Figlio (Winchester 1209 - Berkhampstead 1272) secondogenito di Giovanni Senzaterra; conte di Cornovaglia (1225), capeggiò la spedizione che portò alla conquista inglese della Guascogna (1225-27). Tra i più influenti consiglieri di Enrico III, lo sostituì al governo del Paese (1253-54 e 1259-60) durante le sue assenze. Nel 1256 ottenne la corona di Germania ma venne eletto re dei Romani senza un consenso unanime.
Compiuta la conquista della Guascogna (1225-27), nel 1240, fallita l'opposizione baronale, da lui capeggiata, contro Enrico III (1238-39), nonostante Gregorio IX volesse impegnarlo nella lotta con Federico II, condusse dalla Francia in Terrasanta i crociati; l'anno successivo tornò in Inghilterra. Fu poi uno dei più validi collaboratori di Enrico e, quando il re fu impegnato in una nuova spedizione in Guascogna (1253-54), assunse il governo del paese. Accettata (1256) la corona di Germania, l'anno dopo fu eletto re dei Romani dagli arcivescovi di Colonia e Magonza e da Luigi conte del Palatinato; gli altri elettori eleggevano invece Alfonso di Castiglia. Tentò allora col denaro di affermare il suo prestigio, ma ebbe scarso successo; d'altra parte, richiamato in patria per tentare un accordo tra Enrico e i baroni, tenne di nuovo la reggenza (1259-60); quando tornò in Germania, la sua autorità era quasi svanita; dopo di allora in Germania tornò solo due volte (1262-63 e 1268). Notevole fu invece la sua influenza in Inghilterra come consigliere di Enrico, e anche i baroni accettavano la sua mediazione; imprigionato da Simone di Montfort (1264), non fu liberato che dopo la morte di questo. Negli anni successivi fu l'ispiratore del Dictum di Kenilworth che stabilì il criterio della riscattabilità dei beni feudali (1266) e degli altri provvedimenti che posero fine alla guerra dei baroni.