PUNICO
. Aggettivo da Poeni, nome col quale i Romani designarono i Cartaginesi. La sua forma lo riavvicina a quello greco dei Fenici (Φοίνικες), e non è chiaro a che cosa sia dovuto il passaggio a sorda (p) dell'aspirata ph: se cioè a un intermedio etrusco (in tal caso i Romani avrebbero avuto dagli Etruschi la prima notizia di Cartagine) o nel fatto che il termine Poeni rifletta una denominazione indigena (la lingua fenicia, come l'ebraica, non conosce la f in posizione iniziale e le sostituisce la p). Attualmente l'aggettivo "punico", del tutto sinonimo di "cartaginese", si suole usare per designare specificamente la scrittura epigrafica e la lingua di Cartagine. Per la prima, trasformazione con carattere di maggiore snellezza della scrittura di Tiro, v. alfabeto (II, p. 374); per la seconda, v. fenici (XIV, p. 1001). La vitalità del punico in Sardegna è oggi attestata per un'epoca molto più avanzata, in seguito alla scoperta di un'iscrizione in questa lingua (caratteristica anche per la forma peculiare dell'alfabeto) nella località dell'antica Bithia (sulla costa a SO. di Cagliari), in cui è fatta menzione dell'imperatore Marco Aurelio Antonino (Marco Aurelio oppure Caracalla: v. G. Levi Della Vida, in Atti dell'Accad. di Torino, LXX, 1934-35, p. 185-98).