PROCESSIONE
. È una cerimonia liturgica, per la quale un gruppo umano procede con intento o di espiazione o di propiziazione, ovvero costituisce quasi un corteggio che accompagna un simbolo sacro. La processione può avere dunque uno scopo espiatorio, propiziatorio, gratulatorio e anche onorario. Essa, mentre è un omaggio di devozione verso la divinità, è anche un'esaltazione del sentimento religioso-sociale del gruppo, il quale dal suo procedere ordinato spesso con canti, danze o gesti ritmici, e con vesti e distintivi uniformi sente potenziata la sua unione religiosa.
Tutti i popoli hanno le processioni, a cominciare dai primitivi. In Australia gli Arunta del clan del bruco, in occasione della cerimonia dell'intichiuma, si radunano e procedono senz'armi, in fila indiana e in silenzio, a digiuno e con atteggiamento raccolto verso un luogo, dove un blocco di quarzite rappresenta l'antenato bruco.
In Cina e in Giappone i riti processionali sono frequenti e pittoreschi.
In Babilonia la processione onoraria costituiva il momento più solenne della festa religiosa. Il dio, seduto su di un trono come un re e preceduto dalla sua corte sacra, si recava in giro per la città a ricevere gli omaggi del popolo e talora a visitare altri dei. Marduk, dio nazionale di Babilonia, riceveva spesso tali omaggi.
Anche in Egitto la processione era il momento più entusiasmante della festa religiosa, perché al popolo era dato vedere la faccia del suo signore, il quale, tolto dal suo tabernacolo e posto su di una macchina a foggia di barca, veniva portato per la città. Se bisognava imbarcarlo sul Nilo, sacerdoti e popolo accompagnavano il simulacro dalla sponda tra danze, cantici, incensi e luminarie, che stupirono Erodoto.
In Grecia la processione più solenne era quella delle Panatenee, raffigurata sul fregio del Partenone, nella quale tutte le classi della città, in ben ordinato corteo, si recavano nel tempio a offrire un peplo ad Atena. Vanno ricordate anche le processioni falloforiche nelle feste dionisiache e, come processione espiatoria, quella delle Targelie che accompagnavano al sacrificio i due ϕαρμακοί. Per la processione in Roma, v. pompa.
Nelle religioni di mistero le processioni avevano una parte notevolissima. Nei misteri eleusini si riportavano con grande pompa da Atene ad Eleusi gli "oggetti sacri" portati in città cinque giorni prima. Apriva la processione il simulacro di Iacco (Dioniso), seguiva il plaustro con gli "oggetti sacri", indi lo ierofante, il daduco, e le famiglie sacerdotali eleusine e poi iniziati con fiaccole e mazzi di spine, i magistrati di Atene e delle città associate. Nei misteri isiaci il navigium Isidis (5 marzo) era una processione, dal tempio alla riva del mare, che riapriva la navigazione. Aprivano la processione donne biancovestite, seguivano stoliste con gli utensili della toletta della dea, i dadofori, i cantori agitatori di sistri, i sacerdoti in vesti di lino recanti i simulacri degli dei animaleschi e un'urna d'oro con l'acqua del Nilo. Nei misteri di Cibele, il 27 marzo, aveva luogo la lavatio del simulacro di Cibele, e si trasportava la statua della dea dal tempio sul Palatino all'Almone sull'Appia. Precedevano le confraternite metroache, il collegio dei quindicemviri, tra danze, e seguiva il carro, che portava la statua argentea della dea.
Il cristianesimo ha trovato l'uso delle processioni sia presso gli Ebrei (taluni salmi, il XXIV e il XLVII, accennano a un trasporto processionale dell'arca) sia presso i pagani e lo ha mantenuto come opportunissimo a esaltare la gloria di Dio e a eccitare la pietà collettiva dei fedeli. Il codice di diritto canonico infatti, riassumendo (can. 1290) le rubriche del Rituale Romanum, afferma che la processione fatta dal popolo, sotto la guida del clero, giova ad eccitare la pietà dei fedeli, a rendere grazie a Dio per i suoi benefizî e ad implorarne l'aiuto nelle varie circostanze della vita. Le processioni nel cristianesimo o sono stabilmente connesse con alcune feste (ordinariae) o sono indette volta per volta, con l'autorizzazione del vescovo, in seguito a qualche circostanza speciale, lieta o triste (indictivae, extraordinariae). La più antica forma di processione che si ricordi in Roma è quella delle chiese stazionali, verso le quali per ogni giorno della Quaresima procedeva il pontefice, preceduto dal clero, diviso per regioni, e dalle gerarchie militare e civile, al canto delle litanie e di appropriate antifone. Quivi giunta, la processione sostava (statio) e il papa celebrava la messa.
Altre processioni fisse del rituale romano sono: quella della Candelora (2 febbraio, detta anche Presentazione di Cristo o Purificazione della Vergine) con benedizione e processione di cerei; quella della domenica delle Palme, in cui la processione che avanza tenendo palme di olivo vuol ricordare l'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme; quella del giovedì santo, nella quale si procede a collocare le specie eucaristiche nel luogo a ciò destinato (comunemente detto Sepolcro); quella del venerdì santo, che riporta via le sacre specie per consumarle all'altare: anticamente in questo giorno il pontefice interveniva alla solenne processione del legno della Croce muovendo dal Laterano verso la basilica sessoriana (Santa Croce in Gerusalemme); oggi ha soltanto carattere devozionale; quella antica della notte di Pasqua (oggi trasferita alla mattina del sabato santo), in cui dopo il battesimo i neofiti biancovestiti procedevano dal battistero lateranense entro la basilica parata a festa e splendente di luci; quella dell'Ascensione, ora non più in uso, che procedeva dalla chiesa verso una località che raffigurava il monte donde Gesù era salito al cielo; quella del Corpus Domini, la più solenne, come pompa esterna, di quelle che si facevano a Roma, nella quale il pontefice stesso, su un talamo portato a braccia, sosteneva l'ostensorio e, preceduto dal clero regolare, secolare, dai canonici, dalla prelatura, dai vescovi, dai cardinali, dal senato capitolino, dalla sua corte, faceva il giro del portico di San Pietro, rientrando nella basilica per la benedizione solenne. Il codice di diritto canonico, a rilevare l'importanza di questa processione, dispone che in ogni città o centro ne sia fatta una sola, cui prenda parte tutto il clero, muovendo dalla chiesa principale (can. 1291).
Processioni fisse di carattere propiziatorio sono quelle delle Rogazioni (v.). Nella chiesa orientale si hanno pure solenni processioni liturgiche (quelle dell'Epifania, del venerdì santo, della Pasqua); e, nella liturgia ordinaria, il "grande ingresso" delle oblate dall'altare della protesi, attraverso la navata della chiesa, all'altare, al canto del Keroúbikon.
Nella prassi attuale del rito latino la processione, di qualunque tipo, si dispone dietro la croce, che apre la via ed è seguita dai membri delle confraternite e del clero sia regolare, sia secolare, procedenti due per due, disposti in modo che i più degni stiano in coda vicino all'officiante, che precede il simulacro religioso o regge l'ostensorio. La processione procede sempre da destra a sinistra, sia che limiti il suo percorso all'interno della chiesa sia che esca all'aperto. (V. tavv. LXVII e LXVIII).