Agostino (Praga, Kapitulní Knihovna, A. 21/1, c. 1r). Alla fine del sec. 12°-inizi 13° appartiene il codice contenente i Flores sancti Bernardi redatto per la cattedrale di P. sotto il vescovo Daniele e conservato a Olomouc (Bibl. Capitolare, CO 174). Esso venne decorato con disegni a penna dai colori tenui, in uno stile di derivazione salisburghese.La componente bizantina è documentata dalla seconda parte della Bibbia di S. Francesco, miniata intorno al 1270 nel convento minorita della badessa Agnese (Praga, Knihovna Národního muz., XII B 13). Nella stessa officina venne prodotto, due decenni più tardi, il grande lezionario in due parti detto di Osek; dopo il 1293 per le Domenicane di Újezd fu realizzato un salterio in cui la miniatura con la Madonna in trono e il Bambino si riallaccia al tipo bizantino della Nikopoiós.Nel 1292 gli abati dei monasteri cistercensi boemi acquistarono numerosi testi da Parigi, per il tramite di re Venceslao II; tra quelli rimasti presenta una ridotta decorazione miniata la raccolta degli scritti di Aristotele (Praga, Kapitulní Knihovna, L. 46/2). Nello stesso periodo giunsero in Boemia manoscritti di testi giuridici miniati a Bologna. Fu per questo che, per potersi perfezionare in tale arte, i miniatori boemi intrapresero una sorta di pellegrinaggio verso i due più importanti centri della cultura libraria, Parigi e Bologna, appunto; testimonianza di questa attività è la Vita di S. Francesco del 1300 ca. (Praga, Knihovna Národního muz.).Nel primo quarto del sec. 14° venne realizzato il Plenarium di Strahov (Praga, tesoro della cattedrale) e negli anni tra il 1321 e il 1334 fu eseguito a P. un volume con una raccolta di testi astronomici.Un unicum è rappresentato dal Passionale della badessa Cunegonda (Praga, Státni Knihovna, XIV A 17). La prima parte del manoscritto risale al 1313, l'esecuzione della seconda parte venne interrotta alla morte di Cunegonda, nel 1321. Si tratta di un volume miscellaneo di composizioni mistiche corredato da disegni a penna colorati, di diverso formato, con più di cinquanta scene. Piena di espressione è la miniatura con la Crocifissione e la figura inginocchiata del vescovo Giovanni IV di Dražice, che nel 1340 venne incollata nel suo messale (Praga, Knihovna Národního muz., XIII B 9).Particolarmente significativa è la seconda parte di una Bibbia conservata a P. (Kapitulní Knihovna, A. 1); il manoscritto, di grande formato, è decorato da una serie di iniziali a filigrana sottile con inseriti figure, teste e simboli.Assai pregevole dal punto di vista artistico appare il Liber viaticus di Giovanni di Neumarkt (Praga, Knihovna Národního muz., XIII A 12), con scene di bagni in cui compaiono figure seminude di uomini e donne. Una Venere nuda al bagno, nel secondo volume della Bibbia di Venceslao (Vienna, Öst. Nat. Bibl., 275), ricorda nella sua posa il tipo delle c.d. schöne Madonnen.Fra i più voluminosi libri illustrati medievali che si siano conservati è la Bibbia istoriata di Velislav, ultimata poco prima della metà del sec. 14° (Praga, Státni Knihovna, XIII C 124), che contiene un vero e proprio patrimonio di immagini di architetture, costumi, utensili, di sistemi di lavorazione, con molti elementi perlopiù derivati da originali romanici o bizantineggianti.Il miniatore Nicola da P. decorò il manoscritto con il Super Iohannem di s. Agostino (Praga, Státni Knihovna, XIII A 13). Opera di rilievo è il Breviario di Leone, Gran maestro dell'Ordine dei Crociferi della Stella Rossa (Praga, Státni Knihovna, XVIII F 6), in cui compare una miniatura a piena pagina con la raffigurazione della badessa Agnese nell'atto di consegnare il modellino di una chiesa al Gran maestro dell'Ordine, Corrado. Il miniatore del breviario illustrò anche due brevi scritti di Carlo IV, che sono allegati al Liber viaticus di Giovanni di Neumarkt.Dal 1360 al 1361 si lavorò alla decorazione di una sezione dell'Antifonario in quattro parti del Capitolo di Vyšehrad (Vorau, Stiftsbibl., 259; Praga, Památnik národního pisemnictvimuz. české literatury, UK XVII A 6).L'opera più importante dell'età di Venceslao IV è costituita dalla sua Bibbia, un codice monumentale con più di seicentocinquanta illustrazioni (Vienna, Öst. Nat. Bibl., 2759-2764). Dopo il 1390 due miniatori decorarono il Messale del canonico di S. Vito, Venceslao da Radeč (Praga, Kapitulní Knihovna, KK P 5), i cui disegni vennero ripresi in dipinti d'altare.
La produzione artigianale d'età romanica è testimoniata da un elmo e dalla corazza di s. Venceslao, da asce in ferro, fra le quali una placcata in oro, dalla c.d. spada di s. Stefano e da un pettine in avorio riferito a s. Adalberto (Praga, tesoro della cattedrale). Molti di tali oggetti sono sicuramente d'importazione. Manufatti artistici relativamente ricchi vennero realizzati nelle officine monastiche: si tratta di encolpia bronzei, di corpi per crocifissi, di due acquamanili, uno raffigurante un leone, l'altro un cavallo (Praga, Muz. hlavního mèsta Prahy). Per quanto concerne la produzione orafa, particolarmente significativa è una croce processionale romanica, della metà del sec. 12°, sul lato anteriore decorata a filigrana e incise sul retro figure di evangelisti (Praga, Národní Muz.).Un alto livello qualitativo raggiunse l'arte del ricamo, come attestano il frammento di coperta serica dalla tomba di s. Venceslao (Praga, Muz. hlavního mèsta Prahy), che mostra un ricamo di cerchi e crocette e tracce di una bordura ornamentale, e ancora un rivestimento a ricamo della legatura del codice di Vyšehrad con l'immagine del Cristo nella mandorla (Praga, Státni Knihovna).Di notevole livello fu anche la produzione di monete e medaglie. Sulle monete coniate dalle zecche nel castello di P. e a Vyšehrad erano effigiati già a partire dal sec. 10° i simboli del potere, spada e freccia, e del cristianesimo, la croce e la mano di Dio. Successivamente comparvero, per l'influsso dell'arte carolingia, l'immagine di una cappella, per quello dell'arte svevo-bavarese, una croce, per quello dell'arte italiana, un busto e gli strumenti della Passione e, per quello bizantino, una coppia di figure.La fondazione e la crescita della Staré Mĕsto determinarono anche nuove possibilità di sviluppo delle attività artigianali. A ricordo di Ottocaro Přemysl II si conserva il corredo funerario di insegne ritrovato nella sua tomba presso la cattedrale di S. Vito (Praga, tesoro della cattedrale). Due orafi incisero i bellissimi sigilli degli anni 1268, 1271 e 1273. Allo stesso ambito appartengono un bastone pastorale donato da Venceslao II a sua sorella, la badessa Cunegonda, e un anello in oro del reliquiario dei Diecimila ss. soldati. Prima del 1321 vennero completate due tavole-reliquiario per il monastero di S. Giorgio; nel 1315 vennero eseguiti un reliquiario dei Ss. Cinque fratelli e una lastra in rame dorato e inciso, che costituisce il piatto di coperta dell'Evangeliario di S. Vito, risalente all'11° secolo.Oltre alle officine monastiche furono attive a P. anche botteghe orafe laiche. Nella cattedrale di S. Vito si conservano un reliquiario della mano di s. Giorgio e un busto-reliquiario di s. Ludmilla (tesoro della cattedrale). Fra gli altri spicca, ancora, un piccolo busto di s. Paolo, in cui l'arte orafa sviluppatasi in territorio praghese trova la sua più alta espressione.Committente regia fu la regina Elisabetta (m. nel 1330), sostenitrice delle nuove iniziative che favorirono l'orientamento in chiave europea di una produzione locale in forte crescita. Ciò è documentato anche da una serie di sigilli suoi e del consorte Giovanni di Lussemburgo, il quale aveva modernizzato secondo modelli francesi la cavalleria.Nello stesso periodo raggiunse l'acme anche la produzione dei sigilli civici e del patriziato. A quest'ambito appartiene, per es., il sigillo dei Cavalieri di s. Giovanni praghesi con la figura a mezzo busto della Madonna con il Bambino, che aderisce al tipo francese della Madonna con il mantello o Madonna della Misericordia: una tipologia che nella seconda metà del sec. 14° è testimoniata dalla statua monumentale del palazzo civico della Staré Mĕsto.
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