VULCANICI, PROIETTI
Si distinguono in bombe vulcaniche e in materiali clasmatici.
Le bombe vulcaniche sono modellate e hanno forma arrotondata, ovale, appiattita, affusolata, contorta, ecc. La loro grandezza è variabile; sull'Etna se ne trovano della grossezza di un pisello e fino a un metro di diametro. Le piccole, cioè quelle non più grosse della testa di un uomo, si formano quando il magma viene compresso sotto le croste laviche foracchiate che coprono il fondo dei crateri esplosivi. Difatti questi proietti mostrano più o meno distintamente delle rigature dovute all'incisione che il magma pastoso riceve passando attraverso il foro contro il quale viene pressato e modellato. Variando la forma e la grandezza degli orifizî ne risultano forme diverse, per lo più irregolari, con ingrossamenti e assottigliamenti dipendenti anche dalla forza con cui viene pressato il magma, dal grado della sua viscosità e dalla resistenza che trova nel venire fuori. Le bombe si possono pure formare per rigonfiamento dei punti più viscosi della crosta sotto la spinta del magma sottostante; in tal caso esse si presentano arrotondate come un arnione. Le grandi bombe si formano attraverso condotti craterici tubulari, come cannoni di grosso calibro, ostruiti da un tappo di lava viscosa; questo viene in fine proiettato dalla pressione prodotta dalle esplosioni che avvengono nelle camere subcrateriche. Queste bombe hanno generalmente forma arrotondata o affusolata e presentano spesso delle suture che si formano per pressione sulla pasta ignea durante il passaggio forzato dentro il condotto esplosivo. Alcune di queste bombe si deformano o si schiacciano se cadono allo stato viscoso.
Le bombe trachitiche o andesitiche non sono mai modellate perché il loro magma è meno fluido di quello basaltico e giunge sul cratere già semisolido in forme globulari che, se proiettate dalle esplosioni, cadono senza deformarsi notevolmente. Tali bombe trachitiche o andesitiche presentano alla superficie una crosta rigida vetrificata e spesso divisa in placche poligonali per cui vanno sotto il nome di bombe a crosta di pane, come quelle di Vulcano (Eolie).
Vi sono pure bombe vulcaniche esplodenti, cioè che scoppiano per la tensione dei gas che si svolgono quando il magma racchiude pezzetti di lava non coeva. In tal caso la parte interna della bomba si presenta vescicolosa.
I materiali clasmatici non sono modellati, giacché derivano dallo sbrandellamento della lava pastosa proiettata dalle esplosioni ín forma di scorie roventi che, ricadendo nei crateri, si frantumano e dànno luogo ai lapilli, alla sabbia e alla cenere vulcanica, che alla loro volta possono anche essere non coevi se derivano dalla triturazione di materiale antico. Fra i lapilli dello Stromboli si trovano spesso cristalli di augite che si sono staccati dalla parte scoriacea più fragile che li circondava; tali lapilli prendono il nome di lapilli cristallini. Vanno sotto il nome di capelli di Pelé (Dea del fuoco degli Hawaiiani) quei filamenti vetrosi lunghi un decimetro e più, che si formano per proiezione di piccoli brandelli di lava molto fluida. Di tali filamenti vetrosi se ne sono riscontrati anche fra le ceneri dell'Etna e del Vesuvio.