proverbio
La saggezza popolare
Frase concisa e incisiva, molto nota e di antica tradizione popolare, il proverbio esprime un concetto o più spesso una regola di comportamento considerati universalmente validi. Nelle loro varie forme, i proverbi sono diventati un modello di concentrazione espressiva molto apprezzato
Per quanto possa sembrare strano, i proverbi sono molto simili alle equazioni matematiche. Sia i proverbi sia le equazioni, infatti, sono formule, cioè espressioni linguistiche molto brevi che si usano per sostenere un’opinione oppure per dimostrare un fatto. Come le equazioni, anche i proverbi devono essere usati con precisione e sono dei piccoli concentrati di sapere e di esperienza.
Nelle equazioni rientrano, infatti, calcoli complicatissimi e anni e anni di esperimenti scientifici (basta pensare per esempio alla formula di Einstein E=mc2); mentre nelle poche parole dei proverbi, spesso in rima, quasi sempre in forma vagamente poetica, si concentrano tantissimi fatti grandi e piccoli della vita quotidiana e secoli di esperienza popolare, come quando si dice: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Come i concetti che esprimono, anche le forme dei proverbi sono le più diverse.
Una delle forme più belle è senz’altro quella del proverbio-canto, come questo bel proverbio calabrese, in cui un vecchio esorta la gente a non litigare perché, se perdi, fai la figura dello stupido e, se vinci, fai la figura del meschino:
Genti, sentiti a mia, ca sugnu vecchiu:
Cu’ litica no’ fa ’na bona ’mprisa:
Si perdi, resta comu nu finocchiu,
Si vinci, resta cu a sula cammisa.
Molto belli sono anche i proverbi-racconti, spesso dialogati, come questo proverbio arabo in cui uno struzzo fannullone, chiamato uccello cammello, trova mille scuse per non lavorare: Dissero all’uccello cammello: «Trasporta!». Rispose: «Non posso, sono un uccello». Gli dissero: «Allora vola!». Rispose: «Non posso, sono un cammello».
Tra le forme più diffuse c’è quella a epigramma (breve frase incisiva) che può avere una struttura semplice: Stare a tavola e non mangiare, è una cosa da crepare; oppure più complessa: Stare a tavola e non mangiare, stare a letto e non dormire, aspettare e non venire, son tre cose da morire. Molto usata è anche la forma antitetica (contraria, opposta) che mette in luce una qualche verità usando un contrasto: Molto fumo, poco arrosto; Meglio un uovo oggi che una gallina domani; Can che abbaia non morde.
La forma più nota di proverbio è però quella a canone, in cui cioè si esprime una regola esemplare e universalmente valida. Molti proverbi riguardano la vita contadina di una volta: Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere; Chi vuol pane porti letame. Molti il calendario: Aprile dolce dormire; Una rondine non fa primavera. Molto usati erano un tempo anche i proverbi relativi alla salute: Aria di fessura manda in sepoltura; Una mela al giorno toglie il medico di torno; Ricotta secca e polenta dura, si cammina fino alla sepoltura.
Il progresso tecnico e culturale rende sempre meno frequente l’uso dei proverbi. Eppure, per quanto poco usate, sono ancora oggi ben vive migliaia di formule proverbiali. Alzi la mano chi non ha mai letto o sentito dire: Chi si contenta gode; Meglio soli che male accompagnati; L’amore non è bello se non è litigarello; Impara l’arte e mettila da parte; Non c’è rosa senza spine. E quanti altri ancora?
I proverbi sono universali. Nelle società che hanno elaborato una loro tradizione letteraria, i proverbi sono diventati un vero e proprio modello di espressione, molto efficace e apprezzato. Uno dei libri della Bibbia più noto è proprio il Libro dei proverbi in cui si leggono centinaia di similitudini e parabole nate nel corso dei secoli nelle regioni che vanno dall’Egitto alla Mesopotamia.
Il posto migliore per studiare i proverbi si trova in Polonia, nella capitale Varsavia. In questa città, infatti, esiste la più grande biblioteca di proverbi provenienti da tutto il mondo. Prima di affrontare un viaggio così impegnativo, però, si può cominciare con una raccolta più vicina, più piccola ma non meno importante, quella della Fondazione Marco Besso a Roma.