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prakr̥ti

Dizionario di filosofia (2009)
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prakr¿ti


prakr̥ti

Termine sanscr. dalle molte accezioni legate all’idea di un elemento base da cui evolvono forme derivate. P. indica perciò in ambito filosofico la natura intesa come natura naturans, che non è direttamente percepibile e precede logicamente la natura naturata di cui facciamo esperienza. In questa accezione, la p. è centrale nei sistemi Sāṃkhya (➔) e Yoga (➔). Tale natura naturans non è una sorta di materia primordiale aristotelica (o platonica, se si pensa all’artefice nel Timeo), essa va piuttosto pensata come attività incosciente contrapposta alla quiete cosciente dello spirito (puruṣa ➔). La relazione fra p. e spirito è da sempre di compresenza, anche se non di reale contatto. Secondo alcuni autori (tale opinione è presente anche nella Bhagavadgītā), è la presenza dello spirito che spinge la p. a generare, pur se tale attività generatrice pertiene unicamente a questa. In effetti, il legame fra p. e puruṣa è un punto critico della filosofia del Sāṅkhya. Come può un puruṣa assolutamente inattivo e distinto dalla p., influenzarla allo scopo di accumulare esperienze del mondo e, infine, raggiungere la liberazione? La risposta del Sāṅkhya è che in effetti puruṣa non entra affatto in rapporto con p.; quest’ultima agisce a vantaggio del puruṣa solo perché tale è l’ordine (non voluto da nessun Dio, ma semplicemente dato) delle cose (le Sāṅkhyakārikā utilizzano in merito l’esempio del latte che, pur incosciente, fluisce dalle mammelle della mucca per il bene del vitellino). Secondo il Sāṅkhya, la p. è costitutita di tre guṇa (letteralmente «fili» rispetto a una corda, ma anche «qualità» rispetto a una sostanza; in ogni caso, il termine indica qualcosa che non esiste indipendentemente, ma colora di sé la sostanza a cui inerisce), ossia sattva (soddisfazione), rajas (frustrazione) e tamas (confusione). Nessuno dei tre è in sé positivo o negativo, dato che tutti e tre sono momenti della prakr̥ti. Negativo è solo il loro disequilibrio. Questa diverrà una chiave interpretativa ricorrente nella filosofia e più in generale nella cultura indiana, che, dalla medicina allo Yoga, spesso leggerà ogni fenomeno sulla base di tale tripartizione.

Vedi anche
Sāṃkhya Sāṃkhya Uno dei 6 sistemi filosofici cosiddetti ortodossi dell’India, cui si collega tradizionalmente il sistema Yoga. Deve essere annoverato fra i più antichi, sebbene la trattazione sistematica pervenuta, cioè la Sāṃkhyakārikā («Succinta esposizione metrica del Sāṃkhya»), legata al nome di Īśvarakṛṣia, ... mokṣa mokṣa In sanscrito, liberazione, emancipazione, salvezza. In India il concetto religioso del moksa (come del suo sinonimo mukti), appena anticipato dalla letteratura vedica antica, si cristallizza nelle Upaniṣad più recenti, nel senso di una liberazione dalla propria individualità psicofisica mediante ... materia La sostanza di cui sono fatti gli oggetti sensibili, concepita come esistente in sé, provvista di peso e di inerzia, estesa nello spazio e capace di assumere una forma. fisica La materia si presenta sotto specie estremamente diverse; ma quali che siano le apparenze, anche se della più grande compattezza, ... yoga Disciplina psico-fisiologica indiana basata su una vasta gamma di tecniche ascetiche. Lo yoga cosiddetto classico costituì uno dei sistemi filosofici indiani, strettamente collegato al Sāṃkhya (➔); tuttavia, proprio per la sua natura tecnica, esso è piuttosto un supporto per i vari sistemi filosofici, ...
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  • SĀṂKHYA
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