PIANO, Renzo
Architetto, nato a Genova il 14 settembre 1937. Laureatosi presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano (1964), successivamente opera sotto la guida di F. Albini, poi (1965-70) con L. Kahn a Filadelfia e con Z.S. Makowsky a Londra. Durante questo periodo incontra J. Prouvé, un'amicizia che avrà grande influenza sul suo lavoro. Dal 1971 collabora con R. Rogers (Piano & Rogers), dal 1977 con P. Rice (Atelier Piano & Rice) e dal 1980 con R. Fitzgerald a Houston; a Genova lavora con S. Ishida come architetto associato, F. Marano ingegnere associato e A. Giordano coordinatore generale; a Parigi con B. Plattner e P. Vincent architetti associati. Tra i numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti si ricordano: il Compasso d'oro in Italia e l'AIA Honorary Fellowship negli Stati Uniti (1981), il titolo di Commandeur des Arts et Lettres e la Légion d'honneur in Francia (1985), la medaglia d'oro dal RIBA (Royal Institute of British Architects) di Londra (1989) e il Premio speciale della Cultura 1992 della Presidenza del Consiglio dei ministri per il settore Architettura in Italia. È stato visiting professor alla Columbia University di New York, alla facoltà di Architettura di Oslo, al Central London Polytechnic e alla Architectural Association School di Londra.
La sua opera più famosa, realizzata nel 1971 in collaborazione con R. Rogers, è il Centre Georges Pompidou a Parigi (detto anche il Beaubourg), opera discussa ma considerata tuttavia uno dei più emblematici monumenti dell'architettura del 20° secolo.
Per P. l'architettura è soprattutto realtà del costruire: figlio di un imprenditore edile, inizia giovanissimo a frequentare il cantiere e ne subisce il fascino della concretezza imparando a considerare l'importanza dei materiali e il loro possibile uso innovativo nelle costruzioni. Quattro temi attraversano l'intero percorso di P. come architetto: l'interesse per il pezzo, l'organismo, il sistema edilizio; il disegno per l'industria; il problema di abitazione e città; il progetto alla grande scala. Un quinto tema infine li percorre tutti e concentra l'attenzione dell'autore verso i problemi del rapporto tra architettura e natura.
La fase formativa procede attraverso la sperimentazione di strutture tridimensionali per spazi unitari a pianta libera, strutture costituite dall'assemblaggio di un unico componente, il ''pezzo'', che ha già in sé, compresenti, tutti i requisiti cui l'organismo deve soddisfare. Dalla struttura pretesa in acciaio e poliestere di Genova (1966), alla fabbrica mobile per l'estrazione dello zolfo di Pomezia (1966), al Padiglione dell'industria italiana a Osaka (1969-70), fino agli uffici della B&B a Novedrate (1971-73) e alla più recente mostra viaggiante per l'IBM (1982-86), la ricerca evolve nella maturazione di questa unità tecnica e semantica tra pezzo, organismo e sistema edilizio. Per l'industria P. ricerca, ai margini della consueta competenza dell'architetto, l'impiego dei materiali sfruttandone tutte le capacità di lavoro e di collaborazione. Dal 1978 al 1980 studia per la FIAT la vettura sperimentale VSS, prototipo a struttura portante in acciaio, e per la IDEA Spa di Torino il progetto per un veicolo da trasporto Flying carpet. Accanto all'interesse per l'architettura come tensione tecnologica, emerge in P. quello per l'architettura come servizio sociale, che produce le ricerche sul modulo ospedaliero standardizzato (Washington 1971) e sul ''laboratorio di quartiere'', per il recupero dei centri storici (Otranto 1976). Nelle ricerche sulla casa lo spazio abitativo viene ricondotto da P. a un'unità elementare con la massima flessibilità d'uso: in pianta e in altezza. Dai prototipi insediativi di Garonne e Cusago (1971-74) fino al quartiere del Rigo a Perugia (1978), la ricerca su abitazione e città non si occupa di aggregazioni più complesse di quelle a schiera: il compito di questa epoca sembra essere per P. soprattutto la ristrutturazione e manutenzione dell'esistente, come nei progetti per il restauro dell'isola di Burano (1980-84) e il piano di recupero dell'antico quartiere del Molo a Genova (1980-86). Il tema della residenza, confrontato con la scala della grande città, è affrontato nell'intervento a Rue de Meaux a Parigi (1990): un insediamento residenziale privato nel quale P. applica importanti ricerche sul trattamento delle superfici esterne utilizzando sistemi di tamponature in mattoni non legati da malta.
Con il Centre Georges Pompidou e l'IRCAM (Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique) a Parigi (1971-77) si apre una lunga serie di progetti a grande scala per la comunicazione, la cultura, il lavoro e la mobilità collettiva, nei quali all'invenzione di spazi per le nuove esigenze terziarie dell'epoca della telematica si accompagna la consapevolezza delle valenze di trasformazione urbana e nel paesaggio che queste strutture comportano.
Ricordiamo il progetto per la Fiera ed esposizione permanente a Milano (1980-84); la Banca Agricola e Commerciale a Reggio Emilia (1981-83); la ristrutturazione degli stabilimenti Schlumberger a Montrouge (1980-84): in quest'opera, in cui P. collabora con A. Chemetoff, paesaggista, il progetto introietta il tema del giardino fino a renderlo mediatore dell'edificio e suo principale testimone. Così come avverrà nel progetto per il Kansai International Airport nella baia di Osaka in Giappone, mastodontica opera di ridisegno di un intero comparto geografico per la costruzione dell'aeroporto su un'isola artificiale, dove P. testimonia la sua matura consapevolezza dell'importanza dei problemi di relazione fra architettura e natura. Il concorso, bandito nel 1988 dalla Kansai International Airport Company (KIAC) aveva coinvolto quindici tra gli studi di architettura più affermati nel mondo. Nel progetto il tema della trasparenza, l'edificio come entità topologica e organismo zoomorfo, una distribuzione delle funzioni che esalta la semplicità quasi naturalistica di progressiva fruizione dalla foresta d'ingresso alle strutture ad alta tecnologia delle piste e dei servizi aeroportuali, costituiscono i caratteri principali che ne hanno decretato il successo nell'interpretazione dello spirito ecologico dell'operazione. Diversa, eppure vicina, la ristrutturazione dello stabilimento del Lingotto a Torino (1991), complesso storico realizzato dall'architetto Maté Trucco, che ospitava le officine FIAT: il tema del disegno urbano si svolge attraverso l'ideazione di un edificio ''intelligente'', capace d'interloquire con la città attraverso una combinazione di sofisticate tecnologie e natura, al servizio di una funzione pubblica di comunicazione e cultura. Nello studio/laboratorio, realizzato nel 1986 con l'UNESCO a Genova-Voltri per la ricerca sulle applicazioni nelle costruzioni dei materiali naturali, P. identifica e rappresenta il mondo dei suoi attuali riferimenti. La costruzione, leggera e trasparente, abbarbicata sulla collina ligure, a contatto con il paesaggio che più di ogni altro suggerisce a P. il legame indissolubile tra natura ed opera dell'uomo, riassume le sfaccettature del progettare contemporaneo che egli esprime con continuità in tutta la sua opera. Tra le opere in corso di realizzazione si ricordano: riabilitazione delle officine FIAT Lingotto a Torino, complesso sportivo a Ravenna, riabilitazione della Basilica di Palladio a Vicenza, riabilitazione del vecchio Quartiere fieristico a Lione, centro turistico a Sistiana, Museo della Scienza e della Tecnologia ad Amsterdam, centro commerciale e amministrativo a Lecco, ponte a Ushibuda (Giappone), nuova Chiesa per Padre Pio a Foggia, Centro culturale Jean Marie Tjibau a Noumea (Nuova Caledonia), riabilitazione del vecchio distretto Renault a Boulogne-Billancourt, Cy Twombly Pavillon a Houston, Atelier Brancusi a Parigi, Museo Beyler a Basilea, uffici della Banca Popolare di Lodi a Lodi, Potsdamer Platz area a Berlino, riabilitazione delle officine Renault a Ile Séguin, Parigi, restauro del Teatro Margherita a Bari. Vedi tav. f.t.
Bibl.: R. Piano, M. Arduino, M. Fazio, Antico è bello, Roma-Bari 1980; G. Donin, Renzo Piano, piece by piece, Roma 1982; M. Dini, R. Piano, Progetti e architetture 1964/1983, Milano 1983; R. Piano, Dialoghi di cantiere, Bari 1986; Renzo Piano-Building Workshop, "AU monograph", Tokyo 1989; R. Piano, Buildings and projects 1971-1989, New York 1989; C. Garbato, M. Mastropietro, Exhibit & design, Milano 1992; P. Buchanan, Renzo Piano Building Workshop, Oxford 1993.