PRUSSIANO antico
La lingua degli antichi Prussiani, appartenente al ramo baltico della famiglia linguistica indoeuropea (v. baltiche, lingue), si estinse gradatamente in seguito alla conquista e colonizzazione tedesca del paese. Da fonti storiche che ci riportano alla fine del sec. XVII si apprende che verso il 1700 il prussiano si poteva considerare come estinto.
Documenti che permettono di ricostruire, fino ad un certo punto, la grammatica e il lessico dell'antico prussiano sono: 1. un vocabolario che si conserva manoscritto nella biblioteca comunale di Elbing; 2. una lista di cento vocaboli trasmessaci nella Preussische Chronik (1517-26) di Simon Grunau da Tolkemit; 3. una versione del Catechismo di Lutero eseguita da ignoto e conservata in due diverse redazioni (entrambe a Königsberg, 1545); 4. una versione dell'Enchiridion di Lutero eseguita per ordine del duca Alberto da certo Abel Will (Königsberg, 1561). Il vocabolario di Elbing registra, distribuite in gruppi per materie, 802 voci prussiane accompagnate da traduzione tedesca; il manoscritto appartiene all'inizio del sec. XV o alla fine del XIV, ma l'archetipo, e quindi la raccolta del materiale linguistico, risale probabilmente al principio del sec. XIV o addirittura al XIII. Esso perciò è il più antico monumento che abbiamo delle lingue baltiche. Un copioso materiale onomastico e toponomastico è stato raccolto da documenti storici riguardanti la Prussia.
Bibl.: E. Berneker, Die preussische Sprache, Strasburgo 1896; R. Trautmann, Die altpreussischen Sprachdenkmäler, Gottinga 1910; G. Gerullis, Die altpreuss. Ortsnamen, Berlino 1922; R. Trautmann, Die altpreuss. Personennamen, Gottinga 1925; N. van Wijk, Altpreussische Studien, L'Aia 1918. Le opere di G. H. F. Nesselmann (Die Sprache der alten Preussen, Berlino 1845; Thesaurus linguae prussicae, ivi 1873), sono ormai sorpassate.