Ingaldo, Restituta. – Nobildonna (Ischia fine XIII sec. – metà XIV sec.), figlia di Landolfo, governatore d’Ischia e Procida nel 1300, e della sua prima moglie Agnese di Favilla, sposa di Giovanni da Procida iunior, figlio di Landolfo da Procida, fratello carnale del famoso Giovanni autore del Vespro Siciliano. La storia d’amore della coppia di sposi fu riportata dal Boccaccio, nel Decamerone, nella giornata quinta, novella sesta, nascondendo il casato di Restituta per non offenderne la famiglia e anche il vero nome del governatore Landolfo sotto quello di Marin Bulgaro, che non fu mai governatore dell’isola di Ischia e Procida sotto i re aragonesi della Sicilia Ultra. L’episodio fu riferito da Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata, dando al giovane il nome di Olindo e alla fanciulla quello di Sofronia, i quali sciolti poi dal palo e liberati dal fuoco furono uniti in matrimonio alla presenza del re di Sicilia Federico II d’Aragona uniti, come realmente accadde, e dallo stesso re Federico venne ordinato a Landolfo Ingaldo di non punirli, con lettera reale datata Palermo, 17 giugno 1301.