BARANTE, Prosper Brugière de
Nacque a Riom da una famiglia di nobiltà di toga, il 10 giugno 1782. Nominato da Napoleone I nel 1809 prefetto della Vandea, nel 1813 fu trasferito alla prefettura della Loira inferiore, carica in cui fu mantenuto dalla prima Restaurazione. Al ritorno di Napoleone dall'isola d'Elba, il B., che anche durante l'Impero aveva conservato relazioni con gli oppositori, si dimise. La seconda Restaurazione lo nominò consigliere di stato e segretario generale del Ministero degl'interni. Fece parte della minoranza della cosiddetta chambre introuvable e fu uno dei più attivi collaboratori del Decazes nella politica di resistenza alle violenze dell'estrema destra. Il 6 marzo 1819, Luigi XVIII lo nominò pari di Francia; e nella camera alta il B. si segnalò per una ferma e misurata opposizione ai ministeri di destra, specialmente alla politica ecclesiastica del Villèle. Vide pertanto con favore l'avvento della monarchia di luglio e nell'ottobre del 1830 ebbe dal re Luigi Filippo la nomina di ambasciatore a Torino. Ma qui egli dovette fronteggiare una situazione difficilissima, poiché non solo Carlo Felice, ma lo stesso suo successore Carlo Alberto conservavano tutte le loro simpatie per il ramo primogenito della casa di Francia e favorivano i tentativi d'insurrezione organizzati dalla duchessa di Berry. In Piemonte, il B. incoraggiò le aspirazioni dei liberali moderati, che accolse volentieri alla sede dell'ambasciata. Fra questi era il conte Camillo di Cavour. Nel 1835 fu trasferito a Pietroburgo, ove la corte imperiale era ancor meno incline di quella del re di Sardegna a riconoscere la casa d'Orléans, e tendeva a negare alla nuova monarchia francese la posizione alla quale essa credeva d'aver diritto fra le grandi potenze d'Europa. Il dissenso manifestatosi fra il gabinetto di Parigi e le altre grandi potenze nei negoziati per la mediazione tra il sultano di Turchia e il viceré d'Egitto ebbe inoltre una ripercussione assai grave a Pietroburgo. Il B. diede prova di grande abilità nell'attenuare la tensione fra il suo governo e quello russo.
Rientrato nella vita privata dopo la rivoluziope del 1848, il B. si consacrò esclusivamente agli studî storici e letterarî: frutto massimo della sua operosità fu l'Histoire des ducs de Bourgogne, dal 1364 al 1483 (1ª ed., Parigi 1824-26, 8ª ed., 1858, in 12 voll.), la quale è uno dei prodotti tipici della storiografia romantica nella sua forma più facile e più superficiale. Narratore piacevole, assai letto ed apprezzato, il B. difettò tuttavia troppo del senso dei problemi storici perché la sua opera possa avere grande valore nella storia della storiografia. La famiglia del B. ha pubblicato poi i suoi carteggi e frammenti di sue memorie (Parigi 1890). Egli morì a Dorat nell'Alvernia il 21 novembre 1866.
Il B. pubblicò altresì: Études historiques et biographiques, 2 voll., Parigi 1857; Études littéraires et historiques, 2 voll., Parigi 1858; Histoire de la convention nationale, 6 voll., Parigi 1851-1853; Histoire de Jeanne d'Arc, Parigi 1859, e altri minori studî.
Bibl.: E. Fueter, Geschichte der neueren Historiographie, 2ª ed., Monaco-Berlino 1925, pp. 447-48.