REGGIO EMILIA
(Reggio nell'Emilia; lat. Regium Lepidi)
Città dell'Emilia-Romagna, capoluogo di provincia.La città romana sorse intorno al 174 a.C. sull'asse della via Aemilia e sulla destra del torrente Crostolo, come forum intermedio fra le colonie di Parma e di Modena, in una zona popolata dall'età protostorica. La forma antica è parzialmente ricostruibile dai ritrovamenti archeologici, fra cui domus, resti di ponti e tratti viari. Non si hanno tracce di fortificazioni fino al sec. 4° d.C., quando l'abitato si era ridotto alla zona circostante il forum (Lepidoregio, 1996).La fonte narrativa più antica sulla Chiesa reggiana è costituita dai Miracula beati Prosperi, mentre il Liber Grossus Antiquus, che raccoglie documenti sull'amministrazione civica, le Consuetudini e gli Statuti, le cronache di Alberto Milioli e di Salimbene de Adam e il Chronicon Regiense informano sulle vicende di R. fra il 12° e il 14° secolo.La più antica fonte iconografica su R. è una pianta prospettica edita da Sadeler agli inizi del sec. 17° (Reggio Emilia, Bibl. Mun.).Al termine della guerra gotica (553) R. entrò nell'orbita bizantina fino all'arrivo dei Longobardi (568-569), che vi fondarono la chiesa di S. Michele Arcangelo. Nell'857 risultava già istituita la canonica di S. Maria, preposta all'officiatura della basilica di S. Michele (Artioli, 1977), assunta così al rango di concattedrale. La primitiva cattedrale, dotata di una propria collegiata canonicale, era dedicata a s. Prospero e fino al sec. 9° sorgeva "non multum eminus a civitate" (Affarosi, 1733-1746, III, p. 121). Distrutta dagli Ungari nell'899, fu ricostruita dopo che il vescovo venne autorizzato dal re Ludovico III il Cieco (890-927 ca.) a fortificare R. (31 ottobre 900). Un documento del 942 menziona la nuova cattedrale, dedicata ai ss. Maria e Prospero, come già esistente tra la chiesa di S. Michele e la canonica di S. Maria, in una collocazione coincidente con l'odierna.All'epoca della lotta per le investiture, R. risulta schierata con la parte imperiale fino al 1085. La presenza di consoli al governo della città è attestata soltanto dal 1136.Sul finire del sec. 12° lo sviluppo economico e demografico condusse a pianificare razionalmente la forma di R., con lo scavo di nuovi fossati assai più ampi dell'abitato esistente e la deviazione del Crostolo, fatto scorrere all'esterno del nuovo perimetro, opere entrambe seguite dalla costruzione di un circuito murario di pianta esagonale pressoché unico nell'Europa del tempo. Contemporaneamente si avviò la riorganizzazione urbanistica della città, incentrata sulla costruzione del palazzo Comunale (1199) e sulla creazione della piazza pubblica (Mussini, 1988). L'operazione, interrotta nel 1246 per la ripresa delle lotte fra le fazioni cittadine, proseguì fra il 1270, con l'ampliamento del palazzo Comunale e la costruzione del palazzo del Capitano del popolo, e il 1313, anno del completamento delle mura in mattoni. Nel 1339, durante la dominazione gonzaghesca, all'interno di porta S. Nazario fu costruita una vasta fortezza, demolita nel 19° secolo. Fino al 1328 il mercato alimentare era tenuto nella plathea parva, un'area ristretta comunicante con la piazza comunale, collocata fra il palazzo del Capitano del popolo, il battistero e il palazzo vescovile. La crisi che R. attraversò nel sec. 14°, in seguito al passaggio sotto dominazioni diverse, bloccò le attività edilizie e artistiche in genere, di cui si hanno soltanto scarse tracce frammentarie, soprattutto icone votive.Della cinta muraria, demolita sul finire del sec. 19°, restano soltanto porta Santa Croce, del 1199 (parzialmente rifatta nel 1859), porta Castello (1226) e qualche metro delle mura erette nel 1245 verso porta di Ponte Levone, rintracciate con lo scavo del baluardo cinquecentesco (Mussini, 1991b).I secc. 12° e 13°, in concomitanza con il fiorire del Comune, segnarono anche la trasformazione dell'architettura religiosa, come attestano le poche tracce sopravvissute alle ristrutturazioni moderne. Ricerche sulla facciata della cattedrale hanno consentito di verificare che esisteva originariamente un avancorpo rettangolare - testimoniato ancora dalla torre ottagonale sul culmine della fronte - con funzione di Westwerk, il quale nel sec. 13° fu eliminato con l'avanzamento delle navate laterali e la costruzione di una nuova facciata decorata con gallerie e mensole scolpite (Mussini, 1991a). I lavori furono conclusi con la stesura di un affresco sul frontone triangolare raffigurante il Pantocratore circondato da angeli, oggi in stato frammentario (Reggio Emilia, Mus. diocesano). Di tale ristrutturazione della cattedrale, avviata sul finire del sec. 12° e protrattasi per tutto il 13°, restano tracce sulla facciata e sul fianco nord, oltre a frammenti di un ambone di scuola antelamica costituiti da due leoni stilofori, da una lastra a rilievo con Cristo e i simboli degli evangelisti (Quintavalle, 1990) e da un rilievo con i Magi nella cripta. Dalla cattedrale sembrano provenire anche alcune formelle databili alla seconda metà del sec. 12°, forse appartenenti al pontile e ora disperse in diversi musei (Reggio Emilia, Mus. Civ. e Gall. d'Arte; Bryn Athyn, Glencairn Mus.; Princeton, NJ, Art Mus.; Detroit, Inst. of Arts; New York, Brooklyn Mus.; Calzona, 1991).Il battistero, eretto nella prima metà del sec. 12° e consacrato nel 1140, fu profondamente trasformato nel sec. 15°, quando fu inglobato nel nuovo palazzo vescovile. L'impianto planimetrico originario, a croce greca intersecata da un cerchio, con quattro pilastri compositi all'incrocio e tre absidi orientate, insieme ad ampie porzioni dell'originario alzato, è stato recuperato con recenti restauri (Mussini, 1991a). Meno interessanti le poche tracce medievali delle altre chiese urbane, a eccezione di S. Stefano, dove si conserva l'impianto delle navate e del transetto (fine sec. 11°-inizi 12°), parzialmente liberato dai rivestimenti seicenteschi, con un capitello in arenaria raffigurante Cristo benedicente.Nelle collezioni civiche (Reggio Emilia, Mus. Civ. e Gall. d'Arte; Mus. Archeologico; Coll. Chierici) si trovano ampi frammenti dei pavimenti musivi della cattedrale, di S. Prospero, S. Tommaso e S. Giacomo, tutti databili al sec. 12° (Degani, 1961; Calzona, 1991; Quintavalle, 1991). Sono conservati, inoltre, un tesoretto romano-barbarico comprendente monete auree bizantine, gioielli tardoromani e ostrogoti (Degani, 1959; Bierbrauer, 1994), corredi di tombe longobarde (Sturmann Ciccone, 1977), sculture medievali e le epigrafi di fondazione delle diverse porte urbane (dal 1199 al 1235).
Bibl.:
Fonti. - Miracula beati Prosperi episcopi et confessoris, a cura di A. Mercati, AnalBoll 15, 1896, pp. 161-256; Consuetudini e statuti reggiani del secolo XIII, a cura di A. Cerlini, Reggio Emilia 1933; Liber Grossus Antiquus Comunis Regii, a cura di F.S. Gatta, 6 voll., Reggio Emilia 1944-1962; Alberto Milioli, Liber de temporibus, a cura di O. Holder-Hegger, in MGH. SS, XXXI, 1903, pp. 351-579; Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, 2 voll., Bari 1966; Chronicon Regiense, in RIS, XVIII, 1731, pp. 5-98; C. Affarosi, Memorie istoriche del Monistero di San Prospero, 3 voll., Padova 1733-1746.
Letteratura critica. - A.K. Porter, Lombard Architecture, 4 voll., New Haven-London-Oxford 1915-1917; M. Degani, Il tesoro romano barbarico di Reggio Emilia, Firenze 1959; id., I mosaici romanici di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1961; N. Artioli, L'origine della cattedrale di Reggio Emilia, Ravennatensia 6, 1977, pp. 211-236; C. Sturmann Ciccone, Reperti longobardi e del periodo longobardo della provincia di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1977; Romanico mediopadano. Strada, città, ecclesia, a cura di A.C. Quintavalle, cat. (Parma 1977-1978), Parma 1983; Storia illustrata di Reggio Emilia, San Marino 1987; M. Mussini, La mandorla a sei facce, Parma 1988; E. Guidoni, Storia dell'urbanistica. Il Duecento, Roma-Bari 1989; A.C. Quintavalle, Benedetto Antelami, cat. (Parma 1990), Milano 1990; id., Wiligelmo e Matilde. L'officina romanica, cat. (Mantova 1991), Milano 1991; A. Calzona, ivi, pp. 397-408 nrr. 28a-28s; M. Mussini, Una città e il suo battistero. La chiesa di San Giovanni Battista a Reggio Emilia, Reggio Emilia 1991a; id., Porta de Clavica in Porta Castello: le vicende storico-archeologiche di una porta di Reggio Emilia, in M.C. Costa, Portae Castelli Veteris. Il casone del baluardo di Porta Castello in Reggio Emilia, Roma 1991b, pp. 165-187; V. Bierbrauer, I tesori di Reggio Emilia e di Desana, in I Goti, cat., Milano 1994, pp. 202-207; Lepidoregio. Testimonianze di età romana a Reggio Emilia, a cura di G. Ambrosetti, R. Macellari, L. Malnati, Reggio Emilia 1996.M. Mussini