radice
Perfora il terreno, assorbe acqua e nutrienti, àncora la pianta
La radice assicura il rifornimento delle sostanze necessarie allo sviluppo e alla crescita della pianta. Àncora la pianta al suolo o, comunque, a un sostegno. Nella maggior parte dei casi compie un lavoro molto duro: producendo sostanze lubrificanti e perforando, come un trapano, anche terreni molto compatti si fa strada tra le particelle di terreno, fino a raggiungere notevoli profondità
Le radici servono a rifornire la pianta non solo di acqua, ma anche delle sostanze in essa disciolte, i sali minerali indispensabili per la vita e la crescita di tutti gli organismi. Si può aggiungere anche che le radici servono ad ancorare la pianta al terreno in modo analogo alle fondamenta di un edificio; in realtà le radici di alcune piante si aggrappano a un supporto qualsiasi, compresi alberi e arbusti. In altri casi, poi, le radici accumulano e conservano sostanze di riserva utili per nutrire la pianta nei periodi di maggior bisogno proprio in modo simile alle cantine degli edifici, dove sono raccolte e immagazzinate le provviste.
Infine, le radici conservano e proteggono l’ambiente su cui si sviluppano le piante perché consolidano il terreno, soprattutto nei tratti scoscesi. Proteggono l’ambiente anche perché spesso vivono associate insieme ad altri microrganismi, come batteri o funghi, che contribuiscono ad arricchire il terreno rendendolo più fertile e areato.
Basta estrarre una radice qualsiasi dal terreno e osservare la parte terminale più sottile al microscopio per individuare alcune zone piccolissime in successione, ognuna fondamentale per un assorbimento efficiente.
A partire dall’estremità apicale, quella più lontana, ecco la cuffia radicale che, come un cappuccio sottilissimo, protegge le parti più interne. È formata da uno strato di cellule che aiutano la radice a penetrare sempre più in profondità tra le particelle di terreno. Mano a mano che affondano nel terreno, infatti, le cellule della cuffia si sfaldano e liberano all’esterno alcune sostanze che, come lubrificanti, ne favoriscono lo scorrimento della radice stessa.
La cuffia radicale è spinta in profondità grazie a una zona della radice soprastante detta zona di accrescimento, una piccola porzione dove le cellule si dividono ripetutamente producendone altre che l’allungano sempre più. Infine c’è la zona pilifera o zona di assorbimento, un piccolo tratto ricoperto di peli sottilissimi che hanno il compito specifico di assorbire acqua e sali minerali. I peli radicali vivono solo pochi giorni e sono continuamente sostituiti da peli giovani più efficienti che esplorano sempre nuove aree mano a mano che si allungano le radici.
Un confronto anche sommario tra diversi vegetali basta per rendersi conto che ci sono radici di diverso tipo. Carota, ravanello, erba medica o barbabietola hanno una sola radice dritta, allungata o ingrossata, la radice principale, da cui emergono filamenti sottilissimi detti radici secondarie. È questa la radice a fittone – spesso la parte edibile della pianta, come nel caso della carota –, che sprofonda nel terreno in senso verticale e assorbe acqua e sostanze minerali da strati anche molto profondi .
Grano, frumento e molte erbe, tra cui tutte le altre Graminacee, portano invece alla base del fusto un gruppo o fascio di radici più o meno delle stesse dimensioni, dette fascicolate. Queste si ramificano in tutte le direzioni possibili e – soprattutto lungo i pendii più o meno ripidi, proprio come reti di protezione – trattengono non solo piccole particelle di terreno ma anche pietre che altrimenti sarebbero facilmente trascinate a valle dall’acqua e dal vento, i principali agenti erosivi.
Alcune radici sono aeree perché esposte a contatto diretto con l’aria, da cui assorbono vapore acqueo e sostanze minerali. Lo sono, per esempio, le radici delle orchidee tropicali, che vivono sugli alberi utilizzati solo come supporto su cui ancorarsi.
Alcune piante parassite come la cuscuta, invece, hanno radici specializzate, dette austori, che assorbono il nutrimento da altre piante in quanto si insinuano direttamente all’interno dei loro rami.
Edera e altri rampicanti, infine, hanno radici avventizie, che, a partire dai rami, si aggrappano su qualsiasi superficie verticale.