Shankar, Ravi
Compositore e suonatore di sitār indiano, nato a Benares (Uttar Pradesh) il 7 aprile 1920. Musicista di fama internazionale, S. ha contribuito più di chiunque altro alla conoscenza e alla diffusione della musica indiana nei paesi occidentali.
Allievo inizialmente del fratello Uday, nella cui compagnia si è esibito fin da giovanissimo in qualità di musicista e danzatore in Europa e negli Stati Uniti, S. si è perfezionato, a partire dal 1936, con Ustad Allaudin Khan a Maihar. Dopo aver composto le musiche per balletti quali Immortal India e Discovery of India (1944; basato sul libro di J.P. Nehru), e divenuto celebre come virtuoso di sitār, ha lavorato dal 1949 al 1956 alla All-India Radio di Delhi come direttore dell'ensemble strumentale. Nel 1956 ha compiuto il primo tour di concerti in Europa e negli Stati Uniti; in seguito si è esibito, tra l'altro, a Parigi per l'UNESCO (1958), al Festival di Edimburgo (1963), a New York, in occasione dello Human Rights Day (1967), insieme al violinista Y. Menuhin. La partecipazione al Monterrey Pop Festival (1967), al Woodstock Festival (1969), ai concerti a favore del Bangla Desh (1972), nonché la collaborazione con musicisti come G. Harrison, hanno conferito a S. un'ampia fama anche nel mondo della popular music. Nel 1967 ha istituito a Los Angeles la Kinnara School, per la diffusione e l'insegnamento in Occidente della musica indiana. Membro onorario della Academy of Arts and Letters (USA), S. ha ricevuto lauree e titoli onorifici da prestigiose università indiane e statunitensi; nel 1986 è stato nominato membro del Parlamento indiano.
Fra le sue composizioni orientate alla commistione con il linguaggio della musica colta occidentale emergono i due Concerti per sitār e orchestra, composti su commissione della London Philharmonic Orchestra (Concerto nr. 1, 1970) e della New York Philharmonic Orchestra (Concerto nr. 2, Raga Mala, 1981). Tana Mana (1987), combinazione unica di strumenti tradizionali ed elettronica, rappresenta il personale apporto di S. alla new age; risale al 1990, con Passages, la sua collaborazione con Ph. Glass. S. ha composto inoltre la musica per numerosi film, tra cui Chairy Tale (premiato a Venezia nel 1957), Kabuliwala (Orso d'argento al Festival di Berlino del 1966), Gandhi (nomination all'Oscar nel 1983). Lo stile musicale di S., al quale si deve la creazione di numerosi nuovi rāga (modi), deriva da quello del suo maestro Allaudin Khan; negli ālāp, libere improvvisazioni sul rāga a carattere introduttivo, vi è un uso particolarmente sviluppato del registro grave; i gat (movimenti) emergono per l'invenzione ritmica, attraverso l'impiego di tāla (ambiti ritmici) asimmetrici e originali. Tra gli scritti di S. si segnala l'autobiografia My music, my life (1968).
bibliografia
The great Shankars: Uday, Ravi, ed. D. Ghosh, Calcutta 1983.
S.M. Slawek, Ravi Shankar as mediator between a traditional music and modernity, in Ethnomusicology and modern music history, ed. S. Blum et al., Urbana (Ill.) 1991, pp. 161-80.
N.P. Raman, Pandit Ravi Shankar, in Sruti-India's premier music and dance magazine, 1997, pp. 25-31.