RICCI
. Già signori di Canapaia, alla fine del sec. XIII erano certamente emigrati a Firenze, trovandosi consigliere del comune nel 1197 un Riccio di Ranieri "de Riccio" che appare anche tra i combattenti nella battaglia di Montaperti. Scarse notizie si hanno della famiglia fino alla metà del secolo XIV quando i Ricci diventarono esponenti di una fazione cittadina contrapposta a quella degli Albizzi. Lotta per il predominio politico durante il periodo agitato tra la cacciata del duca d'Atene e il tumulto dei Ciompi e nella quale, sebbene le due fazioni si facessero apparire come rappresentanti del partito popolare guelfo (Ricci) e del partito magnatizio ghibellino (Albizzi), non ebbero effettivamente una linea di condotta precisa, finché i Ricci rimasero soccombenti e furono allontanati dalle cariche pubbliche.
In questa lotta ebbero parte principale i due fratelli Rosso (nato nel 1320 circa, morto nel 1382) e Uguccione (nato ai primi del secolo XIV, morto nel 1383) di Ricciardo, specialmente il primo che, avverso alla signoria del duca d'Atene, soffrì per questo fatto anche la prigionia; né gli valse poi l'aver contribuito alla cacciata del duca, perché più tardi l'inimicizia con gli Albizzi portò a lui e ai suoi il bando e non rivide la patria che dopo il tumulto dei Ciompi. Nel 1362 egli era stato creato senatore di Roma.
Alla famiglia Ricci di Firenze appartennero due arcivescovi di Pisa: Piero di Guicciozzo (1411-17), che era stato precedentemente vescovo di Arezzo; e Giuliano di Giovacchino (1418-1461), poi governatore di Roma. Alessandra di Pierfrancesco (1522-1589), monaca in San Vincenzo di Prato col nome di Suor Caterina (v.), fu santificata.
Degno di memoria tra i personaggi della famiglia Ricci è Michele di Nicola, che fu ai servigi di Carlo VIII durante la discesa di questo in Italia e fu creato conte di Cariati; Luigi XII lo ebbe anche suo familiare e lo inviò oratore a Giulio II nel 1505. La famiglia si estinse nel 1844.
Bibl.: S. Ammirato, Delle famiglie nobili fiorentine, parte 1ª, Firenze 1615, pp. 153-176. Per i fratelli Rosso e Uguccione, si vedano gli Elogi degli uomini illustri toscani, Lucca 1771, I, pp. 196-208.