RENO
Fiume dell'Europa centro-occidentale di grande importanza storica, politica ed economica. Il R. nasce nelle Alpi svizzere, attraversa quindi diversi stati (Svizzera, Lichtenstein, Austria, Germania, Francia, Paesi Bassi), ricevendo numerosi importanti affluenti (Aar, Neckar, Meno, Lahn, Ruhr, Mosella). Alla fine del suo corso, in Olanda, sfocia nelle acque del mare del Nord.Sotto il profilo geografico, il corso del fiume è stato diviso in diversi tratti: Vorderrhein e Hinterrhein (sorgenti dal San Gottardo e dall'Adula), Alpenrhein (fino al lago di Costanza), Hochrhein (tra il lago di Costanza e Basilea), Oberrhein-Alto R. (tra Basilea e Bingen), Mittelrhein-Medio R. (tra Bingen e Bonn) e Niederrhein-Basso R. (da Bonn fino al confine con i Paesi Bassi).Sotto il profilo storico, agli ultimi quattro tratti corrispondono regioni pressoché unitarie: allo Hochrhein la zona intorno al lago di Costanza (v.), all'Alto R. quelle di Basilea, Ortenau, Brisgovia e Alsazia (v.), al Medio R. le regioni storiche di Renania-Palatinato (od. Rheinland-Pfalz, Saarland) e Assia (v.) e infine al Basso R. quella della Renania settentrionale. Esiste tuttavia una discrepanza tra divisione geografica e storica nel caso del limite meridionale del Medio R.: il tratto di fiume tra Karlsruhe e Bingen è infatti storicamente ascrivibile al Medio R., ma per alcuni studiosi le zone del Palatinato e dell'Assia renana - con le importanti città vescovili di Spira (v.), Worms (v.) e Magonza (v.) - devono ancora considerarsi appartenenti all'Alto R., secondo appunto la divisione geografica.
Regione di confine tra la Germania sudoccidentale (Baden-Württemberg), la Francia nordorientale (Alsazia) e la Svizzera settentrionale (Basilea), l'Alto R. nell'ambito delle scienze storiche comprende di norma il bassopiano lungo le due rive del fiume, racchiuso a O dai Vosgi e dal massiccio dello Haardt, a E dalla Selva Nera e dall'Odenwald, a S dalla città di Basilea e dal Giura svizzero; mentre il limite settentrionale oscilla tra Karlsruhe e Bingen. Per definire la regione artistica dell'Alto R. è preferibile circoscrivere i confini a un ristretto nucleo comprendente Alsazia, Brisgovia, Ortenau e Basilea, anche se per l'architettura di epoca romanica non si possono ignorare contatti con i monumenti della regione palatina (Kubach, Verbeek, 1989). D'altra parte nel Tardo Medioevo è possibile osservare relazioni strette tra le città dell'Alto R. e quelle della regione intorno al lago di Costanza, a tal punto che appare necessario per questo periodo considerare come Alto R. anche lo Hochrhein con Costanza e Zurigo (Becksmann, 1967; Stamm, 1981a; 1981b; 1984; 1985).Già queste difficoltà di definizione mettono in luce che riguardo all'Alto R. non si tratta di un'unica e stabile entità sviluppatasi politicamente e culturalmente attraverso le diverse epoche storiche. In periodo tardoromano il R. costituì il confine dell'impero; al più tardi alla metà del sec. 5° gli Alamanni cercarono di occupare ampie regioni a sinistra del fiume, passate sotto il dominio franco poco prima del 500. Con la creazione dell'Alemannia nell'829 come parte dell'impero carolingio e con il trattato di Verdun dell'843, il R. svolse di nuovo temporaneamente funzione di confine. Già nell'870, con la soppressione della parte centrale dell'impero in seguito al trattato di Meerssen, le regioni a destra e a sinistra del fiume furono di nuovo unite, diventando prima possedimento del regno dei Franchi orientali e poi, a partire dagli inizi del sec. 10°, dell'impero germanico, dal quale però, poco dopo, i singoli ducati e principati si resero indipendenti. Per la parte meridionale dell'Alto R., che apparteneva al ducato di Svevia, occorre ricordare prime fra tutte le casate degli Svevi, degli Zähringer e degli Asburgo, i cui membri, diventati talvolta re o imperatori, conferirono alla loro terra d'origine ricche donazioni, offrendo protezione alle città nei confronti del potere ecclesiastico. Centri come Colmar, Strasburgo, Sélestat e Mulhouse si costituirono nel 1333 come Lega delle città alsaziane dell'impero, mentre nel 1354, con un altro gran numero di città sul R., da Basilea fino a Colonia (v.), formarono la Lega delle città renane.La pianura che fiancheggia il corso del R. costituisce ancora oggi un naturale corridoio per il traffico da N a S. Già nel primo periodo di dominazione romana correvano in questa zona - accanto al fiume, via principale di trasporto - importanti arterie di traffico a lunga percorrenza, sulle quali sorsero vici e oppida. Intorno al 300, con la conseguente trasformazione del R. come linea di confine dell'impero, sorsero lungo le sue rive numerosi accampamenti militari (castella), quali Kaiseraugst (presso Basilea), Sponeck (presso Breisach) e, più a N, Seltz e Altrip (Zur Kontinuität, 1994). Anche la città di Strasburgo deve la sua origine a ragioni di tipo militare: essa fu fondata ancor prima della nascita di Cristo come Castrum Argentorate. Le prime testimonianze del cristianesimo apparvero in questi centri militari; a Strasburgo e Kaiseraugst nomi di vescovi sono attestati già nella prima metà del sec. 4°, sebbene degli edifici religiosi non si abbia riscontro archeologico anteriore al 5° secolo. Nei secc. 7°-8° il cristianesimo si diffuse capillarmente, con la fondazione di numerose chiese parrocchiali ed Eigenkirche (Bettingen, Fischingen, Schopfheim, Burnkirch, Burgheim), monasteri (Marmoutier/Maurmünster, Murbach, Neuwiller-lès-Saverne, Schuttern, Schwarzach) e collegiate (Saint-Etienne a Strasburgo; Vorromanische Kirchenbauten, 1990-19912). In gran parte i monasteri, in epoca carolingia, si trasformarono in abbazie regie, altri, come Hirsau e St. Blasien, furono fondati proprio in questa fase. Alla stessa epoca risale anche la costruzione della prima cattedrale di Basilea, con le due caratteristiche torri circolari di facciata, nonché, forse, la cappella palatina di Sélestat.Il momento più fertile per l'architettura fu in epoca ottoniana e protoromanica: testimonianza principe ne è il duomo di Strasburgo - grande basilica a tre navate con transetto orientale sporgente e abside semicircolare inscritta in un rettangolo al di sopra della cripta -, costruito all'epoca del vescovo Werner, tra il 1015 e il 1028. La facciata era stata probabilmente concepita con due torri, come quella del nuovo duomo di Basilea, consacrato nel 1019 dall'imperatore Enrico II (1002-1024). Altri edifici dell'epoca avevano invece un'unica torre di facciata: gli esempi più conosciuti sono quelli di Sulzburg e Dompeter, in entrambi i casi basiliche a tre navate su pilastri con copertura piana, che fanno riferimento all'architettura altomedievale locale (Vorromanische Kirchenbauten, 1990-19912). Parimenti a modelli altomedievali, anche se da questi più distanti, rimandano i due raffinati edifici a pianta centrale di Ottmarsheim e di Avolsheim.In età romanica e tardoromanica, l'attività edilizia, che nella regione appare fortemente legata alla casa sveva, trova testimonianza in edifici di ricca articolazione plastica, come le abbaziali di Lautenbach (1134 ca.) e di Murbach (1150-1170), Saint-Pierre-et-Saint-Paul a Rosheim (1170-1190; v.), Saint-Léger a Guebwiller (1180-1200) e il duomo di Basilea (ricostruito dopo l'incendio del 1185). Quest'ultimo, per suo conto, sembra aver influenzato il duomo di Friburgo in Brisgovia, iniziato intorno al 1200.Rapporti sovraregionali si colgono anche nell'ambito della produzione pittorica dell'epoca: gli elementi stilistici che caratterizzano il Codex Guta-Sintram, del 1154 (Strasburgo, Bibl. du Grand Séminaire, 37, già 78), improntano anche la più recente vetrata (1170-1200) del duomo di Strasburgo, con la Vergine della Visitazione (ora a Strasburgo, Mus. de l'Oeuvre Notre-Dame), come pure le pitture murali (1202-1213) della cripta del duomo di Basilea (Jäggi, 1996).Nel Duecento, Strasburgo rappresentò il centro indiscusso per l'arte gotica. La stessa torre del duomo di Friburgo in Brisgovia, che in seguito fece scuola autonomamente, venne iniziata nel 1260 da un maestro di Strasburgo. Nell'ambito della scultura occorre ricordare il ciclo con le Vergini stolte (1275 ca.) nel portale occidentale destro del duomo di Strasburgo, replicato una generazione dopo in quello di Basilea. Legami sovraregionali furono veicolati anche attraverso gli Ordini mendicanti, stabilitisi a partire dagli anni trenta del Duecento nella maggior parte delle città dell'Alto R. (Konow, 1954).Intorno alla metà del sec. 14° l'architettura della regione ricevette un nuovo impulso dalla Svevia. Nel 1354 Johann Parler, fratello di Peter, fu chiamato a lavorare alla costruzione del nuovo coro del duomo di Friburgo in Brisgovia e poco più tardi, nel 1356, alla ricostruzione del coro del duomo di Basilea, andato distrutto per un terremoto. Anche il coro del Saint-Thiébaut di Thann attesta influssi parleriani. A Strasburgo nel 1399 venne chiamato Ulrich von Ensingen, l'architetto del duomo di Ulma, per la costruzione della seconda torre di facciata.Anche nella pittura si possono constatare, nel corso del Trecento, ampi rapporti tra i diversi centri cittadini dell'Alto R., spiegabili, come è stato chiarito in modo convincente da Stamm (1985), con identiche condizioni sociali. A tale proposito si possono ricordare le illustrazioni delle raccolte manoscritte di Lieder, come quelle di Manesse (Heidelberg, Universitätsbibl., Pal. germ. 848) e di Weingarten (Stoccarda, Württembergische Landesbibl., HB XIII. poet. germ. 1), dei primi decenni del Trecento (Kleiminger, 1939), il cui stile morbidamente fluente, ma lineare ('araldico'), si ritrova ancora a decenni di distanza nell'ambito della pittura murale e della miniatura del R. (Stamm, 1981a; 1981b; 1983; 1984). Accanto a questo si delineò anche uno stile più plastico, in cui il modellato era ottenuto attraverso il colore, che rimanda alla produzione boema contemporanea, come testimonia per es. l'arcosolio del sepolcro con le insegne degli Efringer nel St. Peter a Basilea.
Bibl.: A. Schmarsow, Die oberrheinische Malerei und ihre Nachbarn um die Mitte des XV. Jahrhunderts (1430-1460), Leipzig 1903; O. Schmitt, Oberrheinische Plastik im ausgehenden Mittelalter, Freiburg im Brsg. 1924; H. Rott, Quellen und Forschungen zur südwestdeutschen und schweizerischen Kunstgeschichte im XV. und XVI. Jahrhundert, III, Oberrhein, Stuttgart 1938; W. Kleiminger, Die Strassburger Münsterplastik und die Entwicklung der Muttergottesfigur am Oberrhein im späten 13. Jahrhundert, Oberrheinische Kunst 8, 1939, pp. 37-46; H. Kunze, Die Klosterkirche in Limburg an der Haardt und die Frage der Doppelturmfassade am Oberrhein, ivi, 10, 1942, pp. 5-38; R. Moller-Racke, Studien zur Bauskulptur um 1100 am Ober- und Mittelrhein, ivi, pp. 39-70; H. Konow, Die Baukunst der Bettelorden am Oberrhein, Berlin 1954; A. Stange, Deutsche Malerei der Gotik, VII, Oberrhein, Bodensee, Schweiz und Mittelrhein in der Zeit von 1450-1500, München-Berlin 1955; M. Meier, Oberrhein, München-Berlin 1959; K. Martin, Zur oberrheinischen Malerei im beginnenden 14. Jahrhundert, in Eberhard Hanfstaengl zum 75. Geburtstag, München 1961, pp. 11-20; R. Becksmann, Die architektonische Rahmung des hochgotischen Bildfensters. Untersuchungen zur oberrheinischen Glasmalerei von 1250 bis 1350 (Forschungen zur Geschichte der Kunst am Oberrhein, 9-10), Berlin 1967; Spätgotik am Oberrhein. Meisterwerke der Plastik und des Kunsthandwerks (1450-1530), cat., Karlsruhe 1970; B. Thum, Aufbruch und Verweigerung. Literatur und Geschichte am Oberrhein im hohen Mittelalter. Aspekte eines geschichtlichen Kulturraums, Karlsruhe 1979; L.E. Stamm, Der ''Heraldische Stil'': Ein Idiom der Kunst am Ober- und Hochrhein im 14. Jahrhundert, Revue d'Alsace 107, 1981a, pp. 37-54; id., Die Rüdiger Schopf-Handschriften. Die Meister einer Freiburger Werkstatt des späten 14. Jahrhunderts und ihre Arbeitsweise, Aarau-Frankfurt a. M. -Salzburg 1981b; id., Zur Verwendung des Begriffs Kunstlandschaft am Beispiel des Oberrheins im 14. und frühen 15. Jahrhundert, ZSchwAKg 41, 1984, pp. 85-91; id., Stilpluralismus einer Region: Schichtenmodell am Beispiel des Oberrheins im 14. und 15. Jahrhundert, in Probleme und Methoden der Klassifizierung, "Akten des XXV. Kongresses für Kunstgeschichte, Wien 1983", III, Wien 1985, pp. 51-58; F. Blasius, Bildprogramm und Realität. Untersuchungen zur oberrheinischen Malerei um die Mitte des 15. Jahrhunderts am Beispiel der ''Karlsruher Passion'', Frankfurt a. M. 1986; H.E. Kubach, A. Verbeek, Romanische Baukunst an Rhein und Maas, IV, Architekturgeschichte und Kunstlandschaft, Berlin 1989; Vorromanische Kirchenbauten. Katalog der Denkmäler bis zum Ausgang der Ottonen, a cura di W. Jacobsen, L. Schaefer, H.R. Sennhauser (Veröffentlichungen des Zentralinstituts für Kunstgeschichte in München, 3), 2 voll., München 1990-19912 (1966-1971); B. Hartwieg, D. Lüdke, Vier gotische Tafeln aus dem Leben Johannes' des Täufers, Karlsruhe 1994; Zur Kontinuität zwischen Antike und Mittelalter am Oberrhein, a cura di F. Staab (Oberrheinische Studien, 11), Sigmaringen 1994; C. Jäggi, Wiederentdeckung eines spätromanischen Wandmalereizyklus in der Krypta der Basler Leonhardskirche, ZSchwAKg 53, 1996, pp. 105-120.C. Jäggi
Il medio corso del R. segna il confine tra la regione storica dell'Assia a E e della Renania-Palatinato a O. Quest'ultima, a N-E, si estende in piccola parte anche sulla riva destra del fiume, sin quasi a Siegen, in Vestfalia; nell'Alto Medioevo faceva parte dei ducati di Lotaringia e di Franconia del Sacro romano impero. Dopo il periodo svevo il territorio si frazionò in una serie di piccole unità indipendenti, tra cui i principati vescovili di Treviri (v.), Magonza, Spira e Worms.A partire dalla conquista di Giulio Cesare (51 a.C.), la Renania-Palatinato subì un forte processo di romanizzazione, testimoniato per es. nel sec. 4° dalla Mosella di Ausonio, il poema che descrive un viaggio sul quel fiume da Bingen a Treviri.Dal punto di vista storico, la città più importante della regione fu Treviri, primo insediamento urbano in terra germanica e principale residenza di Costantino, dove pure si assistette a una precoce presenza cristiana: nel 314 vi fu stabilito infatti uno dei primi vescovadi in Germania. Tra gli altri grandi vescovadi, quello di Magonza, che risale anch'esso al sec. 4°, stipulò con Treviri importanti accordi per la cristianizzazione delle regioni germaniche orientali, come l'Assia. Il vescovo di Magonza, dal 781-782 arcivescovo, era nel Medioevo il primate tedesco.La regione ospita numerose importanti fondazioni monastiche, come le potenti abbazie benedettine di Prüm, voluta dalla dinastia franca già nel 721, e di Maria Laach (1093), seguite nel sec. 12° da abbazie cistercensi quali Otterberg (1144) e Eusserthal (1148).Per la sua centralità geografica, la regione divenne importante crocevia di influenze artistiche, tra la Lombardia e la Renania settentrionale come tra la Francia e l'Europa orientale. In particolare Treviri ebbe posizione nodale in tale fenomeno in quanto principale punto di accesso alla Lotaringia. Le sorti della Renania-Palatinato nel Medioevo si intrecciarono poi con quelle delle regioni lungo il Basso R., situazione rispecchiata dalle forti comunanze culturali. In epoca salica, la Renania-Palatinato fu all'origine di un notevole irradiamento di forme artistiche; tuttavia, a partire dal 1150 ca., dovette sottostare alle influenze provenienti dalla Renania settentrionale e in particolare da Colonia.
Fondamentale monumento carolingio nella Renania-Palatinato è il palazzo imperiale di Ingelheim (v.), secondo in importanza solo a quello di Aquisgrana, perlomeno al tempo di Carlo Magno, di cui restano tuttavia solo scarse vestigia. Grazie agli scavi, il complesso è stato ricostruito a grandi linee; tuttavia il suo schema, che denota con i suoi colonnati curvilinei e le esedre una forte tendenza classicistica, si mostra profondamente diverso dal più lineare impianto del palazzo di Aquisgrana, peraltro anche meglio documentato (Binding, 1996).Le imponenti rovine dell'abbaziale di Limburg an der Haardt, voluta nel 1025 dall'imperatore Corrado II, fondatore del duomo di Spira, e cominciata a partire dal 1030 ca., mostrano di fatto una struttura ancora fortemente ottoniana, con la consueta sobrietà decorativa e rigidità geometrica. Si trattava di una basilica su colonne, a copertura piana, con transetto munito di absidiole orientali, torre ottagonale sull'incrocio e coro piatto al di sopra di una piccola cripta. A fianco del modesto Westbau, non sporgente dal perimetro delle navate, si alzano due campanili con torricelle circolari derivanti probabilmente dal duomo di Treviri.Sebbene architettura di notevole rilievo, proprio a causa del suo disegno, risalente alla Tarda Antichità, il duomo di Treviri rimase un caso troppo atipico per costituire un diffuso prototipo. Tuttavia, la sua facciata occidentale, con monumentale abside tra due torri, fu alla base della nascita, intorno al 1150, della Chorfassade, quale si può osservare in St. Gereon a Colonia e in S. Servazio a Maastricht.Le tre grandi cattedrali sul R., a Spira, Magonza e Worms, sono i monumenti più importanti della regione; da ritenersi fra i capolavori di tutto il Romanico tedesco, sono state determinanti per lo sviluppo dell'architettura sacra renana. Ciò nonostante, già nella seconda metà del sec. 12° divennero in un certo senso anche ostacoli per ulteriori innovazioni: in nessuna regione il sistema alternato sopravvisse così a lungo come nel Palatinato. Ancora nel 1186, infatti, si dava avvio al monumentale coro occidentale del duomo di Magonza, mentre quello di Worms era stato ultimato solo nel 1181.L'influsso di queste tre cattedrali si estese fino in Alsazia, con l'impiego del sistema alternato in Saint-Pierre-et-Saint-Paul a Rosheim e in Sainte-Foy a Sélestat (v.); ma anche nell'abbaziale cistercense di Eberbach, appena al di là del R., in Assia, si ritrova il sistema alternato di Spira, il quale, a differenza di quello sassone, osservabile in St. Cyriakus a Gernrode, è predisposto per ricevere le membrature delle volte. Più a N, tale sistema si ritrova nelle abbaziali di Rolduc nel Limburgo, non lontano da Aquisgrana, e di Knechtsteden, presso Colonia (entrambe del sec. 12°), e finanche nel duomo di Lund, fondazione danese in Svezia, incominciato nel 1105, copia ridotta del duomo di Spira, benché il Westwerk vi divenga una semplice facciata a torri.La chiesa di St. Stephan a Böckweiler, del 1150 ca., rappresenta un esempio di Chorturmkirche, versione ridotta e semplificata dei corpi orientali di cattedrali e abbaziali riscontrabile in chiese parrocchiali. Questo tipo si trova comunque con qualche frequenza anche nella regione mosana, fra l'altro nella cappella di Sainte-Marguerite a Ollomont, in Belgio. La campata del presbiterio è stata inglobata in una torre relativamente massiccia, alla quale si raccorda l'abside. Qui come in altri casi sono inoltre presenti due absidiole laterali.Persino l'architettura monastica è stata influenzata dal monumentalismo delle grandi cattedrali del Palatinato, come prova l'abbaziale di Maria Laach. Fondata dal conte palatino Enrico nel 1093, ma compiuta solo nel corso del secolo successivo, questa chiesa riprende su scala più modesta e con forme semplificate il tipo delle tre cattedrali di fondazione imperiale: corpo longitudinale basilicale, terminazione bicefala a doppio coro con transetto, tre torri. Va notato comunque che i sostegni si riducono, rispetto ai modelli, ai soli grandi pilastri e manca, in assenza del sistema alternato, il ritmo doppio tra le campate della navata centrale e quelle delle laterali: l'abbaziale è quindi una delle prime chiese con volte a crociera su base rettangolare.Nella Renania-Palatinato, come nella vicina Alsazia, è elemento relativamente frequente il portico di facciata. L'esemplare più monumentale è quello di Limburg an der Haardt, che riveste l'intera fronte della chiesa. Ancora all'inizio del sec. 13° un completo atrio a quadriportico, il Paradies, fu aggiunto al Westwerk dell'abbaziale di Maria Laach.Il sec. 12° vide la grande attività edilizia delle città commerciali lungo il R., come Andernach, fra l'altro importante punto di imbarco per il trasporto di pietra al Nord, e Coblenza. Rimase ancora tenace la consuetudine alle voltature su sistema alternato, sviluppata a Spira e Magonza e successivamente applicata nelle navate del duomo di Worms, iniziate intorno al 1145. Si osserva poi, come già in Alsazia (per es. a Sainte-Foy di Sélestat e a Saint-Léger di Guebwiller), una preferenza per facciate a due torri: così nella Liebfrauenkirche di Andernach, nelle chiese di St. Kastor, St. Florin e nella Liebfrauenkirche di Coblenza, e in St. Peter a Bacharach.St. Kastor a Coblenza è il risultato di una prolungata storia costruttiva. Salvo il Westwerk, del sec. 11°, trasformato intorno al 1140 in una facciata a due torri, l'aspetto attuale è determinato soprattutto dalla complessiva ricostruzione avviata nel 1150 ca. con l'abside, tra torri, dalla raffinata decorazione architettonica, affine a quella del duomo di Bonn. Nel 1200 ca. i lavori si conclusero con il corpo longitudinale.St. Florin, ancora a Coblenza, costruito poco prima del 1100, rappresenta, con il suo austero Westwerk e l'originario impianto di basilica su pilastri a copertura piana, una tipologia indubbiamente più arcaica.Il Westwerk dell'abbaziale di Münstermaifeld, della prima metà del sec. 12°, rimanda invece, per la svettante parte centrale fiancheggiata da torricelle circolari, a quello della chiesa della Vergine a Maastricht.Con il Duecento l'influsso bassorenano divenne più forte, anche se non mancarono, comunque, rapporti con la Lotaringia, come prova la collegiata di Merzig, iniziata nel 1200 ca., a schema basilicale su colonne, con ampio corpo orientale affiancato da due torri.Ancora allo scadere del sec. 12° si dette inizio alla Liebfrauenkirche di Andernach, una spaziosa basilica con sistema alternato, matronei e un'imponente facciata a due torri. L'abside con galleria su archetti è affiancata da torri laterali. L'edificio, riccamente articolato, si avvicina all'architettura contemporanea del Basso R., per es. le chiese di Gross St. Martin e St. Aposteln a Colonia e l'abbaziale di Brauweiler. Lo schema di St. Martin a Linz (1202-1230 ca.) mostra di essere stato fortemente influenzato dalla Liebfrauenkirche di Andernach, mentre il suo coro poligonale, costruito al termine dei lavori, dipende soprattutto da quello del duomo di Bonn.St. Peter a Bacharach aveva un rapporto diretto con l'ambito artistico del Basso R., in quanto dipendeva dalla collegiata di St. Andreas a Colonia. Fu ricostruita probabilmente dopo il 1220 e compiuta nel 1269. Consta di un corpo basilicale con sistema alternato, ancorché poco pronunciato, doppio transetto e abside semicircolare. Al di sopra del matroneo corre un triforio cieco, a comporre così un alzato a quattro ordini; in ciò si può ravvisare un influsso del Protogotico francese, e in specie delle cattedrali di Noyon e Laon, fattore per il quale la parrocchiale di Bacharach precorre l'abbaziale (od. duomo) di Limburg an der Lahn. Un precoce triforio era peraltro stato realizzato già alla fine del sec. 12° nel coro della Liebfrauenkirche a Coblenza, coperto a crociera costolonata. Nonostante le dimensioni sensibilmente più modeste, St. Peter di Bacharach risulta, nella veste esterna come nella struttura interna, più riccamente articolato della sua chiesa madre di St. Andreas a Colonia, la cui ricostruzione era stata iniziata poco prima. La scultura architettonica di St. Peter a Bacharach comprende, tra l'altro, capitelli romanici figurati accanto a esemplari protogotici a crochets.Particolarmente interessante è la chiesa di St. Severus a Boppard, fondata nel 1200 ca. e consacrata già nel 1225: ancora durante la costruzione, il disegno originario, ormai abbastanza antiquato, di basilica a sistema alternato con matronei e copertura piana, come quello di St. Kastor di Coblenza, fu modificato sopraelevando la struttura e coprendola con volte assai originali, a costoloni confluenti radialmente in chiavi pendenti. Risparmiata in un primo momento, la primigenia abside con torri laterali fu sostituita entro il 1236 da un'abside poligonale del tipo presente in St. Severin a Colonia, nel duomo di Bonn e in St. Peter a Sinzig. Quest'ultima chiesa, di modeste dimensioni, ma fedele in tutto al disegno originario del secondo quarto del sec. 13°, rappresenta nella Renania-Palatinato la medesima fase del Romanico renano studiabile nel Basso R. in St. Quirinus a Neuss: aperture a coronamento lobato, ricca articolazione con nicchie, colonnine e gallerie su archetti. Si tratta di una basilica a croce latina, coperta da volte a crociera costolonate, con torre ottagonale all'incrocio dei bracci e coro con torricelle laterali. La scultura architettonica dimostra già un carattere fortemente gotico. La parrocchiale di St. Viktor nella vicina Oberbreisig, del secondo quarto del sec. 13°, deriva parte delle sue forme da Sinzig, come le finestre lobate, mentre St. Mauritius di Heimersheim (1250 ca.) ne è una diretta imitazione, peraltro più marcatamente gotica del modello. Qui, come anche a Münstermaifeld, si trova inoltre applicata la tecnica del muro a doppia parete, sviluppata nell'ultimo quarto del sec. 12° a Colonia in Gross St. Martin.A Boppard, Sinzig e nell'abbaziale di Münstermaifeld, le pareti delle absidi poligonali terminano in frontoncini, trasformando così l'abside in un coro protogotico. Il transetto e le navate di quest'ultima chiesa, costruiti successivamente al coro, iniziato per suo conto nel 1225 ca., meglio illustrano il passaggio al Gotico; vi sono tra l'altro applicati archi rampanti, come nella cupola decagonale di St. Gereon a Colonia. Una simile fase di passaggio, ma con una impronta borgognona, mostra la chiesa di St. Maria a Offenbach am Glan, iniziata nel 1225, ma compiuta all'inizio del 14° secolo.Un singolare edificio coevo è la piccola Matthiaskapelle facente parte del complesso castellare di Kobern sulla Mosella. Nel secondo quarto del sec. 13° il conte Enrico II fece erigere questa costruzione per conservarvi degnamente la supposta testa dell'apostolo Mattia, che egli sarebbe riuscito ad acquisire durante una crociata. La cappella, a rara pianta esagonale, con tiburio e deambulatorio, è stata disegnata con gran cura, come una cassa-reliquiario su scala monumentale. Il tiburio è sostenuto da sei pilastri a fascio di cinque elementi. Su uno dei lati del deambulatorio si apre l'abside, con pianta a ferro di cavallo. Come nella contemporanea cappella del castello di Vianden nel Lussemburgo, ugualmente a pianta esagonale, si fa qui sentire la tradizione delle sorprendentemente varie imitazioni del Santo Sepolcro di Gerusalemme, viva in Occidente fino a tutto il 13° secolo. Principale obiettivo del committente fu senza dubbio la creazione di un edificio del tutto eccezionale, come dimostra anche l'alta qualità dei capitelli, stilisticamente affini a quelli dell'atrio di Maria Laach (v. Maestro del Sansone).L'architettura gotica in Renania-Palatinato ha inizio con la Liebfrauenkirche di Treviri (1235-1255 ca.), dalla originale pianta centrale. La collocazione diagonale delle cappelle deriva da Saint-Yved a Braine (1200 ca.), ma in alzato si notano piuttosto affinità con la cattedrale di Soissons, ricostruita a partire dal 1200 circa. I cori laterali di St. Laurentius ad Ahrweiler, anch'essi posti diagonalmente, realizzati tra il 1269 e il 1300 ca., imitano questo concetto trevirense.Grazie ai Cistercensi, tuttavia, alcune precoci tracce di influenza architettonica gotica giunsero in Renania già alla fine del sec. 12°, per es. nell'abbaziale di Otterberg, iniziata nel 1190 ca. e consacrata nel 1254. Come in quella di Eberbach, in Assia, vi si mantiene il sistema alternato, combinato però con elementi protogotici di carattere prevalentemente borgognone. Il transetto di Otterberg in origine era fornito, secondo la consuetudine cistercense, di una fila di cappelle terminali a pianta rettangolare. In questo caso, nelle pareti orientali erano state anche ricavate absidiole. Lo schema del presbiterio, così come doveva apparire originariamente, è singolare: attraverso archi nell'abside tripartita si aprivano sul coro tre cappelle rettangolari, anch'esse munite di absidiole. Malgrado queste sottigliezze di disegno, è dominante la pesantezza delle pareti e dei pilastri, parallelamente a quanto avviene per es. in Saint-Pierre et Saint-Paul a Rosheim, e quindi il carattere resta sostanzialmente romanico.Nell'abbaziale cistercense di Marienstatt, cominciata non più tardi del 1243, ma compiuta soltanto nel sec. 14°, si evidenzia un orientamento al Gotico considerevolmente più deciso. Data anche la provenienza dei monaci da Heisterbach, è ovvia la supposizione che il coro con deambulatorio sia derivato da quest'ultima abbaziale. Tale periodo coincide anche con la fase di sviluppo più tarda del Romanico renano, sotto forte influsso coloniense, in cui furono ormai spesso inseriti elementi gotici entro la tradizione locale.Il Trecento vide gradualmente sbocciare già nella regione una ricca architettura tardogotica, come ben illustra il caso della Katharinenkirche di Oppenheim (Schütz, 1982). Il suo transetto, dell'inizio del secolo, rimanda ancora direttamente, in specie per le finestre, all'esempio del duomo di Colonia, mentre le restanti parti della costruzione furono sostituite a partire dal 1317, quando la chiesa fu elevata a collegiata. Il corpo longitudinale venne terminato entro il 1340 e il coro costruito solo nell'ultimo quarto del secolo da un maestro proveniente da Marburgo, ove dovette avere assistito all'inizio della fase conclusiva della Elisabethkirche, sotto direzione coloniense. Il fianco meridionale, rivolto verso la città, è un intreccio di trafori, che però non occultano la struttura architettonica. Nel cleristorio si vedono innanzitutto gli influssi del finestrato dell'abside e del progetto originario per la facciata occidentale del duomo di Colonia, mentre il rosone della campata orientale della navata laterale rimanda al rosone del portale settentrionale della facciata della cattedrale di Strasburgo. Le due finestre centrali del fianco della chiesa di Oppenheim, infine, adottano forme a lancetta viste nel duomo di Friburgo in Brisgovia.In tal modo è nato un eclettico vocabolario stilistico, che ha costituito una fonte per ulteriori architetture, come il corpo longitudinale della Liebfrauenkirche di Oberwesel, riedificato nel quarto decennio del 14° secolo. Le finestre del coro della stessa chiesa, appena più antico, riflettono invece quelle della torre della collegiata friburghese. Con molta probabilità è invece stato il cantiere del duomo di Colonia a ispirare le fasi trecentesche della Wernerkapelle di Bacharach, iniziata nel 1293, in cui le forme sviluppatesi nella Katharinenkirche di Oppenheim si sono raffinate in una preziosa filigrana architettonica.Va notato inoltre che in Renania-Palatinato l'influsso del cantiere del duomo di Colonia si dimostra assai maggiore di quello della cattedrale di Strasburgo, secondo un gioco di influenze che si è cominciato a stabilire già a partire dalla fine del 12° secolo. Anche l'influsso diretto dei Parler si dimostra piuttosto limitato: il coro della Liebfrauenkirche di Worms del 1381 ne fornisce un isolato esempio.Sulle rive del R. e della Mosella si trovano numerosi castelli, per lo più risalenti al 12° e 13° secolo. Essi servivano soprattutto al controllo delle trafficatissime vie, fluviali e terrestri. Molte di queste costruzioni si sono conservate solo in rovina o sono state sottoposte a forti modifiche, ma in origine quasi tutte corrispondevano a un tipo a grandi linee fisso, caratteristico del periodo svevo, cioè un mastio fortificato e un'ala residenziale, detta palas, collegati da cortine di mura. A seconda delle condizioni del terreno si assiste poi a numerose variazioni icnografiche.Caratteristici castelli svevi sono quelli di Trifels e di Gräfenstein. Benché se ne conservino soltanto i ruderi, in entrambi si possono ancora riconoscere gli elementi essenziali enunciati. Un tardo quanto relativamente intatto esempio è dato dalle rovine del castello di Burgschwalbach (1370 ca.). Meglio conservati sono i castelli di Bürresheim, a O di Maria Laach, e di Eltz, sulla Mosella. Il mastio del primo risale al sec. 12°, quello del secondo al secolo successivo; entrambi si sono accresciuti attraverso una serie di ingrandimenti e ricostruzioni fino al 15° secolo.Un edificio militare di particolare rilievo - funzionalmente omologo al palazzo di Kaiserswerth nel Basso R. - è la fortezza di Pfalzgrafenstein, posta su di un isolotto sul R. presso Kaub, sede di dazio per il vicino castello di Gutenfels. Il nucleo del complesso è l'intatto mastio pentagonale, costruito nel 1327 dal re Ludovico il Bavaro (1287-1347). Ancor prima della metà del sec. 14° esso fu circondato da mura con gallerie interne e abitazioni. Per quanto concerne le fortificazioni urbane, si conservano in gran parte le cinte murarie duecentesche di Andernach, Bacharach e Oberwesel, sebbene con aggiunte posteriori. A Bacharach le mura sono collegate al castello, risalente al 12° secolo.Dell'architettura civile del Tardo Medioevo danno testimonianza numerose case a graticcio in diverse città della regione, fra cui Linz. Più antiche sono alcune case in pietra, come il Frankenturm (fine sec. 11°) e il Dreikönigshaus (sec. 12°) a Treviri; bell'esempio di casa-torre, il primo segue una tipologia diffusa in quasi tutta Europa. L'edificio civile più importante, al di fuori di Treviri, è la prepositura di Karden. Costruita nel 1200 ca., consiste in una casa-torre, con un basso corpo trasverso, aperta da bifore per lo più ad arco trilobo.Durante il recente restauro, sulle pareti esterne della prepositura di Karden sono state ritrovate, e quindi reintegrate, le coloriture originarie. Questo è accaduto anche in una serie di edifici restaurati nel dopoguerra, come le chiese di Boppard, Merzig, Sinzig, Brauweiler e Schwarzrheindorf - queste ultime due peraltro in Renania settentrionale -, il cui aspetto è profondamente mutato da che il grigio paramento lapideo è stato coperto con intonaco bianco, con contrastanti elementi decorativi in rosso. In altri casi, come ad Andernach, i colori sono stati restituiti solo all'interno.
Decorazioni murali dipinte a soggetto figurativo si sono conservate nella regione solo frammentariamente, come a St. Martin a Linz (ca. 1230).Nella scultura architettonica e nelle forme decorative si riscontra durante tutto il sec. 12° e l'inizio del 13° l'influsso della Lombardia (de Francovich, 1937; Kluckhohn, 1955). Il capocroce del duomo di Spira, ricostruito intorno al 1100, ne è uno dei migliori esempi. Le ricche cornici che ornano le finestre del transetto meridionale si avvicinano fortemente a quelle di S. Abbondio a Como. Anche nel duomo di Magonza (fra l'altro nel capitello c.d. dei centauri) e nelle parti più antiche, cioè quelle orientali, dell'abbaziale di Maria Laach si trovano elementi lombardi. Di nuovo, alla fine del sec. 12°, nel duomo di Worms gli animali attorno alle finestre dell'abside orientale e le decorazioni del suo zoccolo sono riferibili ad artisti lombardi e mostrano una derivazione da S. Fedele a Como. Pure sotto influsso lombardo, sebbene di qualità molto più bassa, sono le decorazioni del primo sec. 13° del Pfarrhoftor a Remagen, affini ai rilievi di Castel Tirolo presso Merano.Tutto un altro orientamento mostra la scultura dell'atrio dell'abbaziale di Maria Laach, del terzo decennio del 13° secolo. Il suo artista o, meglio, gruppo di artisti - resta infatti aperta la possibilità che si tratti di una compatta bottega -, è noto con il nome convenzionale di Maestro del Sansone. Alle stesse mani vanno probabilmente ascritti anche i laterali di coro nel duomo di Bonn. Le sculture raccolte sotto questo nome si segnalano per l'adozione, precoce in Renania-Palatinato, di elementi della scultura gotica della Francia settentrionale (Sauerländer, 1977). Le prime tracce dell'attività di questi scultori si ritrovano intorno al 1200 a Colonia, mentre venti anni più tardi si situa la loro collaborazione alla scultura architettonica della Liebfrauenkirche di Andernach, di cui soprattutto il portale meridionale si distingue per la sua alta qualità; il loro influsso si ritrova inoltre nei capitelli della Matthiaskapelle a Kobern e di St. Peter a Bacharach.Ancora del tutto romanica è la fontana monumentale del 1230 ca. nel chiostro dell'abbazia premostratense di Bendorf-Sayn, il cui bacino, sostenuto da colonne con capitelli a motivi decorativi, riceve l'acqua dallo stelo centrale. Poco più recenti sono le statue del portale occidentale - il primo di questo tipo nella Germania - della Liebfrauenkirche a Treviri, del 1240 ca., nelle quali si riconosce l'influsso della scultura del cantiere della cattedrale di Reims. Uno stile più rigido e spigoloso, quasi una reazione alla plasticità del Maestro del Sansone, presenta invece una lastra tombale del 1275 ca. nella stessa abbaziale di Maria Laach.Nel secondo quarto del Trecento si fece sentire nella regione lo stile sviluppatosi nel cantiere del duomo di Colonia intorno al 1320, caratterizzato da figure con ampi ed eleganti panneggi. Le statuette nel registro superiore della pala della Liebfrauenkirche di Oberwesel ne sono buoni esempi. La Madonna scolpita all'esterno del coro di questa chiesa (1330 ca.) è invece vicina alla coeva scultura friburghese, per es. alla Madonna del portale principale della collegiata di quella città, mentre la statua della Vergine sul portale meridionale della stessa Liebfrauenkirche di Oberwesel (terzo quarto sec. 14°) rimanda piuttosto a forme parleriane. Del tutto diversa appare la tomba parietale dell'arcivescovo di Treviri Kuno von Falkenstein (m. nel 1388) in St. Kastor a Coblenza. La tipologia rivela influssi francesi: davanti a una nicchia riccamente elaborata e decorata da una Crocifissione dipinta è collocata la tomba con l'immagine scolpita del giacente.Buoni esempi del weicher Stil sono l'altare maggiore in terracotta della collegiata di Karden, del 1425 ca., e il monumento funebre di Anna von Dalberg (m. nel 1410) nella Katharinenkirche di Oppenheim. Pressoché coevo è l'altare a sportelli nella parrocchiale di Kirchsahr, ma proveniente da Münstereifel, che mostra la versione coloniense di questo stile.A partire dal 1270 ca. furono prodotti a Colonia numerosi busti-reliquiario. Per facilitare la loro ostensione furono approntate sin dall'inizio del sec. 14° ancone lignee scolpite, fornite di alloggiamenti a sportelli, entro cui avveniva l'ostensione nelle principali feste. In tale maniera gli altari divennero essi stessi reliquiari di dimensioni gigantesche. Tuttavia va segnalato che l'importanza dell'utilizzo degli altari a sportelli per l'ostensione di reliquie è stata recentemente ridimensionata (Wolf, 1994). Nell'abbaziale cistercense di Marienstatt si trova una delle più antiche tra le ancone di questo tipo, probabilmente collocata in occasione della riconsacrazione della chiesa nel 1324. Notevole è l'affinità stilistica delle statuette di santi in due ordini con le coeve statue del coro del duomo di Colonia.Molto simile a quella di Marienstatt è la già citata pala d'altare nella Liebfrauenkirche di Oberwesel, che, insieme al tramezzo e agli stalli decoratissimi, risale al 1331, anno della consacrazione della chiesa. Ancora più che nel caso di Marienstatt, si tratta qui di un'architettura virtuosisticamente miniaturizzata, un vero campionario di forme di traforo, fra cui le statuette sembrano avere importanza secondaria. Appare evidente che tale repertorio di forme dipende fortemente dal lato meridionale della navata della Katharinenkirche di Oppenheim.Fa pure parte di questa serie di altari quello dedicato a s. Chiara nel duomo di Colonia, del terzo quarto del 14° secolo.Fin dal periodo carolingio Treviri è sempre stata un importante centro di produzione nel campo delle arti suntuarie. In particolare sotto l'arcivescovo Egberto (977-993) visse una fioritura eccezionale. Tuttavia, anche più tardi vi furono realizzati lavori di alta qualità, soprattutto di oreficeria, come dimostra la raffinata stauroteca del 1230 ca. proveniente dall'abbaziale di Mettlach (oggi conservata nella vicina chiesa di St. Liutwin), molto simile a quella di St. Matthias a Treviri. Per la miniatura, invece, fu Magonza a costituire il centro di maggior rilievo, e soprattutto in epoca ottoniana (Lauer, 1987).
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Lungo le rive del Basso R. si estende la regione storica della Renania settentrionale (parte dell'od. NordrheinWestfalen). Questa, al pari delle altre zone poste sulla riva sinistra del R., fu subito soggetta a una forte romanizzazione, come pure a una stabile quanto precoce cristianizzazione: il primo vescovo di Colonia, Materno, appare citato già nel 313 e nel 314 e il santuario cristiano di Xanten nel terzo quarto dello stesso secolo (Oediger, 19722; Borger, 19772).Nei secc. 8°-9° la regione visse una stagione di notevole sviluppo in quanto cuore dell'impero franco, soprattutto grazie alla scelta di Aquisgrana (v.) come principale residenza imperiale da parte di Carlo Magno e alla costruzione di altri importanti palazzi imperiali a Ingelheim e Nimega (v.). Il centro principale di questa regione, per consistenza demografica e per la presenza dell'autorità religiosa, era tuttavia Colonia, il cui arcivescovo assunse presto un autonomo ruolo politico.Nella Renania settentrionale, malgrado l'iniziale e diffuso decadimento, le articolate strutture urbane di epoca romana riuscirono per lo più a conservarsi durante il precario periodo delle migrazioni barbariche, finché la relativa stabilità conseguita sotto i Merovingi non produsse una nuova fase di fioritura, inizialmente assai modesta. Le costruzioni romane sopravvissute sotto le riedificazioni germaniche sarebbero state da allora utilizzate quali basi dello sviluppo urbano medievale della regione.Assegnata in un primo tempo alla Lotaringia con il trattato di Verdun (843), la Renania settentrionale fu presto restituita con l'accordo di Meerssen (870) all'impero franco orientale, divenuto poi impero romano germanico.In particolare dopo il periodo svevo, indebolitosi il potere imperiale, la regione fu divisa. La più importante autorità rimase l'arcivescovo di Colonia, che già in precedenza aveva saputo acquisire una forte indipendenza politica. Nel suo territorio erano sorte infatti, fin dal principio del sec. 9°, importanti fondazioni monastiche come quella di St. Liudger (802) a Werden (v. Essen) o quella di Elten (ante 968), mentre un raro caso ancora anteriore è rappresentato da St. Maria im Kapitol a Colonia, fondata da Plectrude nel 689. Abbazie come quella di Werden hanno giocato un ruolo di notevole peso sulla successiva attività missionaria presso gli insediamenti germanici a N e a E del Reno.Nel Medioevo, la Renania settentrionale formava inoltre un'ininterrotta unità culturale con la limitrofa area mosana, posta più a O, con gli importanti centri di Liegi (v.) e Maastricht (v.), regione cui geograficamente appartiene anche Aquisgrana.
Sebbene fonti e scavi testimonino l'esistenza di costruzioni di epoca merovingia, i più antichi esempi visibili di architettura medievale risalgono all'età carolingia. Tra questi è da citare anzitutto il grande complesso del palazzo imperiale e della Cappella Palatina ad Aquisgrana, costruiti da Carlo Magno.Il duomo carolingio di Colonia era una fabbrica prestigiosa, la cui struttura è stata chiarita dagli scavi effettuati dal 1946: dedicato a s. Pietro, possedeva un coro orientale con cripta semianulare, esemplata con precisione sulla realizzazione gregoriana della basilica vaticana (Wolff, 1984).Di pari passo con il forte sviluppo culturale delle città, a partire dalla fine del sec. 11° si assistette alla fioritura di una serie di costruzioni, innalzate sino alla metà del Duecento. Colonia fu ancora una volta all'origine di tale impulso: a partire dal 1150 ca., l'influsso coloniense nel bacino del R. si estendeva da Roermond, nel Limburgo (v.), la cui abbaziale fu avviata nel 1218, a Gelnhausen (v.), a E di Francoforte, la cui chiesa dedicata alla Vergine risale al secondo quarto dello stesso secolo, a Bamberga (v.), in Alta Franconia, la cui cattedrale fu consacrata nel 1237. Ma una influenza ancora maggiore è osservabile più a N-E, in Vestfalia, dove nell'ultimo quarto del sec. 12°, con la caduta del duca di Sassonia Enrico il Leone (1180), si verificò un netto cambio di orientamento culturale, dalla Sassonia a Colonia e alla Renania settentrionale; in tale processo è da ritenere basilare il ruolo delle chiese fondate dalla casa comitale di Lippe, come il duomo di Herford (Maué, 1975; Van der Ploeg, 1998).Le scuole di architetti del Romanico renano hanno peraltro operato finanche nei paesi scandinavi: ne è testimone, tra altre costruzioni, il duomo di Ribe, in Danimarca, iniziato nel 1134, in pietra tufacea proveniente dalla Renania settentrionale; è ben supponibile in questo caso che con il materiale vi giungessero anche le forme stilistiche. Un discorso analogo vale per gli innumerevoli elementi renani che nel sec. 12° si diffusero nei territori della diocesi di Utrecht, della contea d'Olanda e della Frisia.Mentre nella costruzione della collegiata di Münstereifel, alla metà del sec. 11°, si scelse di seguire ancora il corpo occidentale di St. Pantaleon, nella stessa Colonia si andò sviluppando, sotto l'arcivescovo Annone II (1056-1075), fondatore di numerose chiese, un'architettura più complessa, sia per concezione strutturale sia per lessico decorativo. Con queste forme iniziò un periodo di straordinario interesse per il Romanico renano. Annone II fece ricostruire fra l'altro St. Georg come basilica su colonne e St. Maria im Kapitol come edificio a terminazione orientale tricora. Le due chiese esercitarono una forte influenza, tanto architettonica quanto decorativa, anche al di fuori della Renania settentrionale: la prima su chiese come S. Pietro a Utrecht, S. Lebuino a Deventer e St. Martin a Emmerich; la seconda sui cori a triconco della cattedrale di Tournai e dell'abbaziale di Rolduc, nel Limburgo.Tra le più importanti fondazioni di Annone II fuori Colonia si è conservata, sebbene fortemente alterata, la sola abbaziale benedettina di St. Michael a Siegburg, basilica a tre navate su pilastri con copertura piana. La parrocchiale di St. Servatius nella stessa città, iniziata nel 1069 sotto lo stesso arcivescovo, segue lo schema di basilica con matronei già applicato nel secondo quarto del sec. 12° nella chiesa di St. Ursula a Colonia. Una basilica su pilastri ben conservata, con spaziosa cripta, è la chiesa prepositurale di Oberpleis, della prima metà del sec. 12°; le sue volte costolonate con chiavi pendenti sono tuttavia un'aggiunta della metà del Duecento.Durante tutto il sec. 12°, e soprattutto nella prima metà, la regione fu aperta agli influssi provenienti dalla Renania meridionale, dove in breve tempo furono innalzate le tre grandi cattedrali di Spira, Magonza e Worms. Intorno al 1150 fu eretta l'abbaziale premostratense di Knechtsteden, presso Colonia, a doppia terminazione, con un sistema alternato di pilastri polistili e colonne sorreggenti volte a crociera nervata. Anche il capocroce, dotato di torre nolare, transetto e coro affiancato da torricelle, ricorda le grandi cattedrali del Palatinato.Intorno alla metà del sec. 12° fu fondata dall'arcivescovo di Colonia Arnoldo II di Wied la cappella a due piani di Schwarzrheindorf, presso Bonn, dedicata a s. Clemente. L'erudito prelato era anche un abile e influente politico, che seppe combinare gli interessi dinastici con gli incarichi del proprio ufficio. La consacrazione della cappella ebbe luogo nel 1151. Morto improvvisamente nel 1156, il committente vi fu sepolto, anche se permangono dubbi sulla originaria destinazione funeraria dell'edificio. È invece certo che la posizione della sepoltura del nobile prelato, sotto l'apertura al centro della volta della cappella inferiore, rivestiva una connotazione di prestigio nobiliare, dato che la stessa disposizione si ritrova anche nella Ulrichskapelle del palazzo imperiale di Goslar, in Bassa Sassonia, opera dell'inizio del 12° secolo. La tipologia di cappella a due piani sovrapposti, uniti visualmente da un foro nella volta dell'ambiente inferiore, compare anche nel meno distante battistero del duomo di Spira, iniziato intorno al 1080, ma il più diretto modello della cappella di Schwarzrheindorf è forse da indicare nella cappella arcivescovile del duomo di Magonza, la Gotthardkapelle, consacrata nel 1137.Con le sue complesse forme architettoniche, i capitelli riccamente scolpiti e la decorazione dipinta, quasi del tutto conservata, la cappella di Schwarzrheindorf può essere definita una summa dell'arte e dell'architettura renane di questo eccezionale periodo. Il piccolo edificio rappresenta altresì il punto di partenza dello sviluppo del Tardo Romanico nella Renania settentrionale, fase comprendente chiese come St. Gereon, St. Aposteln, Gross St. Martin e altre a Colonia, il duomo di Bonn, St. Quirin a Neuss. Elementi di rinnovato classicismo sono costituiti a Schwarzrheindorf dalle decorazioni ad acanto dei capitelli. Spunti classicistici ancora più decisi appaiono nelle pitture.Il nuovo periodo di eccezionale interesse del Romanico renano, avviato a Schwarzrheindorf, subì successivamente un'ulteriore evoluzione verso un arricchimento delle forme degli edifici, tanto in pianta quanto in alzato, che condusse alla creazione di complessi organismi architettonici.A partire dalla costruzione, dal 1130, di St. Cäcilien a Colonia, la maggioranza dei corpi absidali possedeva un alzato a due ordini concluso da una bassa galleria su archetti. Uno degli elementi maggiormente caratteristici delle chiese della Renania settentrionale di questo periodo consiste, inoltre, nella Chorfassade, prospetto con abside inquadrata da due torri. L'origine di questa monumentale elaborazione è da indicare nel corpo occidentale del duomo di Treviri, ricostruito in buona parte ancora entro l'11° secolo.Mentre nella chiesa di St. Cäcilien la zona inferiore appare ancora piatta, a partire dal 1150 ca. comparvero prospetti orientali, come quello di St. Gereon a Colonia - chiesa ancora una volta promossa dall'arcivescovo Arnoldo II -, che prevedevano un coronamento ad arcate cieche.Il coro occidentale venne peraltro talora limitato al solo transetto occidentale, come nel caso dei St. Aposteln e di St. Kunibert a Colonia, seguiti all'inizio del Duecento dal St. Quirin a Neuss e dall'abbaziale di Roermond, struttura che trova un parallelo nella Westchorhalle dell'area mosana, presente per es. nel Saint-Barthélemy di Liegi o nel S. Servazio di Maastricht, tipologia che fece comunque il suo ingresso nella Renania settentrionale alla fine del sec. 12° con la ricostruzione della collegiata di St. Viktor a Xanten.Le due costruzioni maggiormente prese a modello nella Renania settentrionale, esclusa Colonia, sono il duomo di Bonn, un tempo collegiata dedicata ai ss. Cassio e Florenzio, e la chiesa abbaziale di Brauweiler, dedicata ai ss. Nicola e Medardo.Il duomo di Bonn comprende, nei cori orientale e occidentale, ancora significativi resti della fabbrica della metà del sec. 11°, ma rimangono prevalenti le parti ricostruite in seguito agli estesi lavori della metà del sec. 12°, conclusisi poi, a partire dal 1230 ca., con la copertura con volte a crociera costolonata delle navate. Le sue raffinate forme sono evidenti in specie nel triforio e nel cleristorio, a doppia parete con trafori, e nelle volte, impostate subito al di sopra del triforio. Questo corpo longitudinale, che a sua volta mostra di aver tratto la propria concezione dalle cattedrali di Ginevra e Losanna, avrebbe costituito un prototipo per fabbriche tardoromaniche come l'abbaziale di Roermond e la chiesa di Sinzig.L'abbaziale di Brauweiler è il risultato di una vasta opera di ricostruzione iniziata intorno al 1135 con il Westwerk, sulla falsariga di St. Maria im Kapitol a Colonia, da cui riprende, riadattandola, la cripta a trifoglio del 1050 ca. sulla cui base la stessa chiesa coloniense era stata edificata. Il corpo longitudinale, una delle prime strutture a tre navate con sistema alternato e coperte da volte in Renania settentrionale, risale al 1150 ca., periodo cui appartengono anche le consimili strutture in chiese come l'abbaziale di Knechtsteden (1138), St. Mauritius a Colonia (consacrata nel 1141), l'abbaziale di Steinfeld (1142). All'inizio del secolo successivo, tuttavia, a Brauweiler il corpo longitudinale appena costruito venne voltato con crociere costolonate, in luogo delle volte nervate originariamente previste. Ne risulta una basilica su pilastri notevolmente articolata, all'interno come all'esterno, nella quale a ogni campata della navata maggiore corrispondono con regolarità due campate delle navatelle. L'alzato interno si presenta suddiviso in tre ordini grazie all'introduzione di un triforio cieco. In asse con l'abside orientale è posta la cappella dedicata a s. Bernardo. La ricchezza e l'alto livello qualitativo della scultura architettonica rendono inoltre la chiesa una delle più importanti realizzazioni tardoromaniche nella regione.Nella Renania settentrionale il tardivo successo del Gotico in tutte le sue componenti, tecniche e decorative, non fu dovuto tanto a una volontà conservatrice, come spesso si afferma, quanto piuttosto alla tenace vitalità dimostrata dalla tradizione romanica, ancora in grado di rendere possibili nuove soluzioni architettoniche fino a tutta la metà del Duecento, tradizione che peraltro si era dimostrata aperta ad accogliere elementi protogotici, come alcune tipologie di volte a crociera costolonata, tra cui le volte esapartite su base quadrata (Colonia, St. Aposteln), o schemi di alzato a tre ordini in cui i matronei divengono spaziosi trifori (Colonia, St. Andreas; Mönchengladbach, abbaziale). È inoltre notevole la compresenza in due tra le più tarde grandi chiese romaniche, St. Quirin a Neuss e l'abbaziale di Roermond, tra loro fortemente correlate, di volte a crociera costolonata e di matronei completi, nel secondo caso persino in associazione a setti murari trasversali al di sopra delle coperture delle navatelle, che compongono un sistema di ridotti contrafforti a cappuccio non raro nell'ambito dell'architettura cistercense, Ordine cui l'abbaziale di Roermond apparteneva. Entrambe le costruzioni possiedono altresì un coro a triconco, tipologia che nella seconda metà del sec. 12° si ritrova nella Renania settentrionale in Gross St. Martin e St. Aposteln a Colonia.Tra i fenomeni di goticizzazione va anche menzionata la comparsa di absidi poligonali che, a partire dalla fine del sec. 12°, si alternarono a quelle a pianta semicircolare, come è dato trovare nel duomo di Bonn (fine sec. 12°), nel St. Severin di Colonia (primo quarto sec. 13°), nell'abbaziale di Roermond e nella parrocchiale di Sinzig, nel Palatinato (secondo quarto sec. 13°), nell'ultimo caso in prospetti a piccoli coronamenti.In quest'ultima fase del Romanico si osserva una maggiore ricchezza di motivi decorativi, come le caratteristiche aperture a coronamento lobato (St. Kunibert; cupola decagonale di St. Gereon a Colonia; St. Quirin a Neuss; duomo di Bonn) o anche una certa razionalizzazione in senso gotico dell'alzato interno, in cui le semicolonne dei pilastri a fascio si vanno a coordinare con appositi elementi al livello del cleristorio (St. Andreas a Colonia, fine sec. 12°; duomo di Bonn, inizio sec. 13°). Ma il più originale elemento di novità nel Tardo Romanico della Renania settentrionale risiede nell'alzato con struttura a doppia parete, in cui si persegue uno svuotamento del sodo murario non dissimile da quello raggiunto dall'architettura gotica, senza tuttavia approdare al logico scheletro strutturale di quest'ultima: il primato della parete sul vuoto resta intatto. L'origine del muro a doppia parete è da ricercare con ogni probabilità nei matronei delle citate Westchorhallen (Verbeek, 1936), ma altrettanto nei simili cleristori prodotti già all'inizio del sec. 12° in Normandia, come nell'abbaziale della Trinité a Caen. Tra le prime applicazioni di muro a doppia parete in Renania settentrionale sono da indicare a Colonia il coro e la navata della chiesa di Gross St. Martin e il Westwerk di St. Georg. Esempi posteriori nella regione sono, dopo il 1200, il duomo di Bonn, St. Quirin a Neuss e l'abbaziale di Roermond. Tale tecnica venne poi esportata in Vestfalia, dove compare tra l'altro nelle cattedrali di Münster e di Osnabrück, per essere diffusa nei territori dipendenti da quei vescovadi, intorno all'estuario dell'Ems, in Frisia, come nelle parrocchiali di Bunde e di Termunten.Il migliore esempio di quest'agevole integrazione di novità gotiche in un contesto ancora pienamente romanico si trova, appena al di fuori della Renania settentrionale, nel duomo di Limburg an der Lahn.L'insolita leggerezza ed eleganza raggiunte dal Tardo Romanico nella Renania settentrionale risaltano nella cappella di Ramersdorf, costruita dall'Ordine teutonico intorno al 1225, smontata e ricostruita all'Alter Friedhof a Bonn nel 1846, a pianta quadrata tripartita e alzato 'a sala'.Nella Renania settentrionale esisteva già la fondazione cistercense di Heisterbach, la cui chiesa fu ricostruita dal 1202 e consacrata nel 1237. Della imponente basilica su pilastri si conserva solo il coro a deambulatorio, nella cui parete si aprono sette nicchie a uso di cappelle, lasciando intatta la regolarità del perimetro esterno semicircolare, che rimanda così a prototipi quali la scomparsa Clairvaux III e Pontigny II. A Heisterbach il modello francese è stato dunque integrato nella tradizione renana dell'abside semicircolare, come dimostra anche la presenza di muri a doppia parete. L'interpretazione di questo motivo, sotto diretta influenza francese, risulta tuttavia più radicale che in altre chiese della regione. Ad Altenberg, mezzo secolo più tardi, forse per effetto del cantiere del duomo di Colonia, non sarebbe addirittura rimasta alcuna traccia della tradizione romanica renana, ormai definitivamente scomparsa.Nella Renania settentrionale il Gotico francese si fece conoscere nelle sue forme più moderne, ricavate dalla cattedrale di Amiens e dalla Sainte-Chapelle parigina, qui applicate a partire dal 1248 con l'avvio della ricostruzione del duomo di Colonia sotto l'arcivescovo Konrad von Hochstaden. Ma, in un certo senso, il duomo di Colonia fu innalzato troppo tardi per poter divenire nella Renania settentrionale un modello diffuso. L'unica chiesa che ne segue da vicino le forme è il duomo di Utrecht, fondato nel 1254. In modo più indiretto, il Gotico nella Germania settentrionale è stato influenzato dal duomo di Colonia (Kunst, 1969). Il modello di Gotico 'da cattedrale', con facciata a torri, deambulatorio e cappelle radiali, è stato per lo più soppiantato dalla tipologia delle chiese 'a sala', al più munite di unica torre occidentale, che divenne comune in Vestfalia, per es. a Herford (1225 ca.) e nella cattedrale di Paderborn (secondo quarto sec. 13°). Tuttavia, nel Trecento e in specie nella sua fase parleriana, dopo il 1353, il cantiere di Colonia venne a trovarsi, con quelli delle cattedrali di Strasburgo e di Praga, al centro di una vasta rete internazionale di scambi artistici (Die Parler, 1978-1980).La seconda costruzione renana in cui comparve nel suo pieno sviluppo l'architettura gotica è l'abbaziale cistercense di Altenberg, a N-E di Colonia, avviata nel 1255, che rimanda all'abbaziale di Royaumont, il che spiega il suo netto carattere francese, anche se non si possono escludere influenze del cantiere del duomo di Colonia (Schröder, 1977). Come nell'abbaziale di Longpont, parimenti derivata da Royaumont, vi si trovano pilastri circolari anziché a fascio, come nel duomo di Colonia. Malgrado il prolungarsi dei lavori, conclusisi con la consacrazione nel 1379, l'edificio resta sorprendentemente unitario. A causa dell'assenza di decorazione scolpita, soprattutto il coro con deambulatorio e sette uniformi cappelle radiali si presenta come esempio paradigmatico di puro Gotico.Nel coro si trovano importanti frammenti delle originarie vetrate a grisaille tipiche dei Cistercensi (v.), mentre la grande polifora in facciata possiede vetrate dell'inizio del Quattrocento con influssi fiamminghi.Nell'età tardogotica si sviluppò nella zona a N di Colonia un autonomo orientamento stilistico, detto Gotico del Basso R., soprattutto a partire dalla importante collegiata di Xanten, di cui fu iniziato nel 1263 il vasto corpo longitudinale, che mostra numerose variazioni che lo allontanano dal tipico schema gotico: la chiesa manca di transetto e il coro non possiede un deambulatorio con cappelle radiali. In compenso, le doppie navatelle laterali sono concluse da absidi poligonali scalate. Modelli per tale concezione furono probabilmente Saint-Yved a Braine e forse anche la chiesa di S. Martino a Ieper in Belgio e la Liebfrauenkirche di Treviri. I pilastri a fascio e le forme decorative rimandano tuttavia al duomo di Colonia. Il cantiere di Xanten fu diretto, in una fase successiva, fino al 1406, da Gisbert Schairt, originario di Zaltbommel, in Gheldria. Egli ridusse il canonico schema di alzato a tre ordini, ancora previsto dai costruttori trecenteschi, sulla base forse di esempi francesi come le chiese di Notre-Dame a Villeneuve-sur-Yonne e Saint-Urbain a Troyes, a un alzato a due ordini, con triforio sostituito da una balaustrata alla base delle finestre del cleristorio, al di sopra delle coerenti e slanciate arcate.Tale disposizione avrebbe incontrato una notevole fortuna nella regione del corso inferiore del R. e dell'IJssel, comparendo per es. nelle collegiate di Kranenburg, Wesel, Nimega, Zaltbommel e Doesburg. Con il sensibile slancio dato alle arcate delle navate, questo schema a due ordini si differenzia però sostanzialmente da quello proposto già alla metà del Duecento con l'eliminazione del triforio in chiese mendicanti come la Dominikanerkirche di Ratisbona, iniziata nel 1248, caso meglio definibile come alzato a tre ordini semplificato, in cui si è invece finito per ottenere un'ampia ma inarticolata parete continua.Dell'edilizia medievale militare in Renania settentrionale ben poco si è conservato. Nel 1147 fu iniziata al tempo dell'arcivescovo di Colonia Arnoldo I la costruzione di un castello a Drachenfels, di cui restano rovine che permettono di riconoscere le parti basamentali. Secondo la consuetudine sveva, il castello era incentrato su un mastio intorno al quale si trovavano le altre costruzioni, racchiuse da una cinta muraria.Imponenti sono le rovine del castello imperiale di Federico I Barbarossa a Kaiserswerth, presso Düsseldorf, che un'iscrizione su una lapide nel complesso prova fondato nel 1184. Dieci anni prima egli aveva trasferito qui la sede del dazio imperiale da Tiel, sul Waal, a S-E di Utrecht. Tale funzione giustifica il sito della costruzione, un'isola artificiale. Era un complesso quadrangolare, con il lato lungo, parallelo al fiume, che sviluppava ca. m 50. La facciata del palazzo precedeva una massiccia torre quadrata. Al contrario di quanto avvenne in altri castelli, come quello di Drachenfels, la cui pianta era stata determinata dalle irregolarità del terreno, in questo caso il sito pianeggiante permise l'impianto di una costruzione rigorosamente geometrica.Del palazzo coloniense innalzato intorno al 1160 per l'arcivescovo Rinaldo di Dassel si può ricostruire l'aspetto grazie a testimonianze iconografiche (Wiedenau, 1979). Con la sua lunga teoria di arcate gemine al piano nobile ricordava le forme consuete a residenze imperiali di epoca sveva come quelle, conservate, di Goslar, Gelnhausen, Brunswick e Wartburg presso Eisenach.Ben poco è rimasto, a parte Colonia, di fortificazioni urbane. Una delle superstiti porte urbiche è il Klever Tor di Xanten, del 1393, che possedeva anche un'anteporta. Negli anni 1436-1445 fu costruito il palazzo comunale della stessa città, caratterizzato dalle torrette angolari e dalla merlatura. Tra le poche case medievali tuttora esistenti - anche a Colonia ne rimane un esiguo numero - risalta la relativamente ben conservata casa romanica di Münstereifel, del 1160-1170, originariamente di proprietà della collegiata, edificio pressoché quadrato a due piani, tetto incavato tra due frontoncini e prospetto a bifore.
Numerose opere scolpite medievali si conservano nella Renania settentrionale e anche in questo campo il centro di maggior peso nella regione fu Colonia, a iniziare dalla monumentale croce dell'arcivescovo Gerone (Colonia, duomo), in origine probabilmente nel presbiterio del duomo carolingio della città, di datazione oscillante tra il 970 e l'ultimo decennio del sec. 10° (Binding, 1982), che dovette costituire un importante prototipo per il gran numero di croci monumentali dei secc. 11° e 12° conservate nella regione. Tra quelle che ne riprendono le forme, o che sono comunque inseribili entro una tipologia sviluppata sullo stesso esempio, sono da indicare le croci trionfali della collegiata di Gerresheim, databile tra il 970 ca. e la metà del sec. 11°, e la croce dall'abbaziale di Münstereifel (Francoforte sul Meno, Liebieghaus), dell'11° secolo. La tradizione delle croci trionfali rimase ancora viva in epoca gotica, come prova l'espressiva croce di St. Jöris nella parrocchiale di St. Georg, presso Eschweiler, realizzata poco oltre la metà del Trecento, che conserva gran parte dell'originaria policromia.Della scultura monumentale in pietra del periodo romanico si conservano pochi esempi, spesso in pessime condizioni. Nella chiesa prepositurale di Oberpleis si trova una rarissima ancona in pietra tufacea. Essa reca, ai lati di una Madonna in trono, rispettivamente tre angeli e i re Magi. Controversa è la data di esecuzione, forse da fissare al terzo quarto del sec. 12°, in base al confronto stilistico con la Madonna di Siegburg (Colonia, Schnütgen-Mus.), risalente a quell'epoca. Lo stile più plasticamente robusto del gruppo dei Magi farebbe tuttavia assegnare questa parte del rilievo ad altra e più tarda mano.Il rilievo ligneo raffigurante la Madonna in trono databile al 1175 ca., nell'ex abbaziale femminile cistercense di Hoven, proveniente da Marsdorf, presso Colonia, si mostra scultura più evoluta di entrambe le parti del rilievo di Oberpleis.I laterali di coro in pietra del duomo di Bonn, del primo Duecento, con il loro espressivo naturalismo quasi gotico, sono da collegare all'opera del Maestro del Sansone a Maria Laach, sebbene una diretta attribuzione a tale artista non riscuota unanime consenso.Nell'epoca del suo più maturo sviluppo stilistico, tra il 1150 e il 1250, il Romanico produsse in Renania settentrionale una grande varietà di sculture architettoniche, in particolare capitelli. Tuttavia, i precisi rapporti tra le differenti botteghe non sono ancora stati pienamente messi in luce. Non si tratta soltanto di capitelli puramente ornamentali, nei quali peraltro spesso emerge un virtuosistico e aggiornato classicismo, ma anche di capitelli con spunti narrativi, come per es. nell'abbaziale di Brauweiler. Questa scultura architettonica costituisce uno splendido esempio dell'altissimo livello qualitativo delle botteghe attive in Renania settentrionale: si consideri per es., sempre nell'abbaziale di Brauweiler, la serie di rilievi della seconda metà del sec. 12° con Cristo e alcuni apostoli, opera di una bottega prossima agli scultori attivi in St. Pantaleon a Colonia. Lo stile di questi rilievi comporta una indubbia relazione con la contemporanea oreficeria. Capitelli interamente figurati sono tuttavia rari; l'unica serie di sculture di questo genere si trova appena al di fuori della Renania settentrionale, nel coro della chiesa della Vergine a Maastricht, del tardo 12° secolo.Al primo Duecento risalgono le raffinate mensole a foglie di acanto in St. Severin a Colonia e nel duomo di Bonn, dove si trovano, come pure in St. Quirin a Neuss, capitelli tardoromanici al fianco di capitelli protogotici a crochets anche all'interno di una stessa campagna edilizia, a riprova della integrazione graduale di motivi gotici nella locale tradizione romanica.Nelle chiese costruite intorno alla metà del Duecento prevalgono i capitelli a crochets, come nel St. Peter a Bacharach, sul R. a N di Bingen.Tra le sculture di epoca gotica si conservano soprattutto statue, in legno o in pietra. Al di fuori di Colonia, sono da menzionare i gruppi dell'Annunciazione, della Visitazione, degli apostoli, di S. Vittore e S. Elena nel coro della collegiata di Xanten, dal complesso panneggio ed elegantemente espressivi. La concezione di tali statue, poste contro i pilastri e coronate da baldacchini, a Xanten come già nel duomo di Utrecht, deriva probabilmente dal duomo di Colonia, dove nel 1290 ca. era in corso di realizzazione la serie di statue con Cristo, la Vergine e gli apostoli, a sua volta sul modello della serie presente nella Sainte-Chapelle di Parigi.Tra i rari monumenti funebri conservati nella Renania settentrionale al di fuori di Colonia, si trova la tomba di Gottfried von Bergheim (m. nel 1335), nell'abbaziale di Münstereifel, con figura giacente e, sui lati, una serie di pleurants. Pure trecentesche sono alcune importanti tombe nell'abbaziale di Altenberg, fortemente restaurate, talora stilisticamente connesse con il monumento al langravio Enrico I d'Assia nella Elisabethkirche a Marburgo.Un notevole esempio del weicher Stil è costituito dai giacenti del conte Adolfo I di Kleve e della moglie sul proprio monumento funebre nella collegiata di Kleve, del 1430 circa.All'interno del Tardo Gotico quattrocentesco si sviluppò nella zona di Kleve e della Gheldria meridionale una fiorente scuola di scultura lignea, attiva fin oltre il 1500; le opere sono agevolmente raggruppabili sotto nomi, spesso convenzionali, di artisti.A riprova della ricchezza decorativa delle chiese della Renania settentrionale tardomedievale, comprendenti polittici scolpiti e policromati, stanno gli arredi liturgici di St. Viktor a Xanten e di St. Nikolai a Kalkar, nel secondo caso commissionati prevalentemente dalla borghesia cittadina.
Tra i pochi esempi conservati di pittura murale romanica in Renania settentrionale va segnalata, nell'abside occidentale dell'abbaziale di Knechtsteden, una Maiestas Domini assai restaurata, di poco successiva alla costruzione, avvenuta intorno al 1160. Frammenti di ulteriori pitture murali romaniche - taluni rinvenuti con i restauri del dopoguerra - si conservano in varie chiese della regione, come St. Martin a Emmerich, dove restano brani di un ciclo della Passione di Cristo del 12° secolo.Il vasto ciclo pittorico della cappella di Schwarzrheindorf è caratterizzato dagli ampi movimenti che uniscono i gruppi delle figure, mentre si assiste al diffuso ricorso alla veduta in scorcio; inoltre, alcuni personaggi recano cartigli con testi in parte finanche specularmente rovesciati, tutti espedienti atti ad accrescere il generale effetto di spazialità. Le pitture dell'ambiente inferiore sono sicuramente coeve all'edificio, mentre quelle della cappella superiore possono essere state eseguite solo dopo i successivi interventi architettonici condotti per la realizzazione dell'adiacente monastero (1170-1175 ca.). Il programma iconografico presenta tuttavia una notevole coerenza, e il suo carattere fortemente teologico è ben individuabile grazie anche ai testi delle iscrizioni presenti. Nella cappella inferiore esso si basa sulla Visione di Ezechiele, intesa come antitipica del ciclo cristologico dell'ambiente superiore, illustrando così la corrispondenza tra la Gerusalemme celeste e la Gerusalemme terrena. Attraverso l'apertura nella volta della cappella inferiore viene infatti stabilito un collegamento visivo con la Gerusalemme celeste sulle vele delle volte e con la Maiestas Domini nell'abside della cappella superiore, adorata dai committenti, raffigurati ai piedi di Cristo: l'arcivescovo Arnoldo e sua sorella Edvige, fondatrice del vicino monastero benedettino femminile. Singolare appare la notevole attenzione per gli elementi architettonici che determinò la costante quadripartizione della narrazione dipinta. Le scene costituiscono nel loro insieme una sorta di trattato teologico per immagini. La fonte per tali iconografie è stata individuata nel Chronicon di Ottone di Frisinga (sec. 12°), ma si deve piuttosto pensare al possibile ruolo del teologo Vibaldo di Stavelot, in stretti rapporti con Arnoldo (Esmeijer, 1978). Dal punto di vista stilistico, le pitture sono talmente vicine a quelle della sala capitolare dell'abbaziale di Brauweiler da far supporre attivo lo stesso gruppo di artisti.Qui, sulle volte e su una delle pareti, è stato raffigurato con stretta attinenza testuale l'Encomio della fede, sulla scorta di s. Paolo (Eb. 11, 1-40), iconografia del tutto inconsueta (Demus, 1968). Va notato che sia a Brauweiler sia a Schwarzrheindorf viene posta una forte enfasi sulla dottrina dogmatica.Un più tardo esempio di bottega pittorica itinerante è riconoscibile all'origine delle pitture, assai peggio conservate, che furono realizzate intorno al 1250 nelle chiese di Blankenberg, Morsbach e Nideggen.Delle pitture su tavola si sono conservati soprattutto esempi del Tardo Medioevo. Le botteghe più importanti erano a Colonia. Nel secondo quarto del sec. 15° Stefan Lochner (1410-1451) fu la personalità di maggior rilievo; nelle sue opere si osservano per la prima volta nella Renania settentrionale chiari influssi della pittura fiamminga, che si rafforzarono in seguito, come attestano i dipinti del Maestro della Vita di Maria, attivo tra il 1460 e il 1490 circa.Colonia fu nella Renania settentrionale il maggior centro di produzione per le arti suntuarie, soprattutto a partire dal Mille, con il declino di Aquisgrana - famosa sin dalla fine del sec. 8° per la presenza delle botteghe imperiali -, in cui tuttavia furono prodotte ancora opere di prim'ordine, come il reliquiario di Carlo Magno, del primo Duecento, e quello della Vergine, poco più tardo, entrambi conservati nella Domschatzkammer di Aquisgrana. Più a S, Treviri rimase un centro produttivo di rilievo fino a tutto il 13° secolo.Oltre alla serie di croci monumentali, furono prodotte a Colonia croci in oro decorate da pietre preziose, commissionate dall'imperatore, dalla grande nobiltà o da alti prelati a loro legati. Il primo esempio è costituito dalla croce di Lotario (Aquisgrana, Domschatzkammer), del Mille circa. Colonia esportò inoltre, durante i secc. 11° e 12°, oggetti liturgici in rame o bronzo, come acquamanili o croci d'altare, spesso dorati. Non sempre se ne può distinguere precisamente la provenienza renana o mosana, soprattutto nel caso di oggetti di produzione seriale, a riprova dell'interdipendenza delle due regioni.Le botteghe di Colonia e di altre città della Renania settentrionale hanno prodotto reliquiari di vario tipo (Ornamenta Ecclesiae, 1985). Un precoce esempio ne è la c.d. arca di s. Villibrordo, reliquiario a borsa della metà del sec. 11°, nel tesoro di St. Martin a Emmerich. I tesori più importanti della Renania settentrionale si trovano, oltre che a Colonia, Aquisgrana ed Essen, presso le chiese di St. Michael a Siegburg e di St. Viktor a Xanten. La più importante bottega di oreficeria dell'area renano-mosana alla fine del sec. 12° fu quella di Nicola di Verdun (v.), da cui uscì la cassa-reliquiario di s. Annone nel tesoro di St. Servatius a St. Michael di Siegburg. La cassa-reliquiario di s. Vittore nell'omonima chiesa di Xanten, assai modificata, risale al 1129 ed è dunque la più antica delle casse-reliquiario renane. Una delle ultime è invece quella di s. Suitberto, del 1264, nelle chiesa a lui dedicata a Kaiserswerth, presso Düsseldorf.
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