proletariato
Termine (dal latino proletarius) riferito, in base alla riforma di Servio Tullio (6° sec. a.C.) che divideva la popolazione di Roma in classi, a quella inferiore. I proletari erano i cittadini in condizioni di povertà tali da non possedere altro che i propri figli (proles). Nullatenenti e privi di capacità contributiva, i proletari erano esclusi dal servizio militare. Scomparso in età medievale, il termine ricomparve nel 16° sec. in Inghilterra per designare la quarta e ultima classe, lo strato inferiore della società.
Con la Rivoluzione francese il termine acquisì un nuovo significato, identificando il proletario con l’appartenente a una classe di lavoratori disperati ma virtuosi, esclusi dai diritti, cui occorreva riconoscere e dare uno ‘stato’. Questo significato ‘positivo’ continuò però ad affiancarsi a quello ‘negativo’, tanto che nella stessa parola si trovava già contenuta in nuce la successiva distinzione tra p. e sottoproletario (ted. Lumpenproletariat). La definizione dei proletari, come classe di lavoratori sfruttati nella società industriale, comparve nel linguaggio dei socialisti premarxiani nel primo ventennio del 1800, per es. nel pensiero di C.H. de Saint-Simon (➔), ma fu con i moti in Francia del 1830-31 che il termine p. si diffuse maggiormente, trovando poi ampia trattazione negli scritti di J.-C.-L. Simonde de Sismondi (➔). Il concetto venne in seguito profondamente rielaborato, in particolare da K. Marx (➔) e F. Engels (➔), per giungere a indicare la classe lavoratrice in quanto composta di operai salariati. I proletari, sfruttati e degradati a merce, costituivano nel contempo la classe destinata ad attuare la rivoluzione sociale volta a superare il capitalismo per giungere, al termine di una fase di transizione, alla società comunista, retta dal principio «da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni» (K. Marx, Critica del programma di Gotha, 1875). A partire dagli ultimi decenni del 1900 il crollo del sistema comunista nell’Unione Sovietica e la crescente marginalità delle forze politiche ispirate al marxismo (➔) nei Paesi capitalistici hanno provocato la graduale scomparsa del progetto politico-economico e sociale comunista e, con esso, del linguaggio che vi si associava, incluso il termine proletariato