RECOARO Terme (denominazione assunta il 22 gennaio 1934; A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Vicenza, 43 km. da questa città e 20 da Schio, 445 m. s. m., situata in una verde conca presso la confluenza di varî torrenti che scendono dai M. Lessini e dalle Piccole Dolomiti vicentine e formano l'Agno, che scorre da NO. a SE. Il bacino è formato per la massima parte da rocce preterziarie (specie micascisti, arenarie e marne), ricoperte da materiali detritici, che dànno luogo a dossi arrotondati e a declivî verdeggianti di prati e di boschi. All'intorno la conca è chiusa da monti che presentano il tipico paesaggio dolomitico, con creste maestose e pareti a picco, nude e selvagge; fanno da sfondo verso NO. l'ardita cresta dentata del Baffelan (m. 1791) e quella del Cornetto (m. 1900), a S. s'innalza l'acuto dente dello Spitz, verde fino alla cima, mentre da N. la conca è difesa dal dosso dello Xon. Il clima è mite, gli sbalzi di temperatura limitati, raro il vento. La parte principale del paese è formata da una lunga strada che sale dolcemente sulla sinistra dell'Agno; vi sono numerosi alberghi e la località è molto frequentata nei mesi estivi come stazione climatica e per le sue acque ferruginose, che vengono anche esportate (36 mila bottiglie al giorno). I dintorni si prestano a belle passeggiate sottobosco e per prati. Una strada di guerra di 16,4 km. conduce al Pian della Fugazza, dal quale è facile ascendere al Pasubio. La salita delle Dolomiti Vicentine è facilitata dal Rifugio Olinto De Pretto (m. 1457). Il comune copre una superficie di 60 kmq., di cui solo 4,2 riservati ai seminativi, mentre invece i boschi si estendono su 22,6, i prati su 13,1, i pascoli su 8,3. Gli abitanti, che erano 6591 nel 1901, sono ora 7027, di cui circa un migliaio a Recoaro, gli altri sparsi in case isolate nelle due frazioni di Rovegliana e Fongara. L'allevamento ha una qualche importanza (2300 bovini).
Le più note fra le sorgenti minerali, ferruginose-carboniche fredde, di Recoaro sono le fonti Lelia, Lorgna, Amara, Nuova, Giuliana, Catulliana, Capitello, Franco, Aureliana, Abelina, Pace e Regina. Si usano principalmente per bevanda nelle affezioni dell'apparato digerente, nelle ematopatie e nelle discrasie. La maggior parte delle fonti hanno padiglioni con impianti per la cura idropinica. V'è pure il R. Stabilimento idro-elettro-cinesiterapico per bagni e cure fisiche, oltre a uno stabilimento idroterapico per militari.
Bibl.: R. Fabiani, Idrografia del bacino dell'Agno-Guà, Venezia 1920; C. Fontana, Guida storico-alpina di Valdagno, Recoaro, Schio, Arsiero, Schio 1898.