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proteasi

di Fabrizio Mainiero - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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proteasi

Fabrizio Mainiero

Enzimi di origine animale e vegetale in grado di catalizzare la rottura del legame peptidico tra amminoacidi nelle proteine, mediante un meccanismo che utilizza una molecola d’acqua, per cui le proteasi vengono classificate tra le idrolasi. Le proteasi sono classificate in famiglie identificate da una lettera che indica il tipo di residuo presente nel sito catalitico: S per serina-tipo; T per treonina-tipo; C per cisteina-tipo; A per aspartico-tipo; M per metallo-tipo; U per tipo unknown. Nell’uomo, tra le proteasi S, comunemente definite serina proteasi, annoveriamo la tripsina, la chimotripsina, l’elastasi, la trombina, la subtilisina, l’attivatore del plasminogeno di tipo urochinasi (u-PA), la plasmina e le catepsine; tra le proteasi T troviamo l’endopeptidasi multicatalitica del proteosoma e la gamma-glutamiltransferasi; tra le proteasi C ricordiamo le calpaine, le caspasi e le peptidasi ubiquitina-specifiche; e tra le proteasi A evidenziamo la pepsina A e la presenilina. Le M o metalloproteinasi costituiscono una vasta famiglia di enzimi proteolitici tra cui emergono per importanza le metzinchine che, a loro volta, si dividono in 4 sottofamiglie: le serralisine, le adamalisine, le astracine e le metallo-proteasi di matrice (MMPs, Matrix metalloproteinases) o matrixine, tutte caratterizzate da un dominio catalitico che lega lo zinco. Tra queste ultime, le più importanti sono le gelatinasi, le collagenasi, le stromelisine, la matrilisina e le MMPs di membrana. L’ultima famiglia, le U, non sono state completamente definite nel meccanismo catalitico e comprendono enzimi di origine batterica. I processi proteolitici catalizzati dalle varie famiglie di proteasi sono complessi. Oltre a verificarsi efficacemente nell’apparato digerente (dove alcune proteasi S presiedono alla degradazione delle proteine alimentari), essi avvengono anche all’interno della cellula e di suoi organelli, nonché nei liquidi e spazi extracellulari e nel circolo sanguigno. In tutte queste sedi extra-digestive, essi controllano: (a) l’attivazione di particolari processi metabolici intracellulari, principalmente a opera delle proteasi C calpaine e caspasi attivate da ioni Ca2+; (b) la degradazione lisosomiale o endosomiale di proteine endocitate, a opera delle proteasi S catepsine; (c) la degradazione citoplasmatica di proteine nei proteosomi, che costituiscono un sistema biochimico complesso in grado di riconoscere in maniera selettiva proteine modificate dall’attacco di copie multiple di uno specifico modulo proteico, l’ubiquitina, e degradarle a opera di proteasi T e C; (d) l’attivazione intra- o extracellulare di pro-enzimi e di pro-ormoni, che regolano la coagulazione del sangue e la lisi del coagulo, la cascata del sistema del complemento e la formazione di peptidi ormonali endocrini o paracrini, a opera di molte delle classi di proteasi precedentemente indicate; (e) la degradazione e il rimodellamento della matrice extracellulare (ECM) a opera di alcune proteasi S e delle MMP. Le più importanti proteasi S coinvolte nella degradazione dell’ECM sono l’u-PA e la plasmina. È l’u-PA (urokinase-Plasminogen activator) a degradare il plasminogeno, un precursore inattivo abbondante nel torrente circolatorio che si accumula nelle sedi di rimodellamento tessutale, quali i siti d’infiammazione, le ferite e i tumori, e formare la plasmina, che possiede un’ampia specificità d’azione, in quanto degrada la fibrina dei coaguli, la fibronectina e la laminina dell’ECM. Ma sono i 21 membri delle MMP a essere i più potenti enzimi degradativi dell’ECM. Essi condividono elementi strutturali e funzionali comuni. La maggior parte delle MMP è, infatti, organizzata in tre domini: un dominio propeptidico N-terminale, un dominio catalitico e un dominio tipo emopessinico al C-terminale. Il dominio propeptidico è caratterizzato da una cisteina che coordina lo zinco catalitico nella forma latente inibendo l’attività catalitica. Il dominio catalitico possiede uno ione zinco strutturale e 2 o 3 ioni calcio, un motivo che lega zinco e un residuo di metionina che forma una struttura particolare denominata Met-turn. Il sito attivo è sempre costituito da un atomo di zinco, coordinato con 3 istidine e una molecola di H2O; nella forma inattiva la molecola di H2O è sostituita dalla cisteina che appartiene al dominio propeptidico. Le proteine sono sintetizzate come enzimi inattivi e sono attivati proteoliticamente mediante il rilascio del dominio propeptidico. In genere, tale attivazione avviene nell’ambiente extracellulare da parte di altre MMP attivate o di proteasi S. Una volta attivate, le MMP sono inibite da inibitori tessutali (TIMP, Tissue inhibitor of metalloproteinases) e dall’α2-macroglobulina. Le cinque classi principali: gelatinasi (MMP-2, MMP-9), collagenasi (MMP-1, MMP-8, MMP-13), stromelisine (MMP-3, MMP-10, MMP-12), matrilisina (MMP-7) e MMP di membrana (MT1-MMP, MT2-MMP, MT3-MMP, MT4-MMP), pur mantenendo un’elevata omologia, si distinguono in base all’efficienza di proteolisi dei componenti strutturali della ECM, quali collageni, proteoglicani, fibronectina, laminina ed elastina. Esse sono normalmente prodotte dalla maggior parte delle cellule dell’organismo e sono coinvolte in un rilevante numero di processi di rimodellamento tessutale sia fisiologici, associati alla crescita, allo sviluppo e al riparo, sia patologici, quali malattie degenerative e infiammatorie, oltre che nell’attivazione linfocitaria e nella progressione tumorale.

→ Cellula. Matrice extracellulare; Microbiologia industriale

Vedi anche
elastasi Proteasi (detta anche pancreopeptidasi) di origine pancreatica derivata dalla proelastasi per azione della tripsina e dell’enterochinasi. Idrolizza molte proteine, tra cui l’elastina. È strutturalmente simile alle altre proteasi pancreatiche come tripsina e chimotripsina soprattutto nella sequenza amminoacidica ... idrolasi Classe di enzimi che attivano una scissione idrolitica: sono idrolasi, per es., le ammidasi, le esterasi, le fosfatasi, le glicosidasi, le peptidasi. caspasi Enzima appartenente a una famiglia di proteasi che partecipano alle reazioni che iniziano e portano a compimento la risposta di morte cellulare programmata (➔ apoptosi). Le caspasi sono proteine ricche di residui di cisteina che, attivate, idrolizzano le proteine bersaglio a livello di residui di acido ... plasminogeno In biochimica, il precursore inattivo della plasmina, proteasi che, agendo sulla fibrina e sulle catene α del fibrinogeno, determina la dissoluzione del coagulo (➔ fibrinogeno). Il plasminogeno è trasformato in plasmina per azione della proteasi urochinasi. Sono in grado di catalizzare la sua attivazione ...
Categorie
  • BIOLOGIA MOLECOLARE in Biologia
  • BIOCHIMICA in Chimica
Altri risultati per proteasi
  • peptidasi
    Enciclopedia on line
    Gruppo di proteasi attive sui peptidi. Nella classificazione moderna il termine ha assunto il significato generico di enzima proteolitico.
  • proteasi
    Dizionario di Medicina (2010)
    Enzima appartenente alla classe delle idrolasi, che idrolizza le proteine con la partecipazione di una molecola d’acqua. Le p. agiscono sul legame peptidico catalizzando la reazione RCH2 CONHCH2R′ + H2O ⇄ RCH2COOH + H2NCH2R′, in cui R e R′ rappresentano le diverse catene laterali degli amminoacidi. Endopeptidasi ...
Vocabolario
proteaṡi
proteasi proteaṡi s. f. [der. di prote(ina), col suff. -asi]. – In biochimica, termine generico usato in passato per indicare ogni enzima del gruppo delle idrolasi che eserciti un’azione demolitrice (o, talora, di sintesi) sulle proteine,...
plasmina
plasmina s. f. [der. di plasma1, col suff. -ina di fibrinolisina]. – In biochimica, la fibrinolisina del plasma, proteasi che, agendo sulla fibrina, determina la dissoluzione del coagulo.
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