Poeta tragico (Digione 1674 - Parigi 1762). Trattò di preferenza soggetti di carattere tetro, anzi truculento: Idoménée (1705); Atrée et Thyeste (1707); Électre (1708); Rhadamiste et Zénobie (1711), che è considerato il suo capolavoro; Xerxès (1714); Sémiramis (1717) e in seguito, dopo un lungo silenzio dovuto all'insuccesso di Pyrrhus (1726), Catilina (1748). Il suo appare un tentativo di rianimare la tragedia patetica, ma senza profondità interiore e con stile troppo enfatico. Fu avversario e rivale di Voltaire, anche nella sua qualità di "censore reale". Accademico di Francia dal 1731.