ALA, Raffaele
Nato nel 1780, studiò diritto nell'università di Roma, nella quale egli si addottorò il 17 luglio 1816.
Nel settembre dello stesso anno fu nominato avvocato dei rei per i tribunali di Ancona e Macerata e nel novembre, dall'Arciconfraternita della carità di Roma, procuratore dei poveri carcerati; nel 1819 e 1820 risulta procuratore dei poveri per la carità presso il Tribunale del governo e poi per la diocesi di Frascati. Il 7 ott. 1820 divenne procuratore o difensore pubblico presso il Tribunale supremo della Sagra Consulta di Roma; avvocato, dal 18 febbr. 1820, della Romana Curia, il 18 giugno 1821 il cardinale G. M. Della Somaglia, vescovo e governatore di Ostia e Velletri e segretario di stato, lo nominò suo uditore criminale.
Nel 1825 e 1826 pubblicò a Roma, in Otto volumi, Il foro criminale, ampia trattazione sistematica divisa in dieci parti o trattati, in cui l'A. si occupò "... di raccorre tutto quello che circa i delitti, le prove, e le pene contienesi nelle leggi comuni, nelle Bandimentali, nel Gius Canonico e nelle Apostoliche Costituzioni; di esporre inoltre i sistemi della procedura saggiati dai Prammatici ed osservati nel Foro..." (ma questa ultima parte non venne per il momento realizzata). Con circolari della segreteria di stato di Leone XII ai cardinali legati e ai prelati delegati delle province fu ordinato che tutti gli impiegati dell'amministrazione della giustizia criminale si provvedessero di tale opera, disposizione confermata da Gregorio XVI per mezzo del prefetto della Segnatura il 3 febbr. 1832. All'opera maggiore seguì la Pratica criminale, Roma 1829-1830, in tre volumi, destinata alla trattazione della procedura.
Nel 1838, vinto il concorso dell'università romana per la cattedra di istituzioni di diritto criminale, presentando, oltre che le opere a stampa, un progetto manoscritto di codice penale, fu nominato professore sostituto, fino al 1843, e poi professore pubblico di istituzioni di diritto criminale.
Nel 1839-1840, sempre a Roma, l'A. aveva ancora pubblicato, tenendo conto delle riforme penali pontificie del 1831 e del 1832; i Criminalis iuris et praxeos instituta usui etiam forensi accomodata, opera in tre volumi, di cui il terzo intitolato Universi criminalis iuris epitome seu theses.
Morì il 5 marzo 1846.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Archivio della S. Congregazione degli studi, b. 227 (Università di Roma, Concorsi alle cattedre vacanti), fasc. dell'a. 1838; ibid., b. 997 (Registro di concorsi alle cattedre); si veda anche l'Annuario del Dipartimento di Roma (pubblicazione ufficiale) per gli anni 1813 e 1814 e le Notizie per l'anno..., pubblicate a Roma e relative agli anni 1818-1846; V. La Mantia, Storia della legislazione italiana. I. Roma e Stato Romano, Torino 1884, p. 729; N. Spano, L'Università di Roma, Roma 1935, pp. 110, 337.