RASCIA (in serbo Raška)
È territorialmente e nazionalmente il nocciolo da cui, sul finire del sec. XII, si sviluppò il regno di Serbia. Nell'alto Medioevo comprendeva la regione intorno al fiume Raška, con la città di Ras (‛Ράσον, ‛Ράση) nei pressi dell'odierna Novipazar. La popolazione era costituita da Serbi, sudditi dell'impero bizantino, governati da un giuppano (župan, ζουπάνος). A mezzo il sec. XI, Michele, re della finitima Dioclea (v. montenegro), strappò la Rascia a Bisanzio preponendovi quale giuppano il figlio Petrislavo (1060-1073). Si fondò così una dinastia propriamente rasciana, la quale, manovrando nelle competizioni d' allora e appoggiandosi ora a Bisanzio ed ora all'Ungheria, in breve non solo si emancipò dalla Dioclea, ma le si impose strappandole dei territorî. Uroš I (1115-1131), nipote di Petrislavo, porta già il titolo di gran giuppano. Intorno al 1150, Desa, fratello e competitore di Uroš II (1131-1161, con qualche interruzione), estende il potere alla Tribunia (intorno all'odierna Trebinje) e alla Zaculmia (Zahumlje, a sud del fiume Narenta con Stagno e Sabbioncello). Uroš II è forse anche il padre del gran giuppano Nemanja (v.) con il quale la storia della Rascia virtualmente si conclude. Giacché lo stato, reso indipendente, rinsaldato e ampliato, abbandona a poco a poco l'antica e ristretta denominazione geografica, per assumere, dal nome del popolo, in continua espansione, il nome più lato di Serbia (v.). Tuttavia, specie nelle lingue occidentali, il nome di Rascia continuò ancora per qualche secolo ad essere usato come sinonimo di Serbia (Dante, Par., XIX, 140; M. Villani, IX, 32, ecc.). I Tedeschi durante il Sei e Settecento chiamarono la regione Ratzen o Raitzen e con tal nome talvolta indicarono i Serbi.
Bibl.: Assai oscura e piena di contrastanti opinioni è ancora la storia della Rascia, soprattutto a causa delle difficoltà d'interpretazione che presentano le leggendarie fonti medievali indigene (v. nemanja). Qui occorre aggiungere: St. Novaković, Zemljište radnje Nemanjine (Il territorio dell'attività di Nemanja), in Godišnijca Nikole Čupića, I, (1877), pp. 166-243; id., Nemanjićke prestonice: Ras, Pauni, Nerodimlja (Le residenze di Nemanja: R., P., N.) in Glas della R. Accademia di Serbia, LXXXVIII (1911); Stern, Das alte Rascien, Vienna 1916; F. Šišić, Letopis popa Dukljanina (La cronaca del prete di Dioclea), Belgrado 1928, p. 85 segg.