Poeta e drammaturgo indiano (sec. 9º-10º d. C.), apprezzato per erudizione linguistica, ma di scarsa ispirazione poetica. Compose quattro drammi, di cui il migliore è la Karpūramañjarī, scritta interamente in pracrito e in cui è evidente l'imitazione di Kālidāsa; altri due sono di argomento epico: l'interminabile Bālarāmāyana ("Rāmāyana per i fanciulli") e il Bālabhārata ("Mahābhārata per i fanciulli"), pervenutoci incompleto. È anche autore della Kāvyamīmāṃsā, trattato di poetica di grande originalità e forte acume critico.