ANDREOLI, Raffaele
Commentatore di Dante, lessicografo, poligrafo, nato a Napoli il 5 ottobre 1823. Addottoratosi in giurisprudenza, ma escluso dal foro napoletano per le sue idee liberali, si diede all'insegnamento privato, tradusse opere giuridiche, annotò testi di lingua. Dopo il '60, fu caposezione al Ministero dell'interno a Torino e a Firenze, e poi consigliere di prefettura a Firenze e a Napoli; donde, nel '73, Silvio Spaventa, ministro dei lavori pubblici, lo chiamò a Roma, suo segretario particolare: ufficio che tenne sino al 1876. Dimorò poi, per ragioni di ufficio, a Oneglia e a Porto Maurizio. Morì a Napoli il 28 giugno 1891.
Sue opere: Il preludio, Napoli 1844 (novelle in 8a rima); commento della Divina Commedia, 1a ed., Napoli 1856 (2a, Napoli 1863, e poi frequentemente ristampato dal Barbèra, che lo accolse nel 1870 nella sua Biblioteca scolastica); Cose di Napoli, Roma 1875 (prose e versi); Storia di San Remo, Venezia 1878; Oneglia avanti il dominio della casa di Savoia, Oneglia 1887; Vocabolario napoletano-italiano, Torino 1887; Nozioni fondamentali dell'arte del dire, Firenze 1888; ecc. Ingegno dotto ed elegante, quanto modesto, l'A. vive nel suo commento dantesco, sobrio e assennato, pieno di buon senso e di buon gusto, e nell'ottimo Vocabolario napoletano, che meriterebbe d'essere ristampato.
Bibl.: B. Croce, Un napoletano commentatore di Dante, in Nuove curiosità storiche, Napoli 1922.