Città della Francia occidentale (209.613 ab. nel 2006), capoluogo del dipartimento dell’Ille-et-Vilaine e della Bretagna. È situata a 54 m s.l.m., alla confluenza dei fiumi Ille e Vilaine. Posta all’incrocio di vie di comunicazione naturali, nodo ferroviario, è importante centro amministrativo e commerciale, con un attivo settore secondario (industrie meccaniche, petrolchimiche, automobilistiche, tessili, alimentari, calzaturiere, delle telecomunicazioni).
Una delle prime città galliche della regione armoricana, capitale dei Redoni, passò in mano ai Romani dopo essere stata conquistata da Crasso. Sotto i Carolingi fu sede di contea; tolta dal duca di Bretagna Nomenoe a Carlo il Calvo (843), divenne capitale della Bretagna, poi sede di una contea indipendente. Presa da Jean de Montfort (1341) all’inizio della guerra dei Cent’anni, subì un assedio memorabile. Tenutasi fuori dalla Lega, ma fedele a Enrico III, fu una delle ultime città a sottomettersi a Enrico IV (1598). Nella lotta contro gli chouans rimase fedele alla Repubblica, e divenne la base dell’esercito repubblicano.
La città alta e vecchia, contrapposta alla città bassa e nuova, fu distrutta quasi per intero nel 1720 da un incendio e venne ricostruita fornendo un esemplare documento di urbanistica del Settecento. La nuova pianta di R., elaborata da Isaac Robelin, fu rimaneggiata da Jacques Gabriel (1725): ha figura di scacchiera, il cui asse è indicato dal Palazzo di Giustizia e dal fiume Vilaine, rettificato nel corso. Le nuove strade presentavano prospettive architettoniche; il Palazzo di Giustizia (S. de Brosse, 1618-54) servì di scenario a una grande piazza regolare comunicante con un’altra piazza di disegno simile (piazza del Municipio). Tra i monumenti superstiti all’incendio: chiese di Saint-Germain (15° sec.) e di Notre-Dame (14° sec.); porta Mordelaise (15° sec.). Il Palazzo dei Musei ospita ricche collezioni di arte bretone e di dipinti di varie epoche.