Pittore spagnolo (Játiva 1591 - Napoli 1652), formatosi con probabilità a Valencia sotto la guida di Francisco Ribalta, operò prevalentemente in Italia tra Roma, Parma e soprattutto Napoli, dove per oltre un ventennio fu la figura più in vista tra i pittori partenopei, sui quali non mancò di esercitare una notevole influenza. Il suo stile inizialmente vicino al realismo caravaggesco, nella maturità divenne più decisamente pittorico e attento ai valori cromatici e luminosi.
Nel 1611 fu a Parma, poi a Roma (1613-16), dove eseguì le tele con i Cinque sensi (Vista, Città di Messico, museo Franz Mayer; Gusto, Hartford, Wadsworth Atheneum; Olfatto, Madrid, coll. D. J. Abelló; Tatto, Pasadena, Norton Simon fundation; Udito, disperso, noto da copie) che dimostrano la sua adesione al naturalismo caravaggesco, interpretato con accentuato realismo e forte intensità emotiva. Nel 1616 R. si stabilì a Napoli su invito del viceré duca di Osuna, imponendosi presto nell'ambiente artistico napoletano (S. Girolamo e l'angelo del Giudizio, 1626, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte; Martirio di s. Bartolomeo, Firenze, Galleria Palatina). Nella maturità l'influsso di Rubens, van Dyck e della pittura neoveneta determinarono una svolta nel suo stile, che divenne più intensamente pittorico e sensibile ai valori cromatici e luminosi (Immacolata Concezione, 1635, Salamanca, chiesa delle agostiniane di Monterrey; Apollo e Marsia, Napoli, museo di S. Martino; Martirio di s. Filippo, 1639, Prado); a Napoli fu inoltre in contatto con C. Fanzago e G. Lanfranco, coi quali lavorò nella certosa di S. Martino (Pietà, Profeti, 1637-43). Tra le opere tarde, S. Gennaro esce illeso dalla fornace (1646, cappella del Tesoro di S. Gennaro) e La comunione degli apostoli (1651, certosa di S. Martino), esempi di una pittura luminosa e solare il cui valore innovativo fu importante per il giovane L. Giordano.