RICCIO (lat. scient. Erinaceus L., 1758; fr. hérisson; sp. erizo; ted. Igel; ingl. hedgehog)
Genere più noto e caratteristico della famiglia degli Erinaceidi o Ricciformi (Erinaceidae Gray, 1821; Bonaparte, 1838). Insettivori di dimensioni sempre inferiori a quelle di un gatto, di forma generale svariata, con arti bassi, con cranio munito di arcata zigomatica completa.
I denti molari superiori sono larghi e provvisti di 4 o 5 tubercoli; il primo incisivo inferiore è grande. La tibia e la fibula sono fuse distalmente. La famiglia comprende due sottofamiglie: i Ricci e le Gimnure (v.).
La sottofamiglia dei ricci (lat. Erinaceinae Fischer, 1817) comprende animali lunghi al massimo 25 cm., dalla forma generale tozza e tondeggiante, con arti particolarmente brevi, muniti anteriormente di 5 e posteriormente di 5 e talvolta di 4 dita, con coda molto breve. La testa ha il muso piuttosto allungato, gli occhi minuti, gli orecchi di medie dimensioni o anche grandissimi. Il rivestimento peloso è costituito in tutta la superficie dorsale e laterale, dalla fronte alla radice della coda, da fitti aculei brevi, duri e pungenti; inferiormente i ricci sono rivestiti di scarsi e morbidi peli.
Il rivestimento spinoso è portato alla sua completa efficienza dall'azione del robusto muscolo pellicciaio che, costituito nel suo insieme da fibre circolari orizzontali rispetto al tronco e coadiuvato dalla contrazione dei muscoli addominali e dalla flessione forzata della testa e degli arti, insacca l'intero animale in un involucro irto di spine, con direzione sostanzialmente radiale. La formula dentaria è:
Vi sono 4 a 5 paia di capezzoli e il numero dei piccoli varia tra 2 e 10. La sottofamiglia comprende un solo genere: il Riccio (se sotto al termine Erinaceus L. continuiamo, forse non a torto, a comprendere i vecchi generi Hemiechinus Fitzinger, 1866; Paraëchinus Trouessart, 1879, e i nuovi Macroëchinus Satunin, 1907; NeotetracusTrouessart, 1909; Aethechinus Thomas, 1918), che è d'intelligenza molto ottusa ma dotato di olfatto e di udito fini, di abitudini crepuscolari e notturne, d'indole poco socievole.
Il riccio, prevalentemente insettivoro, è praticamente onnivoro; esso cammina e corre abbastanza rapidamente; è molto taciturno, ma nella sorpresa o nel dolore e forse anche nell'amore fa talvolta echeggiare alte, sonore e prolungate grida raglianti. Si trovano Ricci al piano e al monte, nella steppa e nel deserto; nei boschi, nei campi, tra i cespugli e tra il pietrame, nei giardini. Essi subiscono, nelle località fredde, oppure nelle località molto aride, un letargo invernale, e, rispettivamente, un letargo della siccità. Si conoscono 77 specie e sottospecie di Ricci, diffuse in Africa, in Asia e in Europa, a nord fino nella Svezia centrale.
Questo interessantissimo mammifero, il quale merita in complesso l'attenzione e la protezione dell'uomo, è rappresentato in Italia dall'Erinaceus europaeus italicus Barret Hamilton e dall'Erinaceus e. meridionalis Altobello.