REALISMO-IPERREALISMO
. Il concetto di "realismo" nella sua accezione generale rappresenta una categoria estetica e, come tale, assume un valore metastorico che interessa la storia delle arti figurative di tutti i tempi. A prescindere da tale dimensione, il termine di r. si ritrova, usato in base al valore programmatico o polemico insito nel termine stesso, in vari momenti dell'arte figurativa moderna e contemporanea. Si può a questo proposito citare quella "pittura della realtà" che s'inserì come componente essenziale all'interno del movimento espressionista tedesco, con la cosiddetta Neue Sachlichkeit, o in Italia, quando il termine venne usato nell'ambito del movimento Novecento nel 1929 o quando si definirono alcune esperienze americane come "r. magico". Assai più complessa è l'utilizzazione del termine in Unione Sovietica, quando a partire dal 1932 si cominciö a teorizzare il "r. socialista", teorizzazione che assunse un valore programmatico e che divenne contemporaneamente una categoria estetica. L'utilizzazione del termine si può ritrovare, in tempi più recenti, nell'ambito del neorealismo italiano dell'immediato dopoguerra e, negli anni Sessanta, usato con più esplicito riferimento polemico, col Nouveau Réalisme francese.
Il cosiddetto "iperrealismo" si è sviluppato in Europa e negli Stati Uniti a partire dal 1970; il termine tuttavia è ancora assai impreciso concettualmente, tanto che spesso è il termine r. che viene utilizzato con analogo significato. Il termine i. cominciò a essere usato a proposito di alcuni artisti americani che nel febbraio del 1972 vennero presentati alla galleria Sidney Janis di New York in una collettiva dal titolo programmatico di "Sharp Focus Realism". Tuttavia un precedente importante fu la mostra al Museo di Montreal del 1970 che sotto il titolo di Realism(e)s proponeva una genealogia di questo r. contemporaneo, risalendo al Dadaismo e al Movimento surrealista. Attraverso una serie di esposizioni, si è cercato di meglio circoscrivere e definire quella particolare messa a fuoco della realtà propria degli artisti iperrealisti. Si possono citare per es. la mostra del museo d'Arte contemporanea di Chicago nel 1971 (Radical Realism), quelle parigine della Galerie des Quatres Mouvements (Grands maîtres hyperréalistes américains, 1973) e dello CNAC (Hyperréalistes américains et Réalistes européens, 1974), la mostra di Bruxelles del 1973 (Hyperréalisme), o, in Italia, quella della galleria La Medusa (Roma 1973) e di Ascoli Piceno (1974).
L'i. fa appello a un linguaggio estremamente preciso e analitico nel riprodurre "il reale", e specialmente ricorre a un'angolazione ossessivamente focalizzata di una realtà banale e quotidiana, cristallizzata in una dimensione atemporale dallo sguardo "neutro" dell'artista-spettatore. È in questo senso che un punto di riferimento costante dell'i. è il suo rapporto dialettico e complementare con la fotografia. Si è spesso risaliti a precedenti immediati, come i celebri "specchi" di Pistoletto e, in genere, a tutta l'esperienza della Pop Art i cui confini con l'i. restano estremamente problematici. Tra gli artisti iperrealisti più rappresentativi vanno citati gli americani J. De Andrea, R. McLean, R. Estes, B. Everett.
Specialmente negli ultimissimi anni, l'i. tende sempre più a trasformarsi in una categoria estremamente ampia in cui vengono fatti convergere, in base a un'ambigua operazione, tutte quelle che si vogliono prestare come espressioni di un generico "realismo". Rientra in quest'operazione la riscoperta dell'arte pompier del 19° secolo, o, in base a un discorso assai meno innocente, quella degli artisti sovietici legati al r. socialista. Un esempio vistoso di questa tendenza è la spettacolare rassegna organizzata alla Kunsthalle di Darmstadt nel 1975 (Realismus und Realität).
Bibl.: U. Kultermann, Radikaler Realismus, Tubinga 1972; Réalismes, numero speciale di Opus International, nn. 44-45, Parigi 1973. Catalogo della mostra Hyperréalism (testi di K. Geirandt, J. P. Van Tieghen, P. Sager), Bruxelles 1973.