Città della Tunisia (117.903 ab. nel 2004), 50 km a O di Sousse, a 58 m s.l.m. in una pianura stepposa semiarida gradualmente conquistata all’agricoltura; capoluogo dell’omonimo governatorato. Ha conservato i caratteri di una città araba, cinta da mura e bastioni; per i suoi monumenti è una delle città più caratteristiche dell’Africa settentrionale Ferrovia e autostrada per Sousse.
La città fu fondata nel 670 da ‛Oqba ibn Nāfi‛. Capitale dell’Ifrīqiya, raggiunse il suo massimo apogeo nel 9° sec. con gli Aghlabiti, che l’arricchirono di edifici monumentali e ne fecero un florido centro culturale e religioso islamico. Con i Fatimidi la città mantenne la sua prosperità, nonostante questi ultimi avessero fondato un altro centro urbano, Ṣabra al-Manṣūriyya; nel 1057 i Banū Ḥilāl devastarono l’intera regione, compresa Q., che mai recuperò l’antica floridezza. La città conserva ancora oggi il suo carattere sacrale.
La grande moschea di Q., ricostruita nell’836, presenta una profonda sala di preghiera di 17 navate, ortogonali a un transetto parallelo al muro della qibla, che con la navata mediana, più alta e più larga, forma il cosiddetto dispositivo a T. Notevole la cupola sopra il miḥrāb, a costoloni lobati poggianti tramite il tamburo sulla zona di raccordo a nicchie lobate. Le decorazioni del miḥrāb, incorniciato da mattonelle dipinte a lustro metallico, risentono dell’influsso mesopotamico, mentre i pannelli interni scolpiti in marmo sono di tradizione siriaca. Coeva è la moschea delle Tre Porte (866), con iscrizioni cufiche e bassorilievi con motivi vegetali realizzati secondo il gusto berbero locale. Del periodo aghlabita sono anche i bacini di Q., ancora funzionanti, di grande valore architettonico. Dei Fatimidi, che spostarono (972) la capitale al Cairo, rimangono, nei pressi, i resti della città di Ṣabra al-Manṣūriyya (947-48).