pre-renziano
agg. Precedente alla fase in cui Matteo Renzi ha esercitato un forte richiamo sulla scena politica italiana.
• Del padrone archetipico, a cominciare dal physique du rôle, [Silvio] Berlusconi aveva moltissimo se non tutto: istinto, sveltezza, sensibilità, rapinosa insolenza, perfino i gusti, e infatti mai si sarebbe definito in tal modo; anzi, con una congrua dose di furbizia e d’ipocrisia gli seccava addirittura che chi lavorava nelle sue aziende fosse qualificato come suo «dipendente». Preferiva «collaboratore», nel lessico del Cavaliere, insomma, il padrone non esisteva proprio. Ma in quello della sinistra pre-renziana ancora sì. (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 1° ottobre 2014, p. 4, Politica) • La zampata del Cda con la bocciatura del piano per l’informazione riporta le lancette della Rai all’epoca pre-renziana. Il precedente governo aveva attribuito tutti i poteri al direttore generale [Antonio] Campo Dall’Orto e di fatto esautorato i consiglieri d’amministrazione espressione dei partiti politici, eletti dalla commissione di vigilanza. (Secolo XIX, 4 gennaio 2017, p. 6, Politica) • Il tratto di penna del rottamatore ha mietuto vittime illustri nella direzione del Pd. Sacrificati sull’altare del ricambio generazionale (e politico) sono caduti gli ultimi pilastri su cui il partito dell’era pre-renziana poggiava le sue fondamenta. (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 9 maggio 2017, p. 12, Politica).
- Derivato dal s. m. e agg. renziano con l’aggiunta del prefisso pre-.