redenzione (ridenzione)
Il termine, evocando l'idea del riscatto degli schiavi, indica nella religione cristiana il " riscatto " dell'uomo dalla schiavitù del peccato originale operato da Cristo attraverso l'incarnazione e la morte sulla croce, il " ricompramento " (redemptio) dell'uomo (Buti) a cui è legata la salvezza dei giusti. In Pd VII 57 Tu dici: " Ben discerno ciò ch'i' odo; / ma perché Dio volesse, m'è occulto, / a nostra redenzion pur questo modo ", Beatrice espone il dubbio di D. sul perché Dio volle la r. attraverso l'incarnazione di Cristo; l'accento batte sul concetto dell'insondabilità del giudizio divino (perché Dio volesse, m'è occulto [v. 56] e Questo decreto.., sta sepulto / a li occhi di ciascuno il cui ingegno / ne la fiamma d'amor non è adulto, vv. 58-60). Per tutto questo v. ANSELMO; CRISTO; INCARNAZIONE.
Ancora in relazione al tema dell'imperscrutabilità divina, in Pd XX 123 [Rifeo] per grazia che da sì profonda / fontana stilla, che mai creatura / non pinse l'occhio infimo e la prima onda, / tutto suo amor là giù pose a drittura: / per che, di grafia in grazia, Dio li aperse / l'occhio a la nostra redenzion futura (v. SALVEZZA DEI PAGANI). ‛ Ridenzione ', con riduzione fiorentina della -e- pretonica, è usata in Fiore XVIII 12 e' convien che sia morto o messo in caccia, / sanza trovar in noi mai ridenzione. Ha il significato, ben attestato anticamente, di " via di redimersi o salvarsi " (Parodi), " scampo ".