Rabat
Ai piedi dell’Atlante
Capitale del Marocco moderno, Rabat gode di una posizione climatica e ambientale favorevole grazie alla vicinanza dell’Oceano Atlantico e dei Monti dell’Atlante, che assicurano l’umidità sufficiente per la vita degli uomini e per l’agricoltura. Benché fra le città storiche marocchine non sia la più importante, all’inizio del Novecento ha assunto il ruolo di centro amministrativo del paese
La capitale del regno del Marocco (Maghreb) è un caso un po’ anomalo. Con una popolazione di 1.636.000 persone non è la città con il maggior numero di abitanti del paese: molto più popolosa è in effetti Casablanca, che ne conta circa il doppio ed è un grande porto di importanza internazionale. Anche dal punto di vista produttivo, Rabat non possiede la rilevanza di Casablanca o di Tangeri. È una città abbastanza antica, ma non ha la grande tradizione storica e politica di altre città come Fès e Marrakech, quest’ultima così nota che dal suo nome derivò il nome europeo di Marocco (che in arabo si chiama, invece, Maghreb «Occidente»).
In compenso Rabat è il centro amministrativo del paese fin dall’inizio del Novecento, ed è sede della grande università Mohammed V, uno dei più importanti atenei del mondo arabo. Insieme con le funzioni politico-amministrative, la città ha sviluppato un settore commerciale e artigianale abbastanza vivace, pur senza essere una delle mete turistiche preferite dai visitatori del Marocco.
Vicinissima alla costa dell’Oceano Atlantico, la città sorge sulla riva sinistra di un corso d’acqua, il Bou Regreg, in una regione dove le condizioni del clima, del terreno e dell’idrografia consentono la coltivazione intensiva dei terreni e un discreto addensamento di popolazione. Il vantaggio di questa posizione, come di buona parte del Marocco costiero, è prodotto dalla vicinanza all’oceano dei Monti dell’Atlante, abbastanza piovosi perché vi si scarica l’umidità oceanica. Sulla riva opposta dello stesso corso d’acqua si è sviluppata un’altra città, Salé, in passato più importante di Rabat, che ormai da anni forma con la capitale un’unica conurbazione (Rabat-Salé).
Il sito di Rabat fu valorizzato dai Fenici, che vi avevano un emporio, e poi dai Romani. La fondazione di una vera città risale tuttavia al 12° secolo, quando il suo porto venne utilizzato dagli Arabi come scalo per la Spagna e quando venne fondata la grandiosa moschea di Hasan, talmente vasta che addirittura non si riuscì a portarla a termine.
Dal 17° secolo, dopo che vi si rifugiarono molti Arabi profughi dalla Spagna, la città divenne uno Stato indipendente, come molte città arabe del Maghreb e altre del Mediterraneo – per esempio, le repubbliche marinare italiane – che avevano una flotta sviluppata e una florida economia mercantile, magari associata con la pirateria. Come quelle altre città ‘barbaresche’, anche Rabat nell’Ottocento dovette limitare la sua attività marittima al commercio legale.
Quando, nel 1911, il Marocco venne assoggettato al protettorato francese e spagnolo, Rabat rientrò nella regione controllata dai Francesi, che vi insediarono l’amministrazione coloniale. Nel 1956 il paese recuperò la piena indipendenza, ma la funzione di capitale rimase a Rabat.
Nel caso delle città arabe l’espressione tessuto urbano è veramente appropriata: la pianta di una medina (città vecchia), con gli infiniti vicoli ciechi, le strade strette e tortuose, i suq (mercati), la casbah (fortezza), dà veramente l’impressione di un intreccio di fili, di una stoffa. Anche a Rabat la medina, in parte circondata ancora dalle mura di difesa secentesche e delimitata su un lato dalla muraglia degli Andalusi, in ricordo dei musulmani profughi dalla Spagna, ha un aspetto molto complicato. Anche la casbah conserva un ricordo dell’immigrazione andalusa, negli splendidi giardini che vi furono impiantati presso la madrasa (scuola coranica).
A sud-est della città vecchia si estende invece il quartiere coloniale in cui presero sede gli uffici dell’amministrazione francese e che ancora oggi è il centro politico della città. Sempre a sud, sorgono il Palazzo reale, l’università, la ricca Biblioteca nazionale. Nei dintorni, la necropoli di Chella (13° secolo) sembra sia sorta sul sito e con i materiali di una colonia romana.
La vicina Salé e le più recenti espansioni urbane sulla destra del Bou Regreb hanno assunto a tratti l’aspetto di bidonvilles sovrappopolate e poco attrezzate.